ISTANTANEE EMOTIVE

UNA FINESTRA SULLA MUSICA un po' particolare...


 Questa settimana la mia rubrica musicale sarà un po' particolare. Innanzitutto perchè Francesco Guccini non ha bisogno nè di presentazione, nè di biografia. Guccini è Guccini. Poi perchè la scelta del brano è nata da alcuni articoli che ho letto di recente e che riguardano la popolazione italiana. Siamo un paese che sta invecchiando. Che il nostro non sia un paese per giovani lo notiamo già dall'età media dei nostri politici che è altissima. Negli altri paesi un 50enne si ritira dalla politica, in Italia ci si affaccia. Anche l'età media della nostra popolazione è altina, attualmente 43,5 anni. Più la popolazione invecchia e più diminuisce la forza lavoro. I pensionati peseranno sempre di più sull'economia del paese e arriveremo al punto che dagli attuali 61 milioni di abitanti l'Italia vedrà progressivamente calare la propria popolazione. I dati ISTAT indicano che la nostra salvezza potrebbero essere gli stranieri, che hanno un'età media bassissima, ma per aprire agli stranieri occorre un'intelligenza che ai più manca in Italia. Nonostante questo brano sia del 1976, contenuto nell'album 'Via Paolo Fabbri 43' della mitica 'L'avvelenata' e di cui custodisco gelosamente il vinile, trovo attualissimo il testo. Molti pensionati possono tranquillamente riconoscersi in questa descrizione. Dedico questo post a mia madre, vecchia e sola in una città lontana dalla mia, in una casa arredata di ricordi. So che non lo leggerà mai, ma so anche che già sa che le voglio bene. 'Il Pensionato', come quasi tutte le sue canzoni è una vera poesia e ve la propongo anche come testo. Ciao mamma...Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare, l' odore quasi povero di roba da mangiare, lo vedo nella luce che anch' io mi ricordo bene di lampadina fioca, quella da trenta candele, fra mobili che non hanno mai visto altri splendori, giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori, fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani: mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani. Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina aprire la persiana, tirare la tendina e mentre sto fumando ancora un'altra sigaretta, andar piano, in pantofole, verso il giorno che lo aspetta e poi lo incontro ancora quando viene l' ora mia, mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia: "Buon giorno, professore. Come sta la sua signora? E i gatti? E questo tempo che non si rimette ancora..." Mi dice cento volte fra la rete dei giardini di una sua gatta morta, di una lite coi vicini e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso, di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso... Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita, a tutti i volti visti dalla lampadina antica, a quell' odore solito di polvere e di muffa, a tutte le minestre riscaldate sulla stufa, a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo, a come da quel posto si può mai vedere il mondo, a un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri, a come anche la storia sia passata fra quei muri... Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce la vita, com'è fatta e come uno la gestisce e i mille modi e i tempi, poi le possibilità, le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità e ancora mi domando se sia stato mai felice, se un dubbio l' ebbe mai, se solo oggi si assopisce, se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure spesso, se è stato sufficiente sopravvivere a se stesso...Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo: non posso o non so dir per niente se peggiore sia, a conti fatti, la sua solitudine o la mia... Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..." Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene coi soldi risparmiati un po' perchè non si sa mai, un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" . Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti: "Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?" E a poco a poco andrà via dalla nostra mente piena:soltanto un' impressione che ricorderemo appena...  BUON WEEK END A TUTTI