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Post n°420 pubblicato il 28 Maggio 2008 da settewalter
Complicarsi la vita C’è sempre una prima volta. E l’Inter, proprio in queste ore, ce ne ha regalata una formidabile. Il titolo potrebbe essere: l'arte di complicarsi la vita. Succede questo: dopo aver portato a casa il terzo scudetto di fila, qualunque società di calcio avrebbe coccolato a vista l'allenatore protagonista dell’impresa. Qualunque società, meno una: l’Inter, appunto. Tutto si può dire di Roberto Mancini tranne che non sia un vincente. Lo è stato da calciatore (tra i più giovani debutti in serie A, a 16 anni), ha continuato a esserlo dalla panchina. Ha trionfato a Genova (sponda doriana), a Roma (sponda laziale), persino a Firenze dove, pur in una breve apparizione, ha conquistato una coppa Italia. E poi c’è l'Inter, ma qui siamo in un caso a parte. Il Mancio viene, vede e vince: due scudetti (più uno a tavolino), due coppe Italia, due supercoppe di Lega. Soprattutto, porta la cultura del successo in un ambiente imbattibile nello sciuparlo. E’ vero: in Europa le cose non sono andate benissimo. E’ vero: la sparata dopo l'eliminazione dalla Champions da parte del Liverpool (me ne vado, pianto tutti), per quanto mitigata la sera stessa, ha lasciato un’ombra nei rapporti col presidente Moratti e con una parte della squadra, che si è sentita scaricata dal proprio tecnico in un momento tanto delicato. Vero, infine, che tra le tante qualità di Mancini, la simpatia non sia tra quelle di maggior spicco. Però, però, però. Ha senso rischiare il molto di buono che si è accumulato in casa Inter in questi ultimi anni, giubilando il tecnico che l'ha permesso, oltretutto dopo un digiuno di quasi mezzo secolo? Ha senso affidare la guida tecnica a un altro genio scorbutico come Mourinho, che in Europa (a parte l'avventura col Porto) ha stentato tanto quanto col Chelsea, ma che costa come se di Champions ne avesse prese per le orecchie una decina? Se avesse contato qualcosa la logica, la conclusione di questa storia sarebbe stata una sola: Mancini all'Inter e, sotto la sua regia, via alle grandi manovre della campagna acquisti del Centenario. Ma siccome non sempre la logica ha la meglio, ci toccherà vedere un Mancini ricco come Creso (va liquidato, tra l'altro, il suo pingue contratto...) e felicemente a spasso, in attesa di un posto dove ricominciare a fare la cosa che gli riesce meglio, cioè vincere. E contemporaneamente sarà obbligo studiare le prime mosse dell’astuto Mourinho, nuovo e 12° allenatore dell’era Moratti: più o meno, uno in media a stagione, senza contare i ritorni di Hodgson e Castellini. |
Post n°419 pubblicato il 28 Maggio 2008 da settewalter
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Post n°418 pubblicato il 24 Maggio 2008 da dancala
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Post n°417 pubblicato il 19 Maggio 2008 da settewalter
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Post n°416 pubblicato il 18 Maggio 2008 da dancala
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Post n°415 pubblicato il 18 Maggio 2008 da dancala
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Post n°414 pubblicato il 18 Maggio 2008 da settewalter
Ibra torna e decide Scudetto all'Inter! Una doppietta dello svedese, entrato nella ripresa, risolve la sfida di Parma: i nerazzurri vincono 2-0 e conquistano il loro 16° titolo, emiliani in B ![]() La festa dei nerazzurri dopo l'1-0 di Ibrahimovic. Afp PARMA, 18 maggio 2008 - L’Inter è campione d’Italia. Per la sedicesima volta. Vince 2-0 a Parma, con la firma più nobile, quella del rientrante Ibrahimovic, autore di una favolosa doppietta. Lui che non segnava su azione dalla gara d’andata con il Parma. Lui che era accusato di sparire, con una delle sue magie, nelle gare che contavano. Stavolta niente pazza Inter, solo Inter pazza di gioia. Come i suoi tanti tifosi presenti al Tardini, nonostante l’Osservatorio e la pioggia. E’ uno scudetto con tanti padri, da Moratti a Mancini, da Ibra a Zanetti, ma di sicuro figlio della sofferenza. Tantissima. Probabilmente troppa, per tutte le occasioni mancate, ma in fondo conta vincere, e magari, a conti fatti, può essere persino più bello così. Ma la Roma è stata per 55 degli ultimi 90’ campione d’Italia, costringendo un’Inter bella addormentata (e onestamente neanche bella, a prescindere dai confronti con quella splendida del girone d’andata) a tirar fuori perlomeno le unghie nella r ipresa. Giocata bene, al di là del gol. Certo non non con l’autorevolezza della grande squadra, ma con un cuore grande così. Il Parma retrocede nel pomeriggio in cui lo ha meritato di meno, giocandosela alla pari nel primo tempo, e costringendo l’Inter alle corde sullo 0-1. Ma contro un super Ibrahimovic la peggior difesa del campionato (62 gol subìti) non ha potuto nulla. PARMA PIMPANTE - Nel primo tempo più Parma che Inter. La gara è bruttina, inevitabilmente nervosa. Condizionata dall’importanza del risultato. E dal campo scivoloso. E’ difficile scambiare palla a terra. La gara è equilibrata. Gli emiliani si fanno però preferire perchè sono più pimpanti, più vivi, probabilmente più tonici fisicamente. Morrone svetta a centrocampo, di testa e di piede. Le occasioni latitano. L’emozione più grande, enorme, la regala il boato del Tardini, all’8’: a Catania ha segnato Vucinic. Stadio in delirio, battito ritmato di mani: il Parma con una vittoria sarebbe salvo. Ma sopratutto, in ottica campionato, in questo momento la Roma sarebbe campione d’italia. Di occasioni importanti una per parte. Al 12’ Morrone su angolo da sinistra di Cigarini colpisce di destro a centroarea, Julio Cesar provvidenziale, di piede salva in angolo. Bel cross di Balotelli, Cruz sfiora sottomisura, Pavarini in tuffo salva la porta. Al fischio dell’intervallo di Rocchi scrosci ano gli appluasi del pubblico di casa, che in questo momento sarebbero comunque retrocessi, ma sono evidentemente soddisfatti della prestazione della propria squadra. I tanti supporters nerazzurri sugli spalti sono invece abbacchiati e preoccupati: alla fine del primo tempo lo scudetto sarebbe della Roma. Riprendono coraggio durante l’intervallo: si scalda Ibrahimovic. Dallo svedese si aspettano la scintilla mancata in un primo tempo grigio come il cielo di Parma. L’Inter ha mostrato poche idee e pochissimo gioco. IBRA DA IMPAZZIRE - Al 6’ della ripresa l’ampio spicchio di stadio nerazzurro impazzisce: entra Ibra. Per un deludente Cesar. Lo svedese ci prova subito, destro a lato. Il copione è cambiato: l’Inter ora, finalmente, attacca forte. Il Parma riparte in contropiede. Adesso c’è grande atmosfera. Il pubblico suona la carica, da entrambe le parti. Arriva notizia del raddoppio dell’Empoli. I rovesciamenti di campo si sprecano. E arriva il gol scudetto di Ibrahimovic. Gasbarroni perde palla, l’Inter riparte e lo svedese da fuori area trova l’1-0. Nerazzurri momentaneamente campioni d’Italia. Balotelli sfiora il raddoppio. Poi a Ibrahimovic ad andare vicino al 2-0, di testa. Il Parma ora è sbilanciato tutto in avanti, carica a testa bassa, generoso, ma inevitabilmente confusionario. E lascia praterie in contropiede. L’Inter spreca un po’, stavolta non troppo. Cross di Maicon, ancora Ibra gol. Al 40’ la Roma si arrende: segna l’1-1 il Catania, che conquista la salvezza. Al Tardini c’è ancora tempo per i cori nerazzurri: "Ibra-Ibra" e "vinceremo il tricolor". Poi arriva il fischio finale di Rocchi: e diventa cosa fatta. |
Post n°413 pubblicato il 18 Maggio 2008 da marvis23
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Post n°412 pubblicato il 18 Maggio 2008 da dancala
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Post n°411 pubblicato il 15 Maggio 2008 da dancala
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