Creato da LellaB59 il 13/11/2014
Blog per Tutti/e coloro che pur essendo normalissimi, vengono classificati come "non normali"

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

tio4OldGuy67lcacremacassetta2margherita5575Passquasipartoutgiuocatore0mar.tilmontalbano.aprincipefelice1achilledgl11marco.giorgi62emilytorn82lubopoangeli.tiziana
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Uso degli adorati TAC...La storia dei Collant »

La Storia dei Collant

Post n°11 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da LellaB59
 

 

 

Altomilanese,le calze prima di Castel Goffredo

L'Altomilanesevanta un'antica tradizione industriale, anche e soprattutto in campo tessile,ed oggi è ancora al centro di una delle più significative esperienze, in Italiae a livello mondiale, diimprenditoria diffusa. E lo era già negli anni Venti. Un'osservazione organicadello sviluppo industriale che si è verificato nel periodo della prima guerramondiale e in quello immediatamente successivo nei mandamenti di Gallarate e SommaLombardo è possibile grazie all'indagine statistica compiuta dalla Federazioneindustriali del Gallaratese e resa pubblica nel l924. Le persone occupate eranoin totale 20.618.Il settore tessile era in testa sia per numero complessivo diditte (123), sia per impianti di grosse proporzioni. Su questo sviluppoindustriale travolgente e ben definito agirono due fattori. Il primo era legatoalla copiosa disponibilità di energia elettrica, prodotta a pochi chilometri didistanza dagli impianti di Vizzola Ticino; il secondo era in relazione allecaratteristiche del conflitto. Si formarono negli anni della guerra moltepiccole o medie aziende di complemento e supporto ai grossi opifici, speciecotonieri, costituitisi nei decenni precedenti. Quando poi l'Altomilanese fuaccorpato alla provincia di Varese vennero realizzate molte altre imprese, cheandarono ad affiancarsi ai "pionieri" del secolo precedente. Nelsettore delle confezioni un posto di un certo rilievo era occupato dallamaglieria. Si trattava di una tradizione piuttosto recente, ma che aveva saputoconquistarsi un ruolo di prestigio nel mercato interno ed estero. A prezzimodesti proponeva un prodotto apprezzato per praticità ed elasticità. Molti diquesti maglifici in un secondo tempo arricchirono o sostituirono la loroproduzione originaria con quella di calze e prodotti affini, dato che latecnologia industriale impiegata per la maglieria poteva con minimo sforzo ecosto essere adattata alle nuove esigenze produttive. Quanto ai calzifici verie propri il loro numero cresceva in modo impressionante, dotati di macchinari"dell'ultima generazione", dai quali si poteva ricavare tutto quelloche la moda del tempo richiedeva. Grazie alla fantasia dei produttori, la calzaitaliana aveva invaso il mercato mondiale. Molto richieste erano le calze dasignora di qualità medio bassa e quelle per uomo di tutti i tipi. Sembra, però,che fossero le calze da ragazzo l'articolo più richiesto "perché moderatonel prezzo e ben studiato nella perfezione della sua confezione e nellaindovinata combinazione dei suoi elastici".La calza per signora tipo finefabbricata su macchina "Cotton" veniva smerciata e interamenteassorbita sul mercato nazionale. A introdurre in Italia i macchinari Cotton erastata la ditta Calzificio Nazionale Sonnico, sorto nel 1926 a Caronno Milanese.Oltre a questa azienda, molti altri erano i calzifici degni di esserericordati: la Manifattura Bustese calze, con stabilimento a Busto Arsizio,costituitasi nel 1921 con 100 operai. Fratelli Ferrero con stabilimento a SommaLombardo, fondata nel 1922, con 80 operai. Calzificio di Vedano Olona, sortonel 1929, noto soprattutto per la produzione di calze di qualità fine in seta erayon per signora. Calzificio Varesino con stabilimento a Varese, sorto nel 1924,specializzato in calze per ragazzo e molto apprezzato all'estero. CalzificioMalerba con sede a Varese, costituito nel 1926, apprezzato per calze da donna ebambino e la "perfezione dei prodotti in relazione al prezzo veramentemodico". Carabelli Giuseppe con sede a Solbiate Arno, avviata nel 1924,con vendita all'ingrosso e dettaglio, specializzato in calze per uomo e donna.Calzificio Bustese Mondini a Busto Arsizio. Fratelli Albertalli con sedeGavirate, produttrice di maglieria intima di media qualità su macchinecircolari, ma anche calzetteria e tintoria. La crisi economica iniziata nel1927 unitamente all'eccesso di produzione, al calo dei prezzi e allerestrizioni sull'esportazione iniziò a minare le fondamenta di alcune di questeimprese; la produzione si ridusse in quantità in media del 35%. Con l'avventodel governo fascista, lo Stato venne abilitato a intervenire anche nella piùgenerale vicenda produttiva di industrie che avevano rilievo non solo militare.A questo passaggio e alle successive evoluzioni contribuì in modo decisivo ladepressione, che aveva colpito tutti i paesi industriali. Il governo con lalegge del 12 gennaio 1932 n° 41 fissò i criteri relativi all'impianto dei nuovistabilimenti e all'ampliamento di quelli esistenti. L'evoluzione dei nuoviimpianti per calzifici della provincia può essere seguita per un certo periodograzie ai verbali della Sezione Industria (1938-40), deputata dalla legge adesprimere uno dei tanti pareri che dovevano condurre allo svolgimento dellesingole pratiche. La sezione in linea di massima puntava alla tutela delleattività già esistenti e permetteva di incrementare solo i macchinariesistenti. Emerge così un ulteriore elenco di ditte del polo Altomilanesededite alla produzione di calze: Calzificio di Cislago; Ditta Donzelli Antoniodi Caronno Milanese; Manifattura Bustese Calze di Busto Arsizio; CalzificioCaronnese di Rondi Eligio e Donizelli Giovanni (Caronno Milanese); Calzificiodi Cavaria di Eligio e Ruggero Mazzucchelli di Cavaria; Calzificio Fulvio Fossadi Cavaria; Calzificio Molinari di Gavirate; Calzificio Cattaneo e C. di Jeragocon Orago; Calzificio italiano Pavia di Busto Arsizio; F.lli Carabelli diSolbiate Arno; Calzificio Valle Olona di Somma Lombardo; Calzificio AntonioFerrero di Somma Lombardo; Calzificio Cervini di Orago. Sono poche le aziendecitate che hanno mantenuto fino a oggi un ruolo importante sul mercato. Chi èrimasto, ha saputo organizzarsi per superare le difficoltà postbelliche e leincertezze del declino seguente al cosiddetto boom dei primi anni sessanta:essenzialmente sono Calzificio F.lli Carabelli, Calze Malerba e IndustrieBustesi Calze. Oggi, il polo Altomilanese nella calzetteria ha ceduto ilprimato per numero di imprese e addetti al polo mantovano di Castel Goffredoper la calzetteria femminile, e al polo bresciano di Botticino. Ciò nonostante,la presenza di aziende di grande prestigio e professionalità come quelle cheabbiamo citato sopra, confermano l'Altomilanese quale punto di riferimentoobbligato per chi opera nel settore.

 

Il"cosa" e il "come" delle denarature

Denario, più semplicemente, den. E' attraverso questi termini che si dà l'idea dellavelatezza di calze e collant e, per velatezza, s'intende generalmente latrasparenza apparente del collant, ossia l'aspetto che assume una volta sullagamba. "Denaro" è dunque il termine usato per esprimere lo spessoredi un filato e rappresenta il peso in grammi di 9.000 metri di filo, filo dicui - in un collant standard - c'è qualcosa come un chilometro... Venendosottoposto a tensione, il filo a mano a mano che si lavora si assottiglia,passando ad esempio da 10 a 5 denari. Sulle confezioni, accanto all'indicazionedei den si trovano anche i valori numerici in "decitex", vale a direil peso - sempre in grammi - di 10.000 metri di filato. Più i denari o decitexsono bassi, più la calza e velata, ma anche maggiormente delicata.

§  8 den - Sono le "extra" velatissime. Hanno iniziato a diventare familiari con l'avvento delle calze estive: una denaratura cosi bassa permette infatti di realizzare prodotti leggerissimi.

§  10 den - Ecco le calze velatissime. Si tratta della denatura ideale per modelli eleganti, dedicati ad occasioni particolari.

§  15 den - Pur trattandosi di calze velate hanno comunque una maggiore resistenza rispetto alle precedenti. Possono dunque essere indossate tutti i giorni.

§  20 den - Quelle a cui danno vita sono calze relativamente velate, ma comunque non trasparenti. Nella gamma dei velati, pero, la loro resistenza è la massima.

§  30 den40 den - Si tratta di calze semicoprenti, che, seppure poco, lasciano ancora intravedere la pelle. La "via di mezzo", insomma, fra le velate e le coprenti.

§  50 den e oltre - Queste calze sono decisamente coprenti, dunque particolarmente spesse e, pertanto, con maggiori resistenza e durata. La moda le propone anche come complemento degli abiti da sera, magari indossate con sandali eleganti.

 

 

Ilfilato

Ilnylon è largamente il filato piùutilizzato nella produzione attuale di calze e collant. Il nylon vienesintetizzato dal petrolio. Le molecole di petrolio vengono spezzettate e poiricostruite in lunghissime catene molecolari, attraverso una serie di processi:si ottiene cosi il polimero di nylon. II polimero viene fuso a alta pressione eelevata temperatura (300°C); questa sostanza fluida viene filtrata ed estrusaad alta velocità. II processo di estrusione serve a ottenere un allineamentodelle molecole, formando cosi la bava. Un filo di nylon è costituito da uncerto numero di bave (anche una sola nel nylon monobava). Le bave vengonoraffreddate a aria umida e lubrificate; un getto d'aria le interlaccia prima divenire spolate sulla bobina ad una velocità di circa 300 chilometri all'ora(nel 1940 le macchine per filatura raggiungevano la velocità massima di 1chilometro all'ora). Si ottiene cosi il filato greggio di nylon, tanto piùmorbido e confortevole quanto più numerose e fini saranno le bave. Così com'è,però, il filato non è elastico e, dunque, per essere utilizzato in calzetteriadeve essere sottoposto a ulteriori lavorazioni.

Stiratura

E'il processo che tende sulle bobine il filo greggio di nylon. Si ottiene cosi unfilo piatto parallelo, dall'aspetto sottile, ma ancora privo di elasticità.Inoltre, il filo è molto sensibile ed è facile smagliare la calza.

Testurizzazione

E'il processo che serve a dare volume e elasticità al filo: il filo teso siallunga e recupera la forma originale quando la tensione scompare. Per lacalzetteria, vengono utilizzati due metodi di testurizzazione: falsa torsione oair jet o torsione completa. Con la falsa torsione si ottiene un prodotto dielevato volume ed elasticità, ma dalla scarsa trasparenza, è utilizzata perciònei collant tipo filanca. La testurizzazione mediante torsione da' un volumeridotto e una minore elasticità, ma un'elevata trasparenza; trova dunqueimpiego nei collant e nelle calze voile o stretch. La formazione della spiraleè irregolare. Le bave sono sporgenti, ed è dunque facile tirare i fili delcollant.

Elastam

L'aggiuntadi elastam nel corso della lavorazione del collant assicura elasticità,aderenza, comfort e vestibilità al capo finito. Può essere immesso nella gamba,nella mutandina o nel cinturino del collant, ovviamente in titoli diversi.L'elastam può essere utilizzato nudo o ricoperto. La ricopertura può esseresemplice, doppia, ad aria o core-spun, a seconda dell'impiego finale in collantvelati o coprenti e della maggiore o minore qualità del prodotto. L'elastamviene inserito nel collant attraverso due sistemi. Tramato: l'elastam nudo èinserito ogni due ranghi senza formare il punto maglia; in questo modo migliorala vestibilità del collant in senso radiale senza però influire su quella in lunghezza.Generalmente, viene perciò unito a nylon testurizzato. Immagliato: l'elastam,nudo o ricoperto, forma una maglia parallela a quella del nylon. Se è nudo deveessere immagliato insieme a un filo di nylon secondo la cosiddetta tecnica delvanisé. L'elastam e' generalmente usato a ranghi alterni, cioè ogni due file dimaglia.

Ilprocesso di lavorazione del collant

IIfilato destinato a diventare collant viene lavorato su macchine circolari percalzetteria. La tecnologia attuale permette di combinare vari tipi di filato,anche di denarature diverse; inoltre è possibile inserire disegni, cinturini,rinforzi. Ogni operazione - dalla progettazione del disegno al movimento degliaghi sulla macchina - è gestita attraverso un computer. Le macchine cilindrichead alta velocità, generalmente a 400 aghi, producono da due a sei ranghi dimaglie e riescono a realizzare fino a 1,6 milioni di punti al minuto. Inoltre,le macchine più attuali consentono di memorizzare tre articoli differenti conotto taglie ciascuno. In un modello semplice di collant, la gamba e metà dellamutandina vengono realizzati in circa due minuti. La lavorazione a ranghicircolari con tipi diversi di filato produce righe orizzontali più o menovisibili. Ovviamente, a una elevata qualità del filato e a una lavorazioneaccurata corrisponde una minore visibilità delle righe. Un collant normale èprodotto con due tipi di maglia: maglia liscia per la gamba e maglia"micromesh" per la mutandina. La lavorazione micromesh consente diottenere un tessuto molto resistente che si smaglia solo verso l'alto. Ha peròun aspetto a nido d'ape, con scarso "appeal" estetico e, dunque, èspesso riservata alla mutandina o alle punte. Nella gamba viene prevalentementeutilizzata la maglia liscia. Sviluppi più recenti nella lavorazione di calze ecollant, tendono a anticipare il processo di tessitura della calza, prima dellatesturizzazione o dello stiro del filato. Con particolari filati bicomponenti éinfatti possibile ottenere una calza greggia che viene poi esposta al calore eal vapore in autoclave, donando cosi alla calza l'elasticità voluta. E' unprocesso di lavorazione usato in particolare per le calze estive perché laformazione della spirale è molto regolare cosicché le bave sono compatte emolto protette, rendendo più difficile le smagliature.

Taglioe cucito

Dallemacchine circolari escono "tubi" informi che devono esseretrasformati in collant. La parte superiore del tubo corrisponde a metà circadella mutandina, che viene perciò aperta e cucita automaticamente a un altrotubo aperto. L'operazione può includere anche l'inserimento di un tassello. Neicollant più pregiati, l'operazione di cucitura non è interamente automatica:questo permette di ottenere una cucitura piatta, talvolta con una banda dirinforzo e il tassello è romboidale, per migliorarne l'aspetto e il comfort. Dilivello altissimo sono i collant senza cucitura nella mutandina. II secondopasso è la cucitura, sempre automatica, delle punte. Anche in questo caso, a uncollant di pregio corrisponde un filo di cucitura estremamente sottile, ilrinforzo della punta con filo ritorto ad alta resistenza. Nei collant acompressione graduata, è un segno di qualità la presenza di un tallonerinforzato che permette il corretto ritorno venoso nella zona.

Tinturae finissaggio

Latintura aggiunge il colore al collant, tanto più il collant è pregiato tantopiù il colore deve essere uniforme e senza strisce. Vengono utilizzaticoloranti in dispersione per tonalità chiare; coloranti acidi per tonalità damedie a scure; coloranti di complesso metallico per tonalità molto scure, comeil nero. Possono essere utilizzate macchine di tintura a palette, impaccatricio macchine da tintura a tamburo a basso movimento rotatorio. Il finissaggioserve invece a stabilizzare il filato: è un passaggio determinante perl'aspetto e le caratteristiche di elasticità e recupero del collant. E' inquesta fase che vengono aggiunti additivi e trattamenti speciali caratteristicidi alcuni collant, dal trattamento Sanitized ai più recenti trattamentiantizanzara.

Fissaggio

IIfissaggio è l'operazione che consiste nel distendere il collant su un supportometallico a forma di gamba e nel sottoporlo a brevi vampate di calore in unacamera di vaporizzazione o in un forno a secco. I collant semi-fissati sonolisci e appiattiti, ma senza la conformazione della gamba e del piede. Icollant non fissati hanno invece un aspetto informe e raggrinzito: l'elasticitàe la durata del collant è la stessa, ma l'aspetto è decisamente meno attraente.I collant non fissati coprono perciò le fasce più basse del mercato e i grossivolumi del mercato.

Ilcontrollo qualità

Primadi essere inserito nella busta o nelle scatolette di confezione, il collantviene esaminato su un tavolo luminoso per rivelarne le eventuali imperfezioni.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/LBGT/trackback.php?msg=13096709

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
emilytorn82
emilytorn82 il 28/12/16 alle 20:01 via WEB
fantastico articolo. buone feste da ciao da Artecreo
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963