I.S.n.A.d.E.

Implicazioni sensoriali nell'architettura dell'essere

Creato da Lucarchitetto il 11/12/2010

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...e alla fine l'hanno beccato...

Post n°8 pubblicato il 02 Maggio 2011 da Lucarchitetto

E ora?
Cosa succederà ora?
E' notizia di poche ore fa che un commando USA abbia scovato e ucciso in Pakistan il capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden.
Si, si, bravi, bravi, grande rispetto per tutta l'intelligence (forse avrebbero dovuto svegliarsi prima dell'undici settembre, credere a ciò che gli veniva detto e riferito e non farsi far fessi con tutte le conseguenze che ci son state) e i militari USA.
Ma ripeto. E ORA? CHE SUCCEDERA' ORA?

Si dice che Al Qaeda stia già cercando il suo sostituto, sempre che il corpo sia veramente il suo, nonostante la prova del DNA. Avete visto le immagini mandate in onda dalla tv pachistana? Era chiaramente un falso, li hanno smascherati subito. E la stessa tv ha dovuto ammettere di avere falsificato l'immagine. L'avranno fatto perchè il Pachistan stesso ha delle grosse responsabilità nell'aver nascosto il Bin Laden per tuto questo tempo? Chi vivrà vedrà.

Comunque tutti contenti, americani, francesi, inglesi, la comunità musulmana americana, tutti contenti. Anche io sono contento, non tanto per la sua morte, di quello non mi importa, prima o poi sarebbe successo comunque. Sono contento perchè hanno tolto di mezzo un terrorista addestrato da soldati americani, dai quali aveva imparato molto. Il problema è che, luogo comune, fatto fuori un Bin Laden, se ne trova subito un altro. E si dice che il successore possa essere al-Zawahiri, terrorista egiziano da sempre vicino a Bin Laden e suo luogotenente, e già scampato diverse volte alle incursioni americane.

Staremo a vedere. Ma sono convinto che da oggi avremo tempi bui, forse peggiori del post 11 settembre. Questa volta sono incazzati molto più di prima, hanno fatto fuori il capo, il leader.

La vedo male. Spero che i giorni a venire mi smentiscano.
Lo spero davvero.

 
 
 

Gary Moore (Belfast, 4 aprile 1952 - Estepona, 6 febbraio 2011)

Post n°7 pubblicato il 27 Aprile 2011 da Lucarchitetto
Foto di Lucarchitetto

Il 6 febbraio scorso se n'è andato un grandissimo chitarrista, il signor Gary Moore.

Irlandese, inizia a suonare la chitarra sin da bambino, arrivando alla notorietà mondiale con i Thin Lizzy, suonando poi da solista e con bluesmen del calibro di B.B. King, Albert King e Albert Collins. Nel corso degli anni e con alterne fortune ha cambiato spesso quello che la maggior parte delle persone chiama "genere", non intuendo che il cambio di "genere musicale" potrebbe essere dettato dal voler spaziare, allargare i propri confini, cercare, perchè no, una nuova fetta di pubblico (l'hanno fatto anche i Metallica, che sono arrivati a un punto talmente basso da essere chiamati dai fans più conservatori e cattivi 'POPtallica'...), ma non era il suo caso. Gary Moore è sempre stato lui, col suo stile unico, con la sua schiettezza, sia che suonasse il rock progressive dei Colosseum II sia che suonasse l'hard/blues rock degli Skid Row (occhio... non gli Skid Row di J.S. Bach!, anche se proprio Gary Moore ha venduto loro il nome della band nel 1987) sia che suonasse l'hard blues degli ultimi anni. Se n'è andato a soli 58 anni, in una stanza d'albergo, in Spagna.

Se vi dovesse andare di ascoltare qualcosa del grande Gary Moore, procuratevi "Blues Alive", del 1993, mettetevi comodi, con un buon bicchiere di whisky, un paio di cuffie. Play sul lettore e... buon ascolto.

Goodbye, G.M.

 
 
 

Gelosia

Post n°6 pubblicato il 01 Marzo 2011 da Lucarchitetto

I momenti di crisi sono sempre fatidici.
Sempre.
Avevo promesso a me stesso di essere un pò più positivo, un pò più allegro, un pò meno serio, in questo "nuovo corso" del blog... ma mi sa che non sarà proprio così.
E vabbè.

Cosa fare per combattere la gelosia?
Per di più assolutamente infondata?

Intanto cosa è la gelosia?

Da Wiki:
"La gelosia è un sentimento di ansia e incertezza dell'essere umano, causato dal timore che la persona amata sia voluta da altri, o che essa preferisca altri. La conseguenza può essere di rabbia e risentimento verso chi si pensa sia più considerato dalla persona amata; più in generale è causata dalla paura di perdere quello che si pensa di avere."

Ma quando si fanno certe affermazioni mai nessuno si è messo nei panni di chi la gelosia la subisce?
Signori scrittori di definizioni, proviamo a metterci anche dall'altra parte della barricata. Proviamoci, per una volta.

 

Tu lo sai bene. Non può andare avanti così ancora a lungo.
O se preferisci "...non poteva..."
Ci ho provato a passarci sopra, ma nulla. Tu non ci hai neanche provato. Non hai neanche provato a capire.

 
 
 

Nel fantastico mondo del cervello della donna

Post n°5 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da Lucarchitetto
Foto di Lucarchitetto

Eccomi di nuovo qui, dopo settimane di assenza. Il demone della sigaretta è ormai lontano, finalmente, quindi da ora in poi cercherò di essere un pò meno serio (anche perchè l'essere "serio" proprio non mi appartiene...)

Iniziamo subito questo nuovo corso con una risposta veloce al blog della Dott. Daisy_ing, esattamente al post n.66 del 23-02-2011...

Ovviamente, amici e soprattutto amiche, questa è solo una scarna rappresentazione del vostro strano mondo.
Qui giù, per provare meglio a capirci qualcosa, riporto alcune delle frasi da voi pronunciate più frequentemente, Signore, e un tentativo di decifrazione delle stesse... Ovviamente ogni suggerimento per un ampliamento della lista è ben accetto!

 

 

Non possiamo essere solo amici?
(Non ti lascerò per nulla al mondo toccare alcuna parte del mio corpo, ancora.)

Sembro grassa con questo vestito?
(È da tanto che non litighiamo.)

No, la pizza va bene.
(Spilorcio bastardo.)

No, solamente non voglio un ragazzo ora.
(No, solamente non voglio te come ragazzo ora.)

Non so, cosa vuoi fare?
(Non posso credere che non hai pensato a niente.)

Vieni qui.
(Anche il mio cane lo fa)

Mi piaci ma…
(Non mi piaci.)

Non mi ascolti mai.
(Non mi ascolti mai.)

Sarò pronta in un minuto.
(Sono pronta, ma voglio farti aspettare perché so che tu lo farai.)

No, pago io per me.
(È solo per essere carina; non ho la minima intenzione di fare alla romana.)

Oh si! Li intorno.
(È da tutt’altra parte ma voglio solo farla finita.)

Esco solo con le mie amiche.
(Faremo festa, ci divertiremo e sparleremo di te e dei tuoi amici.)

Non c’è nessun altro.
(Mi sto facendo tuo fratello.)

La dimensione non conta.
(…se non voglio avere un orgasmo.)

Dobbiamo parlare.
(Sono incinta.)

Va tutto bene?
(È normale che sia così molle?)

Sei un caro ragazzo.
(Imbecille.)

Dai, rimaniamo amici!
(Hai la macchina e mi farebbe comodo se continuassi ad accompagnarmi.)

 
 
 

19-12-2010

Post n°3 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da Lucarchitetto

...e anche questo venerdì 17 è passato indenne...
La bestia è rimasta lontana, ora non fa più così paura come prima. Con un pò di esperienza in più si scopre che è abbastanza facile dominarla, anche quando ce l'hai vicina, vicinissima, pronta a morderti le scarpe. Certo, a volte continua a prenderti in giro, a farti incazzare, a farti pensare chi te l'ha fatto fare, ma poi ti accorgi che in realtà stai bene anche così, anzi, forse stai meglio.
Si.
Meglio è la parola giusta. Meglio meglio meglio si si si è la parola giusta. Inizi a sentire i sapori in modo un pò diverso, anche gli odori, qualche volta, sono diversi. E poi quel respiro pesante, profondo, rumoroso, che quasi non c'è più. La sveglia, al mattino, continua ad essere molto presto, ma la sveglia interna suona sempre qualche minuto, se non addirittura qualche ora, prima. Di questo forse non ci sarebbe da rallegrarsi, ovviamente, ma la qualità del sonno è nettamente migliorata. Il risveglio è più facile, e l'organismo è decisamente più riposato di prima, anche se la quantità di sonno è diminuita. In fondo sono tutti "effetti collaterali" già provati qualche anno fa, ma sopiti a causa del maggior "benessere" apportato dalla bestia. Benessere effimero, ovviamente, che vale, anzi, valeva, giusto il tempo di quelle 6 o 7 tirate di fumo. Ora il benessere è fisso, stabile, c'è, e c'è sempre... Le rampe di scale non sono quasi più un problema, le lunghe salite per andare a prendere l'auto nemmeno... Si, si, si va proprio meglio.
Ora va proprio meglio.

 
 
 

14-12-2010

Post n°2 pubblicato il 14 Dicembre 2010 da Lucarchitetto

Il secondo giorno volge quasi al termine.
La bestia è rimasta sotto controllo per quasi tutto il tempo. Le ho contate. Ho contato le volte in cui si è fatta sentire, non sono state più di tre. Solo in una occasione il latrato è stato molto più forte degli altri. Lo senti arrivare, sommesso, come un soffio, lontano. Poi inizia ad avvicinarsi, la sua ombra diventa sempre più grande e scura, e inizia a lambire la tua. Allora provi ad allontanarti, provi a non mischiare la sua ombra con la tua ombra, ma è troppo tardi. Il latrato ora si è pacato. Il latrato ora non c'è più. Ora c'è solo un lamento. Lo senti, vero? Lo senti, ti chiedi chi o cosa possa essere. Ci pensi, ci arrivi. E si. Sei tu. Il lamento arriva da te. Da dentro. E' un lamento insistente, sembra quello di un bambino a cui hanno tolto il giocattolo preferito. La bocca dello stomaco si chiude, un leggero senso di panico ti abbraccia, in realtà sono spire, non è un abbraccio, e inizia a stringere. Stringe, stringe, il respiro sembra iniziare a non bastare più, sembra che bruci, allora respiri meno a fondo, perchè è vero, brucia, però continua a non bastare, e allora serve che il respiro sia più profondo, perchè ti serve, ti serve respirare più a fondo, e allora riempi i polmoni e il giro è fatto, l'aria è troppa, di nuovo, brucia, e si ricomincia daccapo. Arriva il primo piccolo capogiro, perchè in fondo ciò che sta succedendo è un principio di iperossigenazione, ma a quel punto ti accorgi di ciò che sta succedendo,  barcolli un pò, e allora ti fermi, ti calmi. Le spire iniziano a mollare un pò la presa, il respiro profondo non brucia più così tanto, e ora inizia a bastare anche l'aria. Il lamento piano piano si placa, si fa sempre meno forte, il bambino smette di piangere. Pensavi non potesse finire mai, pensavi che sicuramente non sarebbe mai finita.  E invece finisce. Il capogiro ora non c'è più, il respiro è sotto controllo, riesci anche a sorridere, sai che la prossima volta sarà altrettanto dura... ma non così tanto.

 
 
 

13-12-2010

Post n°1 pubblicato il 13 Dicembre 2010 da Lucarchitetto

ore 6:50 suona la prima sveglia.
ore 6:55 suona la seconda sveglia.
ore 7:00 la terza sveglia non fa in tempo a suonare.
inG è in piedi alla seconda sveglia e mezzo, cerco di aprire gli occhi ma il sonno è ancora troppo forte. Sono cosciente, sveglio, sento la porta della mia stanza aprirsi e richiudersi, quella del bagno fare lo stesso movimento. Ti devi svegliare ti devi alzare mi dico in quella sorta di dormiveglia cosciente, ma le gambe e le braccia proprio non rispondono. Sento il mio stesso sommesso russare che inizia a crescere di volume, e che paradossalmente mi tiene sveglio. Sento i rumori che arrivano dal bagno, posso immaginare tutti i movimenti di inG, le pareti non sono troppo spesse. A un tratto mi ritrovo in piedi, cerco gli occhiali, trovo i pantaloni, infilo la maglia. Come avevo immaginato, nel momento in cui finisco di vestirmi, inG bussa al muro, sorrido, siamo stati ancora una volta ben coordinati.
Quindi oggi si inizia, alla fine ci sono arrivato. Una settimana dopo inG, finalmente o purtroppo, anche io provo a svuotare del tutto quei portacenere che sono diventati i miei polmoni. Ce l'ho fatta una volta, senza problemi, ce la farò anche questa volta. La tecnica, corretta o sbagliata che sia, sarà la stessa. Unico appiglio, il solito pacchetto nella tasca, con una sola bestia dentro, in caso di "pericolo". Però, e questo lo so, c'è. Mi basta per farmi dire ok è li, è nella tasca, se metto la mano sento il pacchetto, se apro il pacchetto la bestia è li, ce n'è una sola, ma sono più forte, la posso uccidere quando voglio. Mi chiedo chi sarà ad uccidere chi e quando. Dicono che sia solo una questione di tempo, prima o poi basta un passo falso e ti torna dentro, poi sarà ancora peggio. Ma l'altra volta allora hai perso? La domanda è lecita, la risposta è la classica scusa di chi non ha avuto più la forza o la voglia di opporsi. No, sono io che ho voluto ricominciare. Così, mi andava. Doveva essere una, per scherzo, e sono diventate due. Tre. Quattro. E via via fino al primo pacchetto.
Storia vecchia. Si ricomincia.

 

 

 
 
 

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