NULLA DI TUTTO CIO'

un pò di tutto e un pò di nulla, un pò per gioco e un pò sul serio

 

MOBY DICK

 

COMING BACK TO LIFE

 

I MIEI BLOG AMICI

TAG

 

TIME

 
 

VA OÙ LE VENT TE MÈNE

 

NOI

 

SANTANA LIVE AT WOODSTOCK 1969.

 

SANTANA - PUT YOUR LIGHTS ON [THEWRAITH]

 

AMICI MIEI II - IL VEDOVO

 

TOTO'

 

 

« 6° parte - A scuolaTutta la mia vita - di ... »

Capitolo 7 - L'amazzone

Post n°15 pubblicato il 20 Luglio 2009 da Biscottu_che_Mennuli
 

I giorni passavano e tra il lavoro e la scuola,  ero sempre molto impegnato.  il lavoro era sempre uguale, solita folla dei dipendenti durante la pausa pranzo e la sera, dalle diciotto a mezzanotte, pienone di gente che passavano ore e ore a mangiare, bere cappuccini e sambuca e chiaccherare.

A scuola invece mi distraevo e facevo amicizia. L'insegnante era una ragazza giovane, sui 25 anni, con la quale,  durante la pausa delle lezioni, parlavo in inglese dato che mi era più famigliare del tedesco. Era piacevole ndare a scuola anche perchè in effetti, era l'uinica distrazione che avevo dato che lavoravo in media dodici ore al giorno.

Ben presto arrivò il mese di Aprile (1989) e le giornate semravano un pò più lunghe e meno fredde, ma di poco. Ero in Germania da cinque mesi e in effetti cominciavo a sentire un pò la mancanza dei miei amici, della mia famiglia. La Domenica ero libero ma oramai ero stufo di girare per Francoforte. Avevo visto tutto in centro e in avevo bisogno di amicizie, di parlare con qualcuno.

Ogni tanto ricevevo delle lettere dei miei amici e dei compagni di scuola. Il rapporto con Giovanni, il proprietario era cordiale, ma cominciavo a sentirmi prigioniero in quel posto.  Comunque cercavo di non pensarci e di tirare avanti.

In quei giorni Michele e Sdejena, il cuoco e la cameriera del ristorante del figlio di Giovanni di Konogstein furono trasferiti nel ristorante di Giovanni.  Non fui più solo a servire ai tavoli. Sdejena, la fidanzata Yugoslava di Michele mi affiancava. Era brava e parlava bene l'italiano. Ci facevamo compagnia e lavoravamo bene insieme.

I giorni passavano ed una sera che c'era poco lavoro, chiesi a Giovanni se potevo assentarmi per fare due passi. Avevo voglia di camminare.  Dopo circa una ora rientrai e ripresi servizio. Notai una cliente che già avevo visto un paio di volte con la quale avevo un minimo di confidenza.  Era sulla quarantina, snella, mora, con i capelli legati.  Una lunga coda di cavallo. Quella sera era vestita tutta di nero, con pantalone aderente che risaltava le sue curve. Era una tipa che sapeva in fatto suo. Molto carina e dotata di sex appeal. La prima volta che la conobbi, Giovanni mi disse che la conoceva bene e sapeva che ogni tanto, con le persone giuste, poteva anche accettare di prostituirsi, tant'è che mi disse che voleva parlarle per me! Provai un forte imbarazzo e gli dissi apertamente di non provarci assolutamente!

In verità era davvero una bella donna e vestita in quel modo non passava certo inossevata. Sembrava una guerriera amazzone .Comunque, riprendendo i discorso, lei era seduta sola ad un tavolo e quando mi vide mi salutò con un sorriso davvero particolare, tanto che vi venne un colpo pensando che magari Giovanni, in mia assenza, avesse avuto l'occasione di parlarle per quel suo progetto...

Ad un tavolo distante,  sedeva un cliente, anche lui sulla quarantina, capelli un poco brizzolati, lunghi e dall'aspetto signorile. Beveva una tazza di tè. Dopo un pò, mi chiamò. Mi chiese se parlassi inglese ed io risposi che un pò lo parlavo, così mi chiese di dare un bigliettino che teneva in mano alla "amazzone", la nostra affezionata cliente.

Senza battere ciglio presi il bigliettino e lo consegnai alla donna,  dicendole che era da parte del signore seduto in fondo. Lei lo lesse e girandosi verso l'uomo, le fece cenno di avvicinarsi. L'uomo non se lo fece ripetere, si alzò e con la sua tazza di tè di sedette al tavolo di lei.  Cominciarono a dialogare in inglese.

Passò una mazz'ora e i due erano già in confidenza. Parlavano, ridevano,  all'mprovviso lui ordinò una bottiglia di champagne.  Il titolare ne prese una delle più care  e me la diede. Presi due bicchieri e versai lo chamagne agli ospiti.  Il tempo passava, i due bevevano e parlavano. La prima bottiglia finì presto.  

Ne ordinarono un'altra e nel frattempo ordinarono la cena.  Per farla breve, arrivarono a mezzanotte avendo ordinato ben sette bottiglie di champagne che oramai veniva offerto a tutti i clienti, sopratutto a due ragazze che in un tavolo vicino, scambiavano anche loro quattro chiacchere con l'inglese e l' "amazzone".

L'inglese era a questo punto praticamente ubriaco.  Aveva bevuto molto e anche io alla fine bevvi un paio di bicchieri di champagne da lui ordinato.  L' "amazzone" invece era sobria, praticamente era come se non avesse bevuto nulla. In effetti mi accorsi che tutto lo champagne ordinato, era stato bevuto oltre che dall'inglese, dagli altri clienti, dalle due ragazze al tavolo vicino, da me, Sdejena, ma pochissimo dall' "amazzone".

Venne in momento di pagare.  La donna parlò brevemente con Giovanni e seguita dalle due ragazze del tavolo accanto, si diressero tutte in bagno.  Nel frattempo Giovanni presentò il conto all'inglese, che in un istante diventò pallidissimo.

Infatti il conto era  di ben 900 marchi. L'inglese provò a protestare, ma i conti erano esatti. Ogni bottiglia era stata pagata quasi 100 marchi (70.000 lire dell'epoca), più la cena.

Dopo qualche discussione e minacce da parte di Giovanni, di chiamare la polizia, questo pagò. Nel frattempo mi chiese dove fossero le ragazze.  Infatti, dal momento che andaroo in bagno, non si videro più.   Erano uscite dalla porta sul retro e l'inglese non intendeva alzarsi dal tavolo senza la sua "conquista".  Poverino dopo quella batosta, voleva almeno concludere la serata positivamente.

Giovanni lo costrinze ad andar via e questi, gridando, si piazzò fuori dal locale, ubriaco. Urlava e chiamava l'"amazzone" e le altre due ragazze. Si fecero le due di notte. Noi chiudemmo il locale e finalmente l'inglese bestemmiando si allontanò barcollando e reggendosi ai lampioni della luce.

L'indomani l'amazzone venne al locale e appartandosi con Giovanni, si prese la sua parte, ben 300 marchi per quello scherzetto fatto all'inglese.  Uscendo dalla stanza, si avvicinò e mi diede un bacio nella guancia salutandomi tutta sorridente, felice e facendomi l'occhiolino. Un brivido mi percorse la schiena.  Giovanni le aveva parlato e infatti dalla porta lo guardai incavolato e lui con un gesto come per dire "che ci vuoi fare" , mi sorrise beffardo.

Ad ogni modo, non la rividi mai più! 

fine capitolo

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: Biscottu_che_Mennuli
Data di creazione: 30/04/2008
 

HIGH HOPES

 

SAMARCANDA

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

copertina0biscotto_che_mennuliLa_Valle_dellecosupy111space_clubjacopo.minucciwoodochilecuoremio65ducatidgl9herald.onesirgiovannimreddi2010pietrogigli1982colvittmattedgl7
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

SCHOOL

 

CRAZY

 

TUCO E SUO FRATELLO

 

ONE OF THESE DAYS - PINK FLOYD - LIVE AT POMPEI

 

E POI...

 

I COMICI PIÙ BRAVI DEL MONDO

 

NOI - SECONDA PARTE

 

LA MIA PREFERITA

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963