Le Mie Emozioni...

il silenzioso ricordo


Ricorda seppure in silenzio ricorda  non fermare memoria non solcare le strade dell'odio incidendo con passi muti la tua via lascia orme camminando pian piano va, continua ad andare: vivere è dar voce pur nel silenzio di te, ricorda l'indifferenza è l'inchiostro del male Dd. 
Elena Loewenthal, Se potessi darei voce al silenziowww.stpauls.it Parlare del silenzio può essere un paradosso, ma anche una necessità,  una via a senso unico.  In ebraico esiste più d’una parola per indicare il silenzio:  esiste, a ben guardare, o forse ad ascoltare,  quel silenzio che è pace, e quell’altro che è come un macigno irremovibile, dall’insopportabile peso.  In ebraico a volte si dice persino che il silenzio ha una sua voce, per quanto sottile e impalpabile.  L’ha udita Elia sul monte, quella voce del silenzio.  «Epifania / Oggi Dio / mi appariva così:/ qualcuno alle mie spalle / i miei occhi schermava con le mani: / indovina, chi sono?» (Yehuda Amichai). Se sapessi poetare, chiederei di dare voce al silenzio.Non a quel silenzio che sa di quiete, di appagamento e completezza. No, all’altro.A quel silenzio che in ebraico è già nel suono una parola grave, con un’eco sorda che si trascina oltre la chiusura dell’accento. Poetare dopo Auschwitz nonpuò che significare questo: esprimere o anche solo suggerire, indicare il silenziodelle milioni di voci sterminate, annientate.
*Ancora oggi memoria ricordo mai più cancellatoi nostri morti il nostro Olocausto dei tempi modernie c'è chi si gira dall'altra parte ancora responsabile degli assassinidi quei corpi naufragati nell'azzurro infinitocorresponsabile come fu delle leggi razziali Dd.
 Dovrei, forse, provare rabbia.Provo, invece, vergogna.La vergogna di essere uomo.PRIMO LEVI