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Napoli assediata dai rifiuti


Per tre volte ha provato a infilarsi nella solita strada, quella che porta alla tangenziale. E per tre volte il vigile urbano Nicola Di Bonito è tornato indietro. "C'era una barriera alta quattro o cinque metri e lunga venti, da lì non si poteva passare più, ho preso un'altra strada contromano e così ce l'ho fatta a uscire da casa", racconta mentre ci accompagna alla montagna che butta fumi e veleni. Quelli come Nicola, qui li chiamano "i prigionieri della monnezza". Qui è Napoli, Napoli che affoga nei suoi rifiuti. Quella strada ormai è a senso unico, è una corsia sola, l'altra è una striscia che scende e sale da Pozzuoli a Toiano e poi ancora giù a Monterusciello, quattro o cinque chilometri di sacchi che bruciano, ferraglia, legni, lattine di pomodoro, copertoni, vetri, cassette di frutta, cartoni, bottiglie, una fogna a cielo aperto che si arrampica fino alla casa di Nicola e di altre trecento famiglie.