A.D. 3 di Settembre 2012Seconda puntata. Gli ominidi rossi. Un giorno di dicembre, anzi la vigilia di Natale .. mentre nella cambusa fervevano i preparativi per un pantagruelico cenone, Capitan Kiwai, vecchio pirata, temerario esploratore degli oceani burocratici e flagello di coloniali scaldasedie, puntando il canocchiale sull’orizzonte sconfinato del web, scoprì casualmente i lidi di Liberonia. Incuriosito da quella terra sconosciuta, apparentemente abitata da aborigeni pacifici e ospitali, decise di approdarvi in cerca di nuove esperienze.Gettata l’ancora in una rada tranquilla e disabitata, il pirata si dedicò per qualche tempo a costruire il suo confortevole alloggio nella nuova terra. Qualche scambio occasionale di “perline colorate” con gli aborigeni più cordiali … qualche battuta esplorativa nei dintorni .. e la nuova casa fu pronta. All’ombra del jolly roger e ingenuamente convinto di poter instaurare una pacifica convivenza con gli altri abitanti del grande arcipelago .. senza dover ricorrere ai cannoni del proprio veliero, Capitan Kiwai meditava di dedicarsi alla scrittura delle proprie memorie. Non che avesse deciso di ritirarsi dalla quotidiana battaglia, ma solo perché aveva deciso di anticipare i tempi, onde evitare che, venuta l’ora delle memorie, come succede a molti, l’arteriosclerosi potesse vendicarsi di una vita spesa a spernacchiare le “sane abitudini”. Passarono così numerosi giorni tranquilli, dopo le quotidiane rotte per i perigliosi mari dell’italica burocrazia, il pirata, tornando nella quieta rada di Liberonia, si sollazzava scambiando opinioni con alcuni abitanti delle isole vicine, con i quali aveva instaurato amichevoli rapporti .Insomma, tutto sembrava far presagire un lungo e piacevole soggiorno.Ma purtroppo nemmeno Liberonia era un paradiso felice .. e il Pirata dovette ben presto accorgersene .. Molto tempo prima, forti dell’esempio dei loro idoli sanguinari, che avevano regalato fame e miseria a milioni di uomini nel mondo reale, sopprimendo con la forza ogni dissenso, una sanguinaria tribù di ominidi, perennemente arrabbiati col resto del mondo, aveva invaso in massa l’arcipelago e imposto il dominio ideologico, inondando Liberonia di blog-fortificati, infiocchettati di bandiere rosse, pugni chiusi e ritratti di assassini, rigorosamente blindati ai commenti meno che servili … Insomma Liberonia era di fatto la Repubblica Popolare del Bene Comune dove regnavano incontrastati i Signori del Pensiero Unico.Come in tutte le dittature l’argomento politica era “tabu”.Liberi di coltivare il loro orticello, più o meno glitterato, i cittadini di Liberonia non potevano osare ribellarsi all’incontrastato dominio degli ominidi rossi, pena violente reprimende, saccheggi, rapine e devastazioni.I pochi nativi che avessero solo tentato di formulare un pensiero appena men che ossequioso e allineato, venivano immediatamente bollati come idioti, delinquenti e .. berlusconiani. Il Pirata, che di vascelli battenti bandiera rossa ne aveva affondati più d’uno, lungo le proprie rotte professionali, allergico per natura al Pensiero Unico di qualsiasi natura e colore, dovette ben presto accorgersi che il suo “tranquillo rifugio”, tranquillo non sarebbe stato affatto .. e la cosa lo entusiasmò. Ma come? – direte voi – era in cerca di un’oasi tranquilla e si entusiasma all’idea della guerra?Ma signori miei, un Pirata è un Pirata .. navigare senza dare l’assalto a qualche altra nave .. è noioso, la prospettiva di affrontare un’intera flotta (sia pure prevalentemente di zattere) era esaltante! Fine della seconda puntata.