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Documento fondativo della Lega dei Socialisti

Post n°1 pubblicato il 16 Novembre 2010 da ldsroma

Questo è il testo aggiornato e definitivo del Manifesto fondativo della Lega dei Socialisti, rielaborato sulla base dei suggerimenti e dei contributi dei Compagni pervenuti fino ad oggi.

Si è cercato di conservare l’omogeneità del testo rielaborando i suggerimenti in modo coerente con il testo iniziale.

 

 

Manifesto della Lega dei Socialisti

Per una società di liberi ed eguali

Roma 27 giugno

1- L’assenza in questi anni di una presenza e di una cultura socialista è una componente rilevante del degrado del nostro paese. Solo da noi, anche tenendo conto delle difficoltà oggettive che hanno coinvolto il socialismo europeo, si è sostenuto la necessità del superamento dei valori e di una esperienza quale quello del movimento socialista, determinando una anomalia nella nostra vita politica. In realtà anche questa pretesa rappresenta una evidenza del declino di questo paese. E’ tempo che questa anomalia venga superata iniziando dalla riproposizione dei principi fondanti dell’eguaglianza, della libertà, della democrazia. Solo l’offuscamento della ragione può considerare come superati questi principi. E’ tempo che si costruisca anche nel nostro paese una grande forza socialista capace di rappresentare tutte le storie, i sogni e i problemi delle persone che si riconoscono negli ideali socialisti. Vogliamo indicare e dare soluzioni ai problemi individuali e collettivi della società e offrire risposte concrete alla domanda di lavoro, di dignità, di giustizia, intendiamo manifestare  la nostra capacità di elaborare le riforma che portino verso una globale e nuova qualità della vita sociale e pubblica.  Questa  è, peraltro, l’esigenza che emerge anche dalla necessità di superare la gravissima crisi economia e finanziaria in atto a livello internazionale. Questo è il compito di ogni socialista, questo è l’impegno della Lega dei Socialisti.

2 – Questa drammatica crisi economica e sociale, che ha colpito pressoché tutti i paesi, conclude e sanziona  l’esperienza liberista avviata negli anni settanta. Con quella politica s’intendeva non solo sostituire l’impronta keynesiana del dopoguerra ma, anche e in primo luogo, eliminare quel welfare che era uno dei lasciti del movimento socialista. Non è un caso che con una incredibile inversione della realtà (oltre a tutto dopo le rilevantissime risorse pubbliche impegnate per il salvataggio del sistema finanziario) si accusa ora questo movimento di essere la causa della crisi e di bilanci pubblici negativi non più sostenibili.

Gli interessi liberisti diffusi sotto varie spoglie, non intendono certo, meditare responsabilmente sui disastri prodotti, ma,  giocando anche sulle debolezze del movimento socialista e della sinistra in genere, intendono caricare sulle risorse pubbliche collettive le perdite e gli errori accumulati lasciando sostanzialmente inalterate le cause e i meccanismi del sistema, arrivando alla sfacciataggine e alla disonestà intellettuale di attribuire alla sinistra la responsabilità di quegli stessi fallimenti e dei conseguenti oneri sui bilanci pubblici.

Noi pensiamo che non sia sufficiente contrastare questa offensiva liberista, occorre sconfiggerla e recuperare valori e comportamenti conseguenti. Questo deve essere uno dei compiti della Lega dei Socialisti.

 

3- In questi anni numerosi e gravi errori sono stati compiuti dalla sinistra, in primo luogo la debolezza dell’aggiornamento dell’analisi politica a vantaggio di una acquiescenza alla moda liberista. Errata è stata la posizione di considerare superato il movimento e i valori espressi dal movimento socialista, dimenticare le analisi sul funzionamento del sistema capitalistico, scoprire il cittadino consumatore come indistinta figura finale di un processo produttivo finalizzato al consumo. Noi crediamo che sia necessario superare questa lunga fase di annebbiamento, nel corso della quale anche la cultura laica ha dovuto affrontare ostacoli e oblii, chiamando in primo luogo tutti i socialisti ad operare per rinnovare analisi, responsabilità, comportamenti. La Lega dei Socialisti si propone di operare in questa direzione tenendo presente la priorità dei valori dell’eguaglianza e della libertà come bussola della decisioni politiche, potenziando nella elaborazioni e attuazione delle riforme il ruolo socialista. A questi fini occorre produrre un processo di ricostruzione della sinistra italiana, che porti l’insieme delle forze di progresso a recuperare una visione strutturale dei processi di riforma sociale ed economica necessari per uscire dal disastro in cui la crisi del modello liberista ha gettato l’intero occidente sviluppato e che nel nostro Paese si presenta in termini aggravati dai precedenti limiti qualitativi  e quantitativi dello specifico sistema economico, industriale, sociale e culturale.

4- Noi non temiamo il mercato ma a condizione che non sia uno strumento per accrescere le disuguaglianze economiche e le dislocazioni dei poteri, per una mercificazione di ogni cosa, di ogni persona, per contrastare l’estensione della democrazia. Noi sappiamo che possiamo guidare il mercato nelle direzioni che siano allo steso tempo di sviluppo civile, sociale ed ambientale. E guidare il mercato vuol dire saper mettere in opera gli strumenti opportuni, significa disporre e alimentare quella cultura dei comportamenti e dei valori pubblici, a partire dai valori della legalità, che l’individualismo liberista tende a distruggere come condizione per alimentare e giustificare se stesso, in realtà alimentando un inaccettabile darwinismo sociale, vendendo la truffa della flessibilità teorica del lavoro mentre in realtà si tratta del dramma della precarietà. Ma noi oggi sappiamo che il patrimonio dell’economia della conoscenza consente di progettare e realizzare riforme e condizioni di sviluppo tali da incidere in maniera radicale sulla qualità e quantità del lavoro alienante. Ma sappiamo anche che una nuova qualità della domanda deve prevedere lo spostamento delle risorse verso la fruizione di beni culturali, ambientali, verso forme di partecipazione e di coinvolgimento. Per noi la società più ricca è quella diversamente ricca proprio perché ha ampliato la domanda non dello sperpero, ma di quella culturale del singolo e della società. Come Lega dei Socialisti, intendiamo aprire queste prospettive, affrontare questi percorsi e porre sul terreno delle scelte politiche le alternative possibili. La programmazione deve diventare il centro del processo di trasformazione economica e sociale. La centralità del lavoro e le politiche di piena occupazione ne devono costituire la priorità; la sostenibilità ambientale, economica e sociale i connotati verificati. Ma nel nostro Paese dobbiamo anche mettere nel nostro Progetto la necessità di superare la storia di questi decenni che ci hanno portato in fondo alle classifiche internazionali in materia di competitività, costo del lavoro, produttività, cattiva distribuzione della ricchezza prodotta, istruzione, ricerca, rispetto dei beni culturali e ambientali.

5- Noi temiamo maggiormente la strisciante operazione di azzeramento del welfare, l’offensiva contro la nostra Costituzione, la concezione delle istituzioni pubbliche come strumenti privati, l’annebbiamento dei costumi e dei comportamenti pubblici. Questa è l’antitesi di una società socialista, questo è il mondo che non vogliamo. Nella situazione particolare del nostro paese temiamo anche che la crisi economica che sancisce la crisi dell’egemonia culturale liberista induca una accelerazione e colpi di coda a favore di trasformazioni di ordine istituzionale per eliminare ostacoli alla propria restaurazione. L’appoggio del nostro Governo all’operazione Pomigliano d’Arco rappresenta una convergenza tra posizioni arretrate, unite nell’intento di abbattere ogni visione progressista dello sviluppo, una alleanza che potrebbe ritrovarsi ulteriormente anche su altri fronti, ad incominciare dall’art. 41 della Costituzione. Una alleanza che richiede, dunque, una azione unitaria e forte di tutte le opposizioni: il nostro modello di sviluppo non è e non può essere questo.

 

6 - L’Appello della Lega si rivolge a tutte le organizzazione e a tutti gli individui che, indipendentemente dalla loro attuale collocazione,  si possono ritrovare nel Progetto generale, con l’intento di esserne autori attivi. Non si tratta di ritornare al dibattito di un secolo fà e alle divisioni di allora che vanno considerate come superate. Da quei momenti si è maturato in termini generali il valore essenziale della qualità degli strumenti democratici necessari per condizionare e modificare le logiche negative del sistema capitalistico. Si tratta di acquisizioni importanti perché riconoscono la necessità della coerenza tra la qualità degli strumenti  e la qualità dei fini. Nel frattempo l’economia della conoscenza ha elaborato capacità innovative nei contenuti e nei processi economici e sociali che se orientate da una cultura progressista possono concorrere in termini essenziali a modificare le condizioni e i tempi del lavoro alienate, ad eliminare gli impatti negativi per uno sviluppo socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibile. La Lega dei socialisti intende collocarsi su questo versante della qualità dello sviluppo, sostenendo il ruolo e le funzioni delle strutture pubbliche sia di ricerca che di programmazione,  promuovendo e attuando elaborazioni, dibattiti e proposte. Solo un impegno di questa natura politica potrà consentire di cogliere le opportunità di cambiamenti in positivo dello sviluppo del nostro paese e delle relazioni internazionali.

 

7 -Come già accennato, la gravità della situazione economica e del lavoro tende a mettere in secondo piano la crisi di un complesso di funzioni pubbliche che devono essere, invece rafforzate e rilanciate, dalla scuola la cui ultima riforma risale alla metà degli anni sessanta, alla giustizia, al sistema dell’informazione per le quali la destra sta attuando una strategia di controriforme, con effetti assolutamente negativi di ordine sia sociale sia economico, nonché di perdita sostanziale di democrazia. Esiste poi l’importanza della costruzione di una Europa politica. La recente crisi ne ha evidenziato la necessità ma anche i ritardi. Solo ora ci si accorge della pretesa liberista di affidare ai mercati i processi di riequilibrio tra le varie regioni, della debolezza nei confronti dei crescenti poteri finanziari. La creazione di una moneta unica senza il sostegno di forti coordinamenti politici ed economici rischia seriamente di rendere precario il modello europeo, fino alla impossibilità di reggere di fronte alle crescenti turbolenza finanziarie. Anche il PSE non può essere escluso da questa analisi critica di grave insufficienza. Tuttavia solo intervenendo agli opportuni livelli e con la necessaria chiarezza di propositi si può fare del movimento socialista a livello europeo un necessario attore positivo di crescita democratica degli equilibri internazionali, di progressiva eliminazione delle discriminazioni, dei focolai di guerra, delle ricorrenti e inaccettabili lotte razziali e fratricide, delle ingiustizie e prevaricazioni  politiche, sociali e culturali.

 

8 – Raccogliere e orientare in termini generali l’impegno di tanti, elaborare e avanzare risposte, ascoltare e partecipare ai processi, alle analisi, significa porre le condizioni per una cambiamento della qualità civile del nostro convivere nella direzione finalmente di una società socialista.

Noi siamo convinti che un mondo migliore non solo è possibile ma è anche alla portata delle nostre capacità se sapremo unirci e collaborare. La Lega non intende essere l’ennesima espressione partitica, non perchè si ritiene inessenziale assumere responsabilità di Governo, ma perché queste devono essere precedute da una ricostruzione dei rapporti, degli ideali, dei valori e dei comportamenti. Un nuova partito nascerà dalla costruzione di una rinnovata base culturale, da una nuova volontà di assolvere ad una scelta collettiva, dalla partecipazione alla costruzione di un Progetto e di un Programma senza i quali si ricreerebbero le logiche che intendiamo superare. Riteniamo che ci siano forze nei Partiti della sinistra – ad incominciare da SEL e dalle posizioni di Vendola – con le quali, nelle rispettive autonomie organizzative, intendiamo collaborare e con le quali verificare il comune intento del rinnovamento della politica, degli schieramenti, dello sviluppo di una società socialista. L’iniziativa di Vendola ha raccolto il consenso di molti compagni socialisti, anche aderenti alla Lega, in quanto si è posta lungo una linea di superamento di residui di ordine settario ancora presenti anche in SEL, nonché di aggiornamento culturale e dei comportamenti coerenti con i valori e con la tradizione socialista, mentre altri partiti esenziali nello schieramento di centro sinistra devono ancora superare le ambiguità originarie. La Lega dei Socialisti intende contribuire a questi sviluppi, intende sostenere tutte quelle espressioni di rinascita della sinistra nel nostro Paese con la necessaria memoria della storia del movimento socialista, intende arricchire questo processo aggiornando il costante riferimento ai valori e ai principi di quel movimento.

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo di Carlo Felici

La Lega dei Socialisti nasce dunque come associazione politica trasversale a tutta la sinistra italiana con lo scopo di rilanciare ed espandere, anche con una ramificata rete territoriale da costruire in maniera capillare, i contenuti avanzati del Socialismo in Italia, lo stesso che, ovunque nel mondo, dal Sudamerica all’Europa è sinonimo dello stesso concetto di sinistra e che riesce ancora validamente ad arginare la deriva neoliberista tuttora in atto. Essa si riconosce pienamente nei principi del PSE e nei suoi orientamenti programmatici, mettendo conseguentemente in primo piano due punti essenziali, che risaltano già da un famoso discorso del Presidente Pertini,

Libertà e Giustizia Sociale

Il Socialismo che noi affermiamo infatti non può che essere espressione dell’affermazione della libertà e dei diritti umani, in ogni settore della vita civile e politica, senza ambiguità e secondo quel principio che fu mirabilmente espresso dallo stesso Rosselli: “"La parola liberalismo ha servito purtroppo a contrabbandare merci di così varia specie e natura, e fu a tal punto per il passato, che mal si piega oggi il socialista ad impiegarla. Ma qui non è che si vuole proporre una nuova terminologia di partito. Si vuole solo ricondurre il moto socialista ai suoi principi primi. Si vuol solo dimostrare come il Socialismo, in ultima analisi, sia filosofia di libertà"

Giustizia Sociale perché sappiamo che il lavoro non può essere, nella nostra prospettiva, che una “variabile indipendente”, perché “oggi l’occupazione, il salario, tutto viene giudicato e organizzato in funzione della compatibilità con alcuni elementi: la bilancia dei pagamenti, la moneta, il profitto. Bisogna invertire i criteri: fare della piena occupazione la variabile indipendente, saranno le altre variabili a doversi rendere compatibili con la piena occupazione, affrontando un processo di trasformazione certamente costoso” (Lombardi)

Sappiamo infatti che non ci può essere alcuna libertà senza un lavoro dignitoso e senza condizioni contrattuali pienamente coerenti con i nostri principi costituzionali, né lavoro senza libertà di iniziativa e libera contrattualità tra parti sociali.

Coerentemente con ciò, il nostro motto fondativo è

LIBERTA’ E LAVORO.

 
 
 
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