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Colorado: la nuova Mecca del turismo della marijuana

Post n°61 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da liberatemaria
 
Foto di liberatemaria

Secondo l'associazione di categoria MMIG, i negozi con licenza venderebbero complessivamente circa un milione di dollari di cannabis al giorno, la metà dei quali proverrebbero da persone che non sono originarie dello stato

Zack Ackel lavora in un negozio di merce usata e quest’anno ha scelto come meta per le sue vacanze invernali il Colorado. Quello che l’ha spinto ad andare in questo stato non sono state le piste da sci innevate, ma la marijuana. «La qualità è impressionante», ha detto il 21 enne. Il Colorado è il primo stato americano ad aver legalizzato la cannabis, ma ancora non è possibile quantificare quale effetto avrà questa rivoluzione sul turismo. Quello che è certo è che grazie a questo fatto sono state aperte numerose aziende e che lo stato accoglierà migliaia di persone con la passione per la marijuana, riporta il Wall Street Journal.

L’ESPLOSIONE DEL MERCATO DELLA MARIJUANA - Secondo l’associazione di categoria MMIG, i negozi con licenza venderebbero complessivamente circa un milione di dollari di marijuana al giorno, la metà dei quali proverrebbero da persone che non sono originarie del Colorado. Dall’inizio dell’anno lo stato ha incassato circa 2 milioni di dollari grazie alla tassa del 25% imposta sul prodotto. Adesso è ancora presto però per capire quale sarà il peso della cannabis nel settore turistico, e se la reputazione dello stato verrò rovinata o meno dal fatto che ora venga considerato come una sorta di Amsterdam americana. L’ufficio turistico del Colorado non vuole che le sue campagne pubblicitarie siano incentrate sulla marijuana.

LE AGENZIE TURISTICHE - Peter Johnson ha fondato la propria agenzia Colorado Green Tours con la quale si vuole rivolgere proprio a quei turisti che vanno in Colorado per l’erba offrendo pacchetti speciali che comprendono la degustazione di diverse qualità di marijuana e durante i quali vengono mostrati i diversi modi di consumare il prodotto. Addison Morris dell’agenzia Colorado Rocky Mountain High Tours invece ha detto che la quantità di richieste per i viaggi organizzati è quattro volte superiore rispetto a quanto si aspettasse. Justin Jones del negozio Dank Colorado, ha assunto sei dipendenti in più per soddisfare la domanda di marijuana nella sua filiale di Denver: «Siamo giunti in una nuova era nella quale è possibile comprare marijuana come se si trattasse di una bottiglia di vino».

I TURISTI - In molti luoghi tuttavia è proibito consumare marijuana e per chi non è residente in Colorado non è così semplice godersi uno spinello, visto che anche nella maggior parte delle stanze d’albergo è vietato fumare, così come all’areoporto e sulle piste da sci. Ciònonostante i turisti affrontano code chilometriche per comprare l’adorata cannabis (fino a 21 grammi), pensando più tardi come e dove consumarla. I negozi che rivendono marijuana non possono pubblicizzarsi al di fuori dello stato, quindi i clienti trovano su internet quello che può maggiormente esaudire i loro desideri. Sherry Hasty, un’infermiera 43 enne di Dallas è andata in Colorado per sciare, ma anche per farsi uan bella fumata: «Non ho più 18 anni e non ho più voglia di avere il pensiero di poter essere fermata dalla polizia con una busta di marijuana in macchina». Matt Sylestin invece è arrivato nello stato per fare un vero e proprio tour di degustazione: guardando attraverso le finestre poste all’interno del negozio che danno sulle piante coltivate ha detto «Lì dentro c’è un odore veramente buono».

 

Fonte: www.giornalettismo.com

 
 
 

Il dibattito sulla legalizzazione della marijuana continua

Post n°60 pubblicato il 21 Gennaio 2014 da liberatemaria
 
Foto di liberatemaria

Parliamo di legalizzazione, tema molto attuale e che potrebbe cambiare la società.

In questi giorni non si fa altro che parlare di legalizzazione delle droghe leggere, quali la marijuana e l'hashish: siamo stati spettatori infatti di una legalizzazione a catena negli Stati Uniti, paese che ha sempre dettato legge in fatto di costumi e società direzionando il mondo intero verso una discutibile modernità.

In Italia, unico paese europeo ad avere una normativa del genere in fatto di droghe, vige una legge del 2005 inserita a tradimento nel decreto dei finanziamenti per le Olimpiadi invernali del 2005 e convertita nel 2006 per mano di Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi in legge.

Questa Fini-Giovanardi ha imposto delle penali anche per i consumatori e va ad abolire la precedente distinzione tra droghe pesanti (quali eroina, cocaina ecc.) e droghe leggere quali la marijuana alzando, e di molto, le sanzioni per chi la vendeva comprava o coltivava. Questa legge ha creato un grave pasticcio burocratico ed una calpestata generale ai diritti di tutti. Si sono create situazioni in cui era impossibile per il giudice non riconoscere che chi era stato trovato in possesso di anche non esigue quantità di stupefacente ma all'interno della sua abitazione per esempio, stava esercitando un diritto e non commettendo reato penale. I precedenti sono molti basta documentarsi.

Nel 1993 è stato indetto dai Radicali di Pannella, un referendum popolare in cui si chiedeva alla popolazione di votare riguardo la volontà di non criminalizzare l'uso e l'abuso di stupefacenti, ma di tutelare questa minoranza, votazione in cui il 55,4% dei votanti si espresse a favore. Questa votazione ha sancito il diritto che ha, o dovrebbe avere in base alla legge, una persona di consumare sostanze stupefacenti, e rende di fatto la Fini-Giovanardi una legge illegale.                                    

I dati di censimento europei dicono chiaramente che il 32% della popolazione in Italia ha fatto uso almeno una volta di cannabis, e considerando solo la popolazione maschile dai 15 ai 64 anni ben il 36,6 % si dichiara consumatore. Questi dati sono facilmente consultabili su wikipedia. Si può criminalizzare il 32% della popolazione? Vorrei ricordare a questo proposito il senso della parola Stato inteso come gruppo di cittadini eletti che si autogovernano, non certo che si auto penalizzano.

La cannabis inoltre è un potente antispastico e può essere l'unica valida medicina in talune circostanze come nel caso della distrofia muscolare. Chi è affetto da questo male infatti trova sollievo solo dopo la somministrazione di cannabis. Ma sono in corso studi anche su sclerosi multipla e malattie autoimmuni, tutti studi di cui il governo italiano non ha mai tenuto conto.

Vorrei ricordare inoltre che prima che il governo americano annunciasse il Marijuana Tax Act (1937) questa pianta non era considerata una droga, ma anzi una risorsa immensa, essa era usata infatti come carburante, fibra, e medicina. Il suo ostacolamento e il successivo proibizionismo fu dovuto anche ad una forte pressione delle multinazionali del petrolio e della cellulosa. E in Italia eravamo tra i primi produttori mondiali di questa pianta. 

 

Fonte: news.supermoney.eu

 
 
 

Presentato un ddl per: “Legalizzare uso terapeutico della cannabis e facilitare accesso a farmaci derivati”

Post n°59 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da liberatemaria
 
Foto di liberatemaria

La liberalizzazione della cannabis a scopi terapeutici potrebbe essere presto, anche in Italia, non più argomento di dibattito, ma una realtà. Come preannunciato nei giorni scorsi, il senatore del Partito democratico Luigi Manconi ha depositato il disegno di legge che vorrebbe introdurre la possibilità dell’uso curativo della cannabis e maggiori aperture per l’accesso ai farmaci. Il provvedimento mira anche a ridurre i divieti per la coltivazione, estendendo il diritto ai pazienti.

“In Italia l’uso terapeutico della cannabis - ha sottolineato Manconi - è ancora un tabù mentre da anni la letteratura scientifica ha mostrato l’efficacia dei farmaci a base del principio attivo Thc per molte malattie. Questo disegno di legge vuole semplificare le procedure e facilitare l’offerta dei preparati a base di cannabinoidi per chi ne ha bisogno”.

Tabù che, a detta di Vidmer Scaioli dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, frenerebbero anche la ricerca clinica sulla materia, “totalmente assente in Italia”. “L’efficacia dei farmaci cannabinoidi – ha proseguito Manconi in conferenza stampa – è provata da dati clinici e sperimentali consolidati non solo per la sclerosi multipla, unica patologia per la quale è autorizzato al commercio un farmaco in Italia, ma anche in oncologia, nelle mielo-lesioni, nelle neuropatie dolorose, nell’artrite reumatoide e, si sta sperimentando, anche nel Parkinson, in particolare per il controllo della rigidità muscolare”. Nonostante “un anno fa l’allora ministro della Salute, Renato Balduzzi abbia inserito i medicinali a base di cannabis, (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture) tra le sostanze psicoattive autorizzate a fini medici non si è trattato che di un passo avanti ma totalmente insufficiente”.

Nel Ddl viene innanzitutto spiegato che il Ministro della salute può autorizzare enti, istituti universitari, laboratori pubblici e cittadini alla coltivazione di piante per scopi commerciali, scientifici, sperimentali, didattici o comunque terapeutici. Su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, vengono disciplinate le modalità di individuazione di aree idonee e le modalità di effettiva coltivazione di piante di cannabis indica, la cui produzione dovrà essere finalizzata esclusivamente a soddisfare il fabbisogno nazionale di preparati medicinali.

Infine, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge si precisa che il Ministro della salute dovrà istituire una commissione composta da medici italiani e stranieri con il compito di stilare un rapporto in cui vengono descritte le evidenze scientifiche acquisite e i possibili sviluppi della ricerca sugli utilizzi in campo medico o comunque terapeutico dei cannabinoidi naturali e sintetici. Il rapporto dovrà essere trasmesso entro sei mesi al Ministero della salute che provvederà alla sua pubblicazione.

 

Fonte: www.cannabisterapeutica.info

 
 
 

Obama: Marijuana? Meno dannosa dell'alcol e del tabacco

Post n°58 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da liberatemaria
 
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Per Barack Obama fumare marijuana, come ha ammesso di aver fatto quando era giovane, non è più pericoloso che il tabacco o bere alcol. Allo stesso tempo, il presidente americano, non considera una «panacea» la sua legalizzazione. Lo ha detto in un'intervista al New Yorker. 

«Come è stato ben documentato io ho fumato marijuana quando ero giovane, la considero un'abitudine sbagliata ed un vizio, ma non molto diverso dalle sigarette che ho fumato anche da grande. Ma non penso che sia più pericoloso dell'alcol», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, sottolineando che anzi ai suoi occhi la cannabis è meno pericolosa dell'alcol «in termini di impatto sulla vita dei consumatori individuali. È qualcosa che io non incoraggio (legalizzata per uso medico in 18 Stati e in Colorado e nello Stato di Washington anche per puro piacere, resta illegale ed assimilata alla cocaina e all'eroina a livello federale) e come ho detto alle mie figlie penso che sia una cattiva idea, una perdita di tempo e tutt'altro che sana».

Benchè non ne sostenga il consumo Obama, forte del sostegno popolare alla legalizzazione della droga, ritiene siano maturi i tempi per cambiare le leggi per chi ne fa uso: «Non dovremmo infliggere ai giovani o chi ne fa uso individualmente lunghe pene in prigione quando alcuni di quei tipi che hanno scritto quelle leggi hanno fatto probabilmente lo stesso». 

 

Fonte: www.unita.it

 
 
 

Cannabis per trattare il cancro

Post n°56 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da liberatemaria
 
Foto di liberatemaria

Il sistema endocannabinoide è costituito da una serie di lipidi bioattivi di produzione endogena che attivano i recettori dei cannabinoidi.
Anche se lo scopo primario degli endocannabinoidi è negli effetti neurologi e psichiatrici, recenti studi hanno rilevato molte importanti interazione tra il cancro e il sistema endocannabinoide.
Diversi tipo di cancro hanno avuto un miglioramento anormale dal sistema endocannabinoide che contribuisce al miglioramento del cancro e mette in relazione con i risultati clinici.
La modulazione del sistema endocannabinoide da parte di agenti farmacologici rileva che in vari tipo di cancro, può mediare gli effetti antiproliferativi e apoptotici sia per via di ricettori dipendendi da cannabinoidi, sia per via di ricettori indipendenti.
Selettivi agonisti ed antagonisti dei ricettori cannabinoidi, inibitori di idrosi endocannabinoidi e analoghi cannabinoidi sono stati utilizzati per sondare i meccanismi degli effetti del sistema degli endocannabinoidi su apoptosi delle cellule tumorali, proliferazione, migrazione, adesione e invalsione.
Gli effetti antiproliferatici e apoptotici prodotte da alcune di queste sonde farmacologiche rilevano che il sistema endocannabinoide è un promettente obbiettivo per lo sviluppo di nuove cure per il trattamento del cancro. 

 

Lo staff di Liberate Maria

 
 
 
 
 

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Un blog di: liberatemaria
Data di creazione: 14/11/2012
 

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