Viaggi tra le idee

La danza della pioggia


 Fa caldo, l'aria è soffocante, irrespirabile, pesante, immobile, non una nuvola in cielo, non un filo di vento. Fa caldo e la televisione lo ripete ogni momento: un mantra buono all'occasione, pietosa richiesta d'aiuto tardiva che non aiuta ad alleggerire il senso di calore che divampa. Arriva dopo, troppo tardi, quando il giorno è già rovente e suona come invocazione o atto di accusa per i peccati da espiare. La sfilza di consigli che ormai puntualmente segue all'annuncio ripetuto alla nausea è il sarcastico correre ai ripari in attesa di espiare i peccati commessi. Nel meno peggiore dei modi possibili: strano sadismo quello del mezzo  che non si accompagna ad alcun apparente fine utile e pratico"Bevete molta acqua e mangiate molta frutta", consigliano, "badate a che i pasti siano leggeri, assolutamente no alle abbuffate e soprattutto evitate di esporvi al sole nelle ore più calde del giorno". Già, provate qualche volta a raccomandare di non esporsi nelle ore più calde a chi sotto il sole è costretto a lavorarci. Sa di beffa, di vuoti di notizie da riempire con osservazioni innaturali, artefatte, artificiali, che puzzano di stantio e di luoghi comuni.  Difficili da digerire per chi da sempre ha imparato a scansare il caldo vestendosi di poco altro oltre che della serena ombra proiettata dall'albero.Vorrei una televisione meno attempata, che smettesse di attardarsi nel compiacimento di coscienze ormai assuefatte a orge di consigli tanto inutili quanto disumani. Vorrei una televisione che le coscienze le smuovesse per davvero e sapesse riportarle ad uno stato più naturale. Vorrei che, quando il caldo diventasse insopportabile, qualcuno oltre lo schermo trovasse il buon senso non solo di ricordare di mangiare leggero ma soprattutto di non sprecare acqua o di non appiccare incendi. Vorrei una televisione che sapesse  dire a tutti almeno una volta: "tieni a mente questo caldo la prossima volta quando butterai a terra una cartaccia o deciderai di imbrattare il tuo pianeta, l'unico che abbiamo". Vorrei che ricordasse a tutti come l'inferno di questo caldo possa solo aumentare isolandosi con l'alito gelido dei condizionatori: la porta moderna per lasciarsi fuori il mondo e le sue iatture climatiche. Ricorda il caldo di questi giorni e soprattutto non dimenticare mai di piantare almeno un albero, almeno uno, una volta nella tua vita. Perché anche tu un giorno possa coprirti della sua ombra e deliziarti delle sue voci di brezza.
  Lo sguardo alla terra scuraArsa e consunta in polvereTrafitta dai vessilli roventiE dai dardi non trattenutiDalla memoria delle nuvole.Non attendo di vestirmiDi pioggia, vento e nubiMa coprirò ogni pensiero         Di fronde e ombra dovela voce leggera della brezzaÈ gioco di sospiri e sussurraE instilla vita in ogni foglia.La mia danza della pioggiaPalme e viso rivolti al cieloSta nel piantare un alberoUna preghiera , la più sommessaChe dal terreno sale al cielo.