LICKIN' LOLLIPOPS

IL PREZZO DEL SILENZIO


Le case bianche di Malta sembrava stessero li aggrappate alla costa che precipitava nell'acqua trasparente del mare. il sole bruciava e l'aria era immobile. Avevo fatto bene ad accettare la proposta di mio padre di passare una settimana con lui a Malta finiti gli esami di maturita'. Dovevo rilassarmi prima di iniziare a pensare al mio futuro. E quale modo migliore di una settimana di nullafacenza in una delle citta' che amo di piu'? amo prendere il sole, sentire la pelle scaldarsi fino a scottare. Quel pizzicorio che t avverte che forse il sole e' troppo intenso e cosi ti spruzzi addosso acqua fresca che, non appena entra a contatto con la pelle calda t regala un brivido e t solletica cn le sue goccioline che corrono lungo il corpo senza trovare un punto d arresto. Mio padre
 si sentiva il Flavio Briatore della zona, un uomo pieno di se, pieno di soldi e a cui non importava altro che l'apparire e la sua felicita' materiale. Si circondava di altri uomini come lui, imprenditori che speculano sulle spalle della povera gente. Che gareggiano a chi ha la barca piu' potente, le azioni piu' quotate o la servitu' piu' addomesticata. Uomini come Paolo, Luciano, Mauro o Salvatore. Ecco, questi 4 son gli amici cn cui si ritrova a Malta mio padre e che io devo sopportare tutto il giorno. A volte fuggo, vado a stendermi in un prato isolato a pochi metri da casa e solo li trovo la pace. Sono asfissianti, assillanti. Sempre a far domande, a farsi gli affari tuoi ed a rimproverarti. Di padre che odio ne ho gia uno e credo sia abbastanza. Una sera ero nella mia stanza con un ragazzo che avevo conosciuto il giorno stesso al mare, gli stavo facendo un pompino. Aveva un cazzo enorme e nonostante fosse etero l'ho supplicato di farmelo vedere e almeno succhiare. Cosi quella sera mi ero ritrovato inginocchiato davanti al letto a ingoiare quel grosso fallo ed a farmi sborare sulla faccia. Il mattino seguente mi son preso parole da mio padre perche' quelle teste di minchia di Paolo e Salvatore, quella sera stavano passando davanti alla mia stanza lungo il corridoio e sentendo strani gemiti hanno pensato di controllare. Hanno detto a mio padre che sembravo una puttana, che nonostante fosse un gran cazzo riuscivo a prenderlo tutto in gola e che addirittura mi son fatto riempire la faccia d sborra. Ma non sapete farvi i cazzi vostri? e poi, con tutti questi gustosi dettagli, vuol dire che lo spettacolo ve lo siete proprio goduto. Me li immagino li davanti alla mia porta mentre guardavano quella scena e si massaggiavano il loro uccello dentro i pantaloni. O addirittura, cn la faccia tosta che hanno, probabilmente lo avevano anche in mano. Non e' un problema. Mio padre sa che son gay, loro sanno benissimo che son gay e non faccio nulla x nasconderlo. Ma cosi, no. Questa volta voglio riscattarmi.Mercoledi pomeriggio mia padre mi chiede se voglio accompagnarlo in barca fino ad un isola li vicina. Lui avrebbe fatto un tratto a nuoto per raggiungere il posto mentre io potevo starmene sulla barca a prendere il sole. La cosa sembrava allettante, fino a quando non mi ritrovai anche Salvatore sulla barca. Il viaggio per arrivare fino al punto dove mio padre si sarebbe tuffato lo feci in silenzio, sdraiato sulla punta della barca a prendere il sole con il mio bel slippino giallo e gli occhiali da sole. Ho la pelle molto chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi riflettevano ogni singolo raggio di sole che puntava su di me. Potevo sembrare un angelo...o un albino. Per tutto il viaggio vidi Salvatore che mi lanciava sguardi ad ogni mio movimento, ignaro che da sotto gli occhiali riuscissi a vederlo. Arrivati al punto prestabilito, mio padre ci saluto' dicendo che c avrebbe impiegato almeno due ore prima di tornare. Non era un problema. Sulla barca eravamo io e Salvatore. C sarebbe stato da divertirsi.Mi sdraiai a pancia in giu cn la testa rivolta alla punta della barca, proprio dove stava seduto Salvatore. Quell'uomo brizzolato stava li, con la sua abbronzatura perfettamente invidiabile, gli occhi marroni, quei due chili di troppo sulla pancia che xo non facevano far brutta figura al suo petto ricoperto da un po' di pelo anch'esso brizzolato. Aveva piedi curati, gambe muscolose ed un costume a pantaloncino blu scuro larghetto. Con le gambe aperte si riusciva ad intravedere del pelo all'interno del pantaloncino e anche forse la punta del suo cazzo che stava piegata x uscire sulla parte sinistra. Gli chiesi se potevo togliermi il costume, son abituato all'abbronzatura totale e per lui nn era un problema. Ma dovevo spalmarmi la crema. Cosi mi girai dandogli le spalle, mi misi a novanta e iniziai a cercare la crema nella borsa. In realta' l'avevo gia trovata. Ma il sapere che lui mi stava guardando in quella posizione mi eccitava. Iniziai ad aprire e chiudere il buco del culo facendo finta di niente. Poi mi voltai con la crema in mano ed un sorriso trionfante. Buttai un occhiata all'apertura del suo costume, e rividi la punta del suo pisello. Questa volta era piu gonfia e sporgeva piu di prima. Forse ce l'aveva barzotto e la sua faccia esprimeva un lieve imbarazzo.Non se l'aspettava, ma gli chiesi di spalmarmi la crema.Non aspettai neppure risposta. Gliel'appogiai davanti e mi sdraiai a pancia in giu chiudendo gli occhi. Nessuna risposta. Ad un tratto sentii le sue mani ruvide piene di crema scivolare sulla mia schiena, lungo le spalle e sulle braccia. Gli chiesi di spalmarmela ovunque, scandendo bene l'ultima parola. Inizio dalle coscie, le sue mani erano imbarazzate a salire. Intorno a noi solo il rumore dell'acqua e del suo respiro un po pesante. Quando le sue mani presero coraggio e si spostarono sul mio culo e tra le mie chiappe, iniziai a gemere lievemente, come se tutto cio mi eccitasse, come se mi stesse facendo provare piacere. Sollevai un po' il culo in aria e ricomnciai ad aprire e chiudere il buco mentre le sue mani mi accarezzavano. Sentivo il suo respiro farsi piu affannoso e poi, all'imporovviso, mi ricomposi e gli dissi che probabilmente avevo abbastanza crema addosso.Muovendosi x tornare a sedersi in punta, vidi che il suo cazzo era palesemente duro. Quel bastone spingeva in fuori x uscire dal costume in modo impressionante. Prima che si sedette mi misi in ginocchio davanti a lui, afferrai il bordo del costume e alzando lo sguardo verso il suo, con fare angelico gli chiesi: "posso?".Non aspettai neppure risposta che il costume gia gli stava scendendo lungo le ginocchia e io avevo quel cazzo duro e peloso tra le mani. Iniziai a maneggiarlo cn delicatezza e a dargli dei semplici bacetti lungo il tronco e sulle palle villose. Gli mordicchiavo la pelle che ancora copriva la cappella e poi lo infilai tutto in bocca. A lui piaceva, ma all'improvviso torno alla realta'. Mi disse che non poteva, che mio padre era suo amico, aveva paura che c scoprisse e quello che sarebbe successo poi. Lo tranquillizzai dicendogli che nn sarebbe successo nulla. Un pompino veloce solo x svuotargli i coglioni e poi tutto dimenticato.E poi gli chiesi se non gli sarebbe piaciuto farselo succhiare dalla puttana quale sono.Non mi rispose e mi mise una mano sulla testa. Il suo respiro si era velocizzato e dai movimenti del suo corpo capivo che la cosa gli stava davvero piacendo. Lo rimisi seduto sulla punta della barca con le gambe spalancate. Io ancora inginocchiato a terre glielo succhiavo con voracità mettendolo tutto in gola fino a toccargli il pelo con le labbra. Ora quel cazzone duro come il marmo era tutto bagnato. Salvatore era in estasi. Mi voltai e mi misi a novanta sul pavimento, mi infilai due dita in culo e iniziai a gemere, gli ripetevo di scoparmi con fare supplicante. Lui diceva che non voleva, che non poteva. I miei lamenti vogliosi aumentavano insieme alla sua voglia. All'improvviso si alzò e si scaravento verso me. Mi prese i fianchi e mi buttò tutto il suo cazzo in culo. E mi scopò. Mi scopava veloce, come se non vedesse l'ora di venire e metter fine a questo desiderio proibito. veva paura che c vedessero o che tornasse su mio padre da un momento all'altro. Sentivo quel bastone entrare ed uscire senza sosta dal mio culo. Quelle palle pelose scontrarsi con le mie chiappe e lui sopra che gemeva. Ad un tratto il tutto si interrompe. Silenzio. Un gran sospiro. Un gemito soffocato e sentii il liquido caldo dell'uomo che mi riempi la schiena, il culo e stava scorrendo lungo le cosce. La cappella ancora calda e bagnata di sborra veniva strofinata sul mio buco ancora voglioso di cazzo.Stava ancora ansimando. Mi giro a pancia in su, spalanco le gambe e prendo in mano il suo cazzo ancora duro e pulsante. Me lo reinfilo dentroe  comincio a masturbarmi. Volevo sborrare anch'io. Lui ricomincia a fottermi pur di regalarmi quel piacere e si china su di me per leccarmi i capezzoli. Quel suo creare cerchi immaginari intorno ai miei capezzoli con la punta della lingua mi eccita troppo e ad un tratto, gli afferro i capelli brizzolati, gli premo la faccia contro il mio capezzolo che aveva iniziato anche a succhiare, stringo il buco sentendo quel bell'uccellone duro e inizio a schizzarmi sul petto. Ora ero ricoperto dalla mia sborra e  dalla sua sborra.Gli alzo la testa per metterlo in contatto con i miei occhi e gli chiedo se sono abbastanza puttana da averlo soddisfatto. Non risponde, ma mi chiede di  non raccontarlo a nessuno. Questa volta sono io a non rispondere e decido di fargli una proposta. Io manterrò il silenzio, in cambio della realizzazione di una mia fantasia. Non sapendo ancora quale sia accetta. Ma il prezzo del silenzio sarà alto.