LIBERTY BAY

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A.D. 22. di Ottobre 2012Quattordicesima puntata. Un passo indietro. Abbiamo visto come nell’infuriare della faida camorrista fossero emersi, tra i rottami di svariate zattere, i fantasmi di alcuni fakes d’assalto, secondo una prassi tanto negata, quanto attivamente coltivata dai comunardi. Tra questi naturalmente, oltre alla sedicente Pittrice, non poteva mancare l’esagitato intossicato, Cacasenno da Verona, che miseramente colato a picco per l’ennesima volta col suo Anarcannabis, non aveva trovato di meglio che esibirsi in risibili cloni di se stesso.Inconsistente e ridicolo sotto ogni forma, bisogna dire che l’aspetto più preoccupante del soggetto e della sua infausta presenza, non consisteva tanto nel disastro ecologico che provocava immancabilmente con le sue lamentazioni lacrimevoli (responsabili di un preoccupante innalzamento del livello delle acque del Mar Libero) bensì nella sua petulante e ottusa pretesa di essere un martire della sua demenziale ideologia. Impenetrabile e tetragono a qualsiasi sollecitazione alla normalità, questo disertore dei servizi psichiatrici alternava fasi depressive di autocommiserazione, con violenti attacchi di superomismo paranoico in cui esibiva le sue risse notturne, condite di bestemmie e minacce di sanguinosi conati rivoluzionari. Come vedete ne sto parlando al passato, perché (ma è solo un auspicio) sembra che, come ripetutamente promesso, dopo l’ultimo ignominioso naufragio, abbia puntato il timone verso lidi lontani, liberandoci tutti dalla sua ammorbante presenza ... di fatto comunque sembra scomparso. Ciò non toglie che negli annali internettiani il soggetto si sia guadagnato un imperituro ricordo quale esempio clamoroso di imbecille autolesionista. Nella sua relativamente breve presenza nel Mar Libero, Cacasenno ha collezionato un numero di naufragi che lo pone, nella speciale classifica dei dementi, subito dopo gli inarrivabili capatazz rossi, buon terzo, su quel podio dell’ignoranza becera che sembra essere titolo di vanto per i comunardi. Incapaci di comprendere che i loro naufragi, lungi dall’essere causati da proditorie segnalazioni dei loro tradizionali nemici, supportati da prezzolati censori della libertà, sono frutto esclusivo della loro volgare ignoranza, queste ipocrite vittime della libertà di espressione, si vantano dei loro fallimenti.Di qui la risibile sequela di incondizionata solidarietà delle zattere sodali. Abbiamo appena visto che, durante la recente guerra dei fakes, anche qualche insignificante zattera comunarda è stata inopinatamente affondata .. tra queste brilla l’occhialuto Facciapadella, insignificante servo sciocco del re dei bidelli, noto all’inclita e al volgo come “l’appecoronato rosso” per la sua ottusa sottomissione ai dettami del gran capo. Come ogni zattera che si rispetti, l’Appecoronato non manca mai nel coro dei plaudenti, anzi brilla per feroce indignazione verso i nemici e buonismo tutto cuore e abbracci per i sodali, ben memore della violenta fustigazione subita  quell’unica volta che, nella sua gelatinosa carriera, ha osato pronunciare un larvato distinguo.Orbene, tornato a galla dopo l’estemporaneo affondamento, è lì da oltre un mese a ricevere, con in mano l’inesauribile bottiglia di spumante dozzinale, le congratulazioni per il suo ritorno … ma congratulazioni di chè ??? Vabbè anche per oggi può bastare .. fine della quattordicesima puntata.