Le dita di Dio

Oh, Pier Giorgio, sei diventato bigotto? No! Sono rimasto cristiano!


 
« Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere ma vivacchiare... »(Pier Giorgio Frassati)Nasce nel 1901 a Torino da una famiglia ricca borghese. Quando, fanciullo, apprese i primi racconti del Vangelo, Pier Giorgio ne restò colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo. Dopo l'infanzia venne istruito con la sorella privatamente, e successivamente fu avviato alle scuole statali, ma Pier Giorgio in questi primi studi non mostrava molta attenzione, tanto che un anno fu bocciato. Vista la non brillante carriera scolastica, la famiglia lo affidò al salesiano don Cojazzi che oltre ad insegnargli la letteratura lo accosterà alla spiritualità cristiana.I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, di estrazione alto-borghese. Il padre Alfredo era proprietario del quotidiano «La Stampa», ma Pier Giorgio, che non voleva i soldi di suo padre, aveva dichiarato pubblicamente che la sua eredità l'avrebbe divisa tutta con i poveri. Per essi aveva intrapreso gli studi molto difficili di ingegneria per diventare ingegnere minerario e così potersi dedicare al servizio di Cristo fra i minatori, tra i più derelitti degli operai. Avrebbe potuto allietare la sua giovinezza con ricevimenti e feste da ballo, ma preferiva essere il "facchino" dei poveri, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati... e come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitare le famiglie più bisognose per portarvi conforto e aiuto materiale. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all'Università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi, vincendo con la carità l'umana ripugnanza che si accompagnava al tanfo nauseante di certi tuguri.Dinamico, volitivo, pieno di vita, Pier Giorgio amava i fiori e la poesia, le scalate in montagna. Spesso raggiungeva a piedi il Santuario della Madonna di Oropa, il grande tempio mariano del Piemonte. Arrivato al Santuario, dopo un'ora di marcia e completamente digiuno, era solito assistere alla Santa Messa, poi faceva la Comunione, quindi si raccoglieva in preghiera nel transetto di destra, davanti all'immagine della Vergine Bruna. Nel ritorno verso casa recitava il Rosario lungo la via, ad alta voce, cantando le Litanie. Pier Giorgio amava anche comporre dei rosari con i semi di una pianta di Pollone, che poi regalava agli amici. Era questo un modo per ricordare loro l'impegno della preghiera e la devozione verso la Vergine, che per lui era irrinunciabile.Il 28 maggio 1922, nella chiesa torinese di San Domenico, ricevette l'abito di terziario domenicano: Pier Giorgio, da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada. "Il mio testamento - diceva, mostrando la corona del Rosario - lo porto sempre in tasca". Il 30 giugno 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri, emicrania e inappetenza: non è una banale influenza, ma una poliomielite fulminante che lo stronca in soli quattro giorni, il 4 luglio, tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni. Sulla sua scrivania, accanto ai testi universitari, erano aperti l'Ufficio della Madonna e la vita di Santa Caterina da Siena. Nasceva alla vita del Cielo di sabato, giorno mariano, così come anche di sabato, il Sabato Santo di ventiquattro anni prima, era venuto al mondo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990. LA COMPAGNIA DEI TIPI LOSCHILa Compagnia dei “Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati” nasce nel 1993.Marco Sermarini e la sua futura moglie Federica, il 17 di ottobre di quell’anno invitarono gli amici a passare un pomeriggio insieme a Casa San Francesco di Paola, a Grottammare (AP). Si presentarono oltre quaranta persone di diverse età.Giocammo al gioco del fazzoletto finchè ci fu luce e fiato. E così fu che il sabato pomeriggio divenne da allora giorno di appuntamento per incontrarci, per ascoltare insieme la riunione, giocare e andare infine alla messa. Da quel 17 ottobre tanti altri giovani si aggiunsero a quel gruppo di amici. Il Vescovo diocesano di allora, Mons. Giuseppe Chiaretti, ci permise di restare a Casa San Francesco esortandoci anche a andare avanti, intravedendo probabilmente in questa novità, qualcosa di buono e non casuale.I più grandi del gruppetto -che non aveva ancora un nome- avevano “conosciuto” il beato Pier Giorgio Frassati e lo avevano preso come riferimento; così lo cominciarono a far conoscere a tutti quelli che venivano il sabato a “San Francesco”.Il primo novembre successivo lo stesso Mons. Giuseppe Chiaretti, durante la Santa Messa, disse che in diocesi era nato un nuovo movimento che si chiamava “Compa-gnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati”, dandoci così un nome proprio, confermando la sua fiducia e incitandoci a proseguire. Da allora il 1 novembre, Solennità di Tutti i Santi, è per i Tipi Loschi anche la festa della Fondazione della Compagnia che festeggiamo solitamente recandoci a Loreto per ringraziare Dio, la Madonna e tutti i Santi del dono che abbiamo ricevuto.La Compagnia è oggi una realtà cresciuta fuori da ogni nostra realistica aspettativa. E’ divenuta una presenza fra i giovani, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Alcuni poi hanno dato vita a un’Associazione di volontariato (Associazione Papa Giovanni Paolo II onlus), a due Cooperative (Cooperativa Capitani Coraggiosi a r.l. e la Hobbit soc. coop. sociale), ultimamente è nata una scuola libera intitolata a “G.K. Chesterton”... E ancora: un coro musicale, una compagnia teatrale dal nome simpatico (come era simpatico il nostro patrono) “Pochi ma buoni come i maccheroni” (proprio così, era questo un modo di dire di Pier Giorgio)... Un’altra frase di Pier Giorgio ha ispirato il titolo del mensile che la Compagnia pubblica da oltre quindici anni: “Vivere e non vivacchiare”. Con Pier Giorgio nel cuore vogliamo attuare un’amicizia fondata radicalmente in Gesù Cristo, attraverso la quale dare un giudizio alle vicende della vita, aiutarci nelle circostanze quotidiane, un’amicizia che non rimanga chiusa in se stessa, ma che generi opere e si allarghi a tutte le persone che si incontrano, prendendole a cuore e aiutandole nelle necessità quotidiane. Vogliamo vivere dunque una fede che c’entra con la vita. L’incontro con Pier Giorgio ci ha dato infatti la conferma che la santità non è un limite per un uomo, nè un “mestiere” di pochi, ma una completezza e un coronamento della nostra personalità e soprattutto è la vocazione a cui tutti siamo chiamati. La Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati è stata riconosciuta canonicamente con decreto del 31.01.2004 di mons. Gervasio Gestori, Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, e con analogo decreto è stata eretta come associazione privata di fedeli di diritto diocesano con personalità giuridica il cui statuto, approvato per cinque anni ad experimentum, è stato confermato in via definitiva il 31.01.2009.