Le Mie Emozioni...

PER RICORDARE E NON DIMENTICARE.......


       
.... La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.(Giovanni Falcone, in un'intervista a Raitre)
 23 maggio 1992 , ventun'anni fa.... una strage ....ricordata come  la strage di Capaci.... immagini atroci mediante i mass media arrivano a colpirci.....un pezzo di autostrada distrutta e con essa saltati in aria vite umane.... il giudice Falcone, la moglie Francesca e la sua scorta ....
il giudice Giovanni Falcone , sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. .....un attentato perfettamente riuscito .... fotogrammi che ancora restano ben saldi nelle nostre menti..... Stava tornando, come era solito farenei fine settimana, da Roma. Il jet di servizio partito dall'aeroporto di Ciampinointorno alle 16:45 arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di 53 minuti.Lo attendono tre Fiat Croma blindate,con un gruppo di scortasotto il comando dell'allora capo della squadra mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera.Appena sceso dall'aereo, Falcone si sistema alla guida della Croma bianca e accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo,mentre l'autista giudiziario Giuseppe Costanza va a occupare il sedile posteriore. Nella Croma marrone c'è alla guida Vito Schifani con accanto l'agente sceltoAntonio Montinaro e sul retro Rocco Dicillo,mentre nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo,Gaspare Cervello e Angelo Corbo.Al gruppo è in testa la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone e in coda la Croma azzurra.Alcune telefonate avvisano della partenza i sicari che hanno sistemato l'esplosivo per la strage......una carica di cinque quintali di tritoloposizionata in una galleria scavata sotto la sede stradalenei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmineviene azionata per telecomando da Giovanni Brusca,il sicario incaricato da Totò Riina.Pochissimi istanti prima della detonazione,Falcone si era accorto che le chiavi di casa erano nel mazzo assieme alle chiavi della macchina e le aveva tolte dal cruscotto,provocando un rallentamento improvviso del mezzo.Brusca, rimasto spiazzato, preme il pulsante in anticipo,sicché l'esplosione investe in pieno solo la Croma marrone,prima auto del gruppo,scaraventandone i resti oltre la carreggiata opposta di marcia e su fino a una zona pianeggiante alberata;i tre agenti di scorta muoiono sul colpo.La seconda auto, la Croma bianca guidata dal giudice,avendo rallentato, si schianta invece contro il muro di cementoe detriti improvvisamente innalzatosi per via dello scoppio.Falcone e la moglie, che non indossano le cinture di sicurezza,vengono proiettati violentemente contro il parabrezza.Falcone, che riporta ferite solo in apparenza non gravi,muore dopo il trasporto in ospedale a causa di varie emorragie interne.Rimangono feriti gli agenti della terza auto, la Croma azzurra, che infine resiste e si salvano miracolosamenteanche un'altra ventina di persone che al momento dell'attentatosi trovano a transitare con le proprie autovetture sul luogo dell'eccidio.   Giovanni Falcone era nato a Palermo il 18 maggio 1939, è stato un magistrato molto attivo nella lotta contro la mafia ed è considerato un eroe insieme all'amico e collega Paolo Borsellino, che fu ucciso il 19 luglio 1992.
"Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere"(Giovanni Falcone - "Cose di Cosa Nostra", 1991) 
Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.(Giovanni Falcone)
 Gli ostacoli sono fatti per essere superati.- J. Williard Marriot
 "Per essere credibili in questo Paese bisogna essere ammazzati" (Giovanni Falcone intervistato nella trasmissione "Babele", di Corrado Augias, trasmessa il 12 gennaio 1992 su RaiTre)  L'intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera.
La vita, mia cara,è un palcoscenico dove si gioca a fare sul serio.Luigi Pirandello
"Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto.Contano le azioni, non le parole.Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili"(Giovanni Falcone)