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Messaggi di Novembre 2011

SEMPLICEMENTE... UN VERO AMICO

Post n°132 pubblicato il 28 Novembre 2011 da Redendacc
 
Foto di Redendacc

L'amicizia, con l'amore, è uno dei valori più importanti in assoluto, almeno nel mio mondo interiore. Vi propongo questa mia nuova poesia, Semplicemente, sulle note della bravissima Adele. Una videopoesia dedicata a tutti i miei amici più cari e più veri, preceduto dal testo della poesia.

Semplicemente

 

Sostegno

Quando frana la terra

E i miei piedi

Ballano nel vuoto.

Luce

Mi guidi

Quando l’inatteso buio

Minaccioso mi avvolge.

 

Resti con me

E non fuggi

Ai miei difetti

Alle mie debolezze di uomo

Ma ricambi

La necessità di conforto

Quando tuo è il bisogno

E non temi nell’abbraccio

Alcun equivoco.

 

Semplicemente

Perché sei un vero Amico.

 

BUON INIZIO SETTIMANA A TUTTI

 
 
 

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Post n°131 pubblicato il 24 Novembre 2011 da Redendacc
 

Domani 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Vi invito a visitare il post pubblicato oggi da SEMPLICE.e.ANGEL che gentilmente mi hanno ospitato. Un argomento di cui parlare il più possibile. Buona giornata a tutti.   

 
 
 

UNA NUOVA ISOLA VIENE AL MONDO

Post n°130 pubblicato il 21 Novembre 2011 da Redendacc
 
Foto di Redendacc

E

’notizia di questi giorni la nascita di una nuova isola generata dalla spettacolare eruzione di un vulcano sottomarino nell’Oceano Atlantico, al largo delle Canarie. La forza esplosiva di questo vulcano sottomarino è tale da lanciare polvere e detriti ad un’altezza di più di 20 metri sul livello del mare e i geologi sono certi che nel giro di poco tempo si formerà una nuova isoletta nell’arcipelago delle Canarie. Assistere ad un’eruzione, ma soprattutto assistere in diretta alla nascita di una nuova isola è uno spettacolo davvero unico. Un’esperienza indimenticabile per chi può viverla. Certo, per chi vive lì la situazione è meno spettacolare e più preoccupante non solo per le continue scosse di terremoto, ma anche per il rischio di tsunami che la combinazione dei due fenomeni, eruzione e scosse telluriche, può generare.

Due diversi punti di osservazione: il turista, o lo scienziato, e l’abitante del posto. Leggere questa notizia mi ha fatto ripensare ad una esperienza personale indimenticabile che anch’io ho vissuto. Si tratta pur sempre di una nascita in diretta, in un certo senso di un’isola perché, in fondo, ciascuno di noi è un’isola. Quante volte abbiamo sentito questa frase così inflazionata ma che rende così perfettamente l’idea. La nascita alla quale ho assistito io, però, è stata quella di mia figlia.

E’ stata un’esperienza indimenticabile quella di assistere la persona amata durante il parto, con quei dolori così lancinanti che lo precedono, quei dolori così intimi, profondi, la cui condivisione a mio avviso cementa ancora di più una coppia. Poi quegli attimi di silenzio che sembravano eterni prima del pianto liberatorio e rassicurante di questa nuova isola. Sono momenti indimenticabili. La più bella poesia. Anche in questo caso ci sono due diversi punti di osservazione: chi partorisce e chi assiste al parto. Un figlio ti cambia la vita. Un terremoto ed un’eruzione insieme, proprio come al largo delle Canarie, e lo tsunami è certo: ti sommerge, ti avvolge e coinvolge. Sposta i tuoi punti di riferimento. Quando avevo vent’anni scrissi questi versi che vi ripropongo ora. Usai genericamente l’espressione figlio non intendendo uno specifico genere sessuale. Un figlio è un figlio. Io non ero ancora diventato genitore, né avevo intenzione di farlo a breve. Però mi chiesi: cosa vorrei lasciare scritto ad un mio figlio ipotetico? Così scrissi questi pochi versi…

 

A mio figlio 

Amerai il vento

quando sarai vela

che fa andare le barche

e l'odierai

quando sarai foglia secca

sul ramo.

 

…e pensai che potessero bastare.

 

 

BUONA SETTIMANA A TUTTI.

 
 
 

LA VORAGINE DELL'AMORE

Post n°129 pubblicato il 18 Novembre 2011 da Redendacc
 

A Kimberley, in Sud Africa, si trova una voragine che è davvero da record. Si tratta di un cratere profondo 214 metri, un perimetro di 1 Km e 600 metri ed una superfice di ben 17 ettari. Ma questa voragine non ha un'origine naturale, ma umana. A metà dell'800, infatti, la ricerca spasmodica di diamanti, di cui la zona è ampiamente ricca, spinse migliaia di minatori a scavare nei pressi del fiume Vaal incoraggiati da due eccezionali ritrovamenti avvenuti qualche anno prima di due diamanti di 21,25 carati e di ben 83,50 carati. Una vera fortuna, tanto che quest'ultimo passò alla storia come la Stella d'Africa. La folle corsa portò progressivamente a questo disastro che vedete nella foto: un buco enorme. Le estrazioni sono terminate quasi un secolo dopo, nel 1914 con un bilancio di 2.722 chili di diamanti. Ancora oggi la voragine è circondato dagli stessi edifici usati dai minatori e dai tanti negozi di gadget sorti nel frattempo. L'avidità umana ha lasciato ancora una volta un vuoto incolmabile su cui tuttora si specula sfruttando il turismo sviluppatosi nel frattempo. Ebbene, leggendo questa notizia ho immediatamente pensato alla spasmodica ricerca dell'amore che spinge ciascuno di noi a compiere spesso scelte sbagliate che ci lasciano dei vuoti incolmabili appunto, come quello di Kimberley, con la differenza che raramente ci capita di trovare la nostra Stella d'Africa e dentro ci resta solo quel buco, quel vuoto esistenziale frutto di una ricerca vana. Per questo vi lascio con questa mia poesia, sperando che voi abbiate trovato la vostra pietra preziosa ed augurandovi buon week end con tutto il mio affetto.

Big Hole per eccellenza - Il buco dei record: 214 metri, 17 ettari di superficie ed un perimetro di 1,6 km. Benvenuti a Kimberley.

AMORE

Impulso biochimico che ci spinge

al bisogno di amare ed essere amati.

Una notte soltanto rispetto all'eternità

che ci promettiamo nei 'ti amo' pronunciati

e più volte ripetuti, con velata memoria,

a persone diverse per tutta la vita.

 
 
 

IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA "OK"

Foto di Redendacc

Vivere il mio tempo, ascoltando il quotidiano, respirando l'oggi, la società in cui vivo, la mia realtà personale, la condivisione con tutti voi amici virtuali e reali dei miei pensieri, dei miei versi. Vivere il mio tempo è un po' tutto questo. Condividere e comunicare il quotidiano. Anche questo è "vivere il mio tempo". Il linguaggio è, ovviamente, una componente fondamentale nei rapporti quotidiani con gli altri. Per questo oggi volevo parlarvi di una parola, a proposito di linguaggio, che spesso è protagonista nelle nostre conversazioni. Un termine entrato nel linguaggio comune anche dei politici di tutto il mondo. Persino la Bbc si è interessata al caso, dedicando un lungo servizio all'uso, l'origine e l'affermazione di questo termine. Chi di voi non ha mai usato la parola OK? Sapete che è il termine che compare identico in più lingue del mondo? Parola, particella, o sigla? Un acronimo, forse? Fatto sta che l'origine dell'espressione OK, malgrado sia diffusa in tutto il mondo, dalla California al Giappone, non è affatto certa. Ci sono varie ipotesi sulla sua origine. Secondo alcuni l'origine va ricercata nell'espressione dei nativi americani pellerossa "I Choctaw" (pronunciato "okeh"), che significa "è così!". Ed anche i Sioux usavano l'espressione Hoka Hey (pronunciato Hokehey) per intendere "va bene".  Un po' meno affascinante è la teoria secondo la quale alla base della diffusione ci sia semplicemente un errore grammaticale di alcuni manoscritti americani dei primi dell'Ottocento. Nel 1839, poi, su un quotidiano di Boston, il  Boston Morning Post, si usa l'espressione o.k. per sintetizzare erroneamente "all correct". In un momento storico in cui erano ancora pochi quelli che sapevano leggere e scrivere correttamente confondere "All Correct" con "Oll Korrect" non era affatto strano. Ma io trovo poco romantica questa spiegazione. La cosa certa è che i suoni o e k sono praticamente presenti in tutte le lingue del mondo e questo certamente aiuta. Poi ci sono anche teorie che vedono nell'espressione greca "oka kala" (tutto bene) l'origine di . Non si offenda Aristotele se quel suono a me ricorda di più la cocacola (scritto così non è pubblicità!). Anche gli scozzesi rivendicano la patria potesta del termine, facendolo derivare dal loro "och aye" (oh si!), quindi okay. La spiegazione  forse più conosciuta fa risalire il tutto alla Guerra di secessione americana, durante la quale, nei bollettini dal fronte, sarebbe stata usata l'abbreviazione 0K, cioè "zero (che si può anche pronunciare " 'o ") killed", "zero uccisi". Io credo...Vi ho sentiti!! State russando!! Vi ho mica annoiati? , allora termino il post e vi chiedo soltanto: a voi qual'è l'origine che vi piace di più? Forse c'è stata una commistione di tutte queste cose all'origine dell'uso e della diffusione.

Con affetto...

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Redendacc
Data di creazione: 16/02/2011
 
 

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