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Messaggi del 19/09/2012

L'11 SETTEMBRE DIMENTICATO

Post n°223 pubblicato il 19 Settembre 2012 da Redendacc
 
Foto di Redendacc

C'è un altro 11 settembre che molti non ricordano più o che non conoscono perchè troppo giovani. Quello del 2001 ha cancellato la memoria di tanti altri avvenimenti per la sua drammaticità. Oggi volevo ricordarne uno in particolare. Io ero poco più che un ragazzino. Quell'11 settembre di cui voglio parlarvi risale al 1973 ed è stato uno degli avvenimenti più controversi del secolo scorso, fondamentale per il paese coinvolto e per tutta l'area geografica circostante. Parlo del golpe avvenuto in Cile durante il quale fu assassinato Salvador Allende e che vide l'inizio della dittatura di Augusto Pinochet. Eravamo in piena guerra fredda e gli Stati Uniti non videro di buon occhio l'elezione di Allende. Non a caso ecco cosa dichiarò all'epoca Kissinger:

« Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell'irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.  »

 

  

Probabilmente lo stesso principio fu applicato in Italia qualche anno dopo, quando il compromesso storico avrebbe portato ad una alleanza tra PCI e DC e portato i comunisti al Governo. Ed ecco apparire dal nulla le BR, tra i cui fondatori vi era un ex agente dei servizi segreti. Ma questa è un'altra storia, forse. E' in quegli anni bui per il Cile che nasce e cresce la resistenza e l'opposizione al regime di Pinochet, anche attraverso la musica. Lo sterminio di massa degli oppositori terminò soltanto l'11 marzo del 1990.  I parenti delle migliaia di vittime e di tutti coloro che furono protagonisti di sparizioni forzate stanno ancora ringraziando Kissinger! Vi propongo oggi il testo, tradotto in italiano, di una delle canzoni più popolari, che certamente tutti voi avete ascoltato almeno una volta. Una sorta di "bella ciao" cilena. Prima, però, concludo con una considerazione personale che mi sorge spontanea. Domenica pomeriggio sono stato ad una rievocazione storica dell'impero romano al Circo di Massenzio a Roma. Tutto molto bello e storicamente preciso, con un panorama storico-archeologico che andava dalla politica alla vita quotidiana fino all'arte gladiatoria. Beh, la considerazione che mi è venuta quel pomeriggio domenicale è che basterebbe guardare alla storia, anche recente, per evitare di commettere sempre gli stessi errori. Invece molta gente continua ad essere come un irresponsabile scapestrato che non impara mai dai propri errori. Per questo certi politici resteranno ancora al posto loro...

El peblo unido jamas sera vencido

Il popolo unito non sarà mai vinto!
In piedi, cantiamo, che trionferemo,/ avanzano le bandiere dell'unità/ e tu verrai a marciare al mio fianco/ così vedrai il tuo canto e la tua bandiera fiorire.
La luce di un'alba rossa/ annuncia ormai la vita che verrà.
In piedi, marciamo, che il popolo trionferà;/ sarà migliore la vita che verrà.
Conquistiamo la nostra felicità;/ in un clamore, mille voci di lotta si alzeranno;/ diranno canzoni di libertà.
Con decisione la patria vincerà.
E ora il popolo che si alza nella lotta, con voce di gigante grida: avanti!
Il popolo unito non sarà mai vinto!
La patria sta forgiando l'unità; da nord e sud si mobiliterà,/ dalle saline ardenti e minerali, al bosco australe, uniti nella lotta e nel lavoro,/ andranno, la patria copriranno.
Il loro passo ormai annuncia l'avvenire.
In piedi, cantiamo, che il popolo trionferà.
Milioni ora impongono la verità;/ sono di acciaio, ardente battaglione, le loro mani portano la giustizia e la ragione.
Donna, con fuoco e valore, tu sei qui insieme al lavoratore.
E ora il popolo che si alza nella lotta, con voce di gigante grida: avanti!
Il popolo unito non sarà mai vinto!

La canzone fu scritta da Sergio Ortega e resa popolare in tutto il mondo dagli Inti Illimani, ancor oggi stabilmente rifugiati sui castelli romani.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Redendacc
Data di creazione: 16/02/2011
 
 

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