LIBERTY BAY

.


A.D. 8 di Settembre 2012Quinta puntata. La Piratessa Fin dal primo avvistamento, il vascello del Pirata non lasciò dubbio alcuno alle vedette del Bene Comune .. si trattava evidentemente di un rompicoglioni …A vele spiegate, l’arrogante intruso solcava le acque del Mare di Liberin senza alcun rispetto per i santuari del Potere Rosso, osando addirittura lasciare qua e là commenti in dissenso .. Non che avesse violato le roccaforti principali, di cui evidentemente ancora non conosceva neppure l’esistenza .. ma qualche cannonata aveva osato spararla contro occasionali navigli coloniali, pur senza ingaggiare vere e proprie battaglie. In un primo momento, forse per la curiosa anomalia delle sue scorribande, forse perché ritenuto scarsamente pericoloso, ma soprattutto perché solitario, il Gran Soviet del Bene Comune non ritenne necessario armare una flotta per dare la caccia ad un Pirata che, in fondo, non poteva preoccuparli. Ma, come abbiamo già detto, c’era anche qualche altro vascello che sporadicamente sfidava l’Impero .. e un giorno fatalmente le loro rotte incrociarono quella del Pirata.Tra pirati si sa, la fratellanza è legge e non fu un caso che il primo alleato il Pirata lo trovasse proprio in una sofisticata piratessa, esperta navigatrice di quel periglioso mare.
 E fu proprio dall’amicizia con la Sorella della Costa che il Pirata apprese molti dei “segreti” del mare internettiano e strinse le prime amicizie “pericolose” con i Liberi Naviganti. I Banditi Berlusconiani (così venivano etichettati tutti i ribelli) sopravvivevano asserragliati nei loro blog, costretti a defatiganti blindature con liste nere e moderazione, per difendersi dai reiterati attacchi dei fakes rossi, scatenati in ondate di assalti suicidi. La tecnica era rozza ma efficace .. una gretta soldataglia di nick farlocchi, armati di insulti dozzinali, si lanciava periodicamente all’attacco, incuranti delle sanguinose perdite, costringendo gli assediati a sprecare tempo e argomenti per respingere le provocatorie farneticazioni … ovviamente i danni erano pressoché insignificanti, ma il clima di assedio era sufficiente ad impedire una libera espressione del dissenso. I risultati col tempo non tardavano a concretizzarsi in un solitario arroccamento dei dissidenti, che sovente finivano per accontentarsi di sopravvivere in libertà nei loro ristretti territori, rinunciando a contrastare attivamente la dittatura. Nel passato, così raccontò al Pirata la nuova amica, vi erano state epiche battaglie e molti navigli del Bene Comune erano ignomignosamente colati a picco, soprattutto per uno spregiudicato sovraccarico di munizioni, (costituite da pesanti insulti gratuiti) che ne avevano determinato l’autoaffondamento (in gergo “bannatura”).Ma, tetragoni ad ogni insegnamento, i Coloniali comunardi avevano continuato a varare i loro pesanti galeoni da battaglia e subito attorno ad essi si ricostituivano le flottiglie di zattere solidali .. insomma il problema dei rifiuti era irrisolto anche a Liberonia! Fine della quinta puntata.