LIBERATE MARIA

Il dibattito sulla legalizzazione della marijuana continua


Parliamo di legalizzazione, tema molto attuale e che potrebbe cambiare la società.In questi giorni non si fa altro che parlare di legalizzazione delle droghe leggere, quali la marijuana e l'hashish: siamo stati spettatori infatti di una legalizzazione a catena negli Stati Uniti, paese che ha sempre dettato legge in fatto di costumi e società direzionando il mondo intero verso una discutibile modernità.In Italia, unico paese europeo ad avere una normativa del genere in fatto di droghe, vige una legge del 2005 inserita a tradimento nel decreto dei finanziamenti per le Olimpiadi invernali del 2005 e convertita nel 2006 per mano di Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi in legge.Questa Fini-Giovanardi ha imposto delle penali anche per i consumatori e va ad abolire la precedente distinzione tra droghe pesanti (quali eroina, cocaina ecc.) e droghe leggere quali la marijuana alzando, e di molto, le sanzioni per chi la vendeva comprava o coltivava. Questa legge ha creato un grave pasticcio burocratico ed una calpestata generale ai diritti di tutti. Si sono create situazioni in cui era impossibile per il giudice non riconoscere che chi era stato trovato in possesso di anche non esigue quantità di stupefacente ma all'interno della sua abitazione per esempio, stava esercitando un diritto e non commettendo reato penale. I precedenti sono molti basta documentarsi.Nel 1993 è stato indetto dai Radicali di Pannella, un referendum popolare in cui si chiedeva alla popolazione di votare riguardo la volontà di non criminalizzare l'uso e l'abuso di stupefacenti, ma di tutelare questa minoranza, votazione in cui il 55,4% dei votanti si espresse a favore. Questa votazione ha sancito il diritto che ha, o dovrebbe avere in base alla legge, una persona di consumare sostanze stupefacenti, e rende di fatto la Fini-Giovanardi una legge illegale.                                    I dati di censimento europei dicono chiaramente che il 32% della popolazione in Italia ha fatto uso almeno una volta di cannabis, e considerando solo la popolazione maschile dai 15 ai 64 anni ben il 36,6 % si dichiara consumatore. Questi dati sono facilmente consultabili su wikipedia. Si può criminalizzare il 32% della popolazione? Vorrei ricordare a questo proposito il senso della parola Stato inteso come gruppo di cittadini eletti che si autogovernano, non certo che si auto penalizzano.La cannabis inoltre è un potente antispastico e può essere l'unica valida medicina in talune circostanze come nel caso della distrofia muscolare. Chi è affetto da questo male infatti trova sollievo solo dopo la somministrazione di cannabis. Ma sono in corso studi anche su sclerosi multipla e malattie autoimmuni, tutti studi di cui il governo italiano non ha mai tenuto conto.Vorrei ricordare inoltre che prima che il governo americano annunciasse il Marijuana Tax Act (1937) questa pianta non era considerata una droga, ma anzi una risorsa immensa, essa era usata infatti come carburante, fibra, e medicina. Il suo ostacolamento e il successivo proibizionismo fu dovuto anche ad una forte pressione delle multinazionali del petrolio e della cellulosa. E in Italia eravamo tra i primi produttori mondiali di questa pianta.  Fonte: news.supermoney.eu