LICKIN' LOLLIPOPS

sexxquestro


Ero sdraiato su una panchina del parco, saranno state le tre, tre e mezza di notte. Avevo perso qualsiasi percezione del tempo e dello spazio. Ero ubriaco. vedevo luci, ombre ofuscate e avevo un continuo senso di nausea. Era estate, avevo caldo e una gran voglia di strapparmi i vestiti di dosso ma nn avevo la forza neppure x quello. Mi misi seduto sulla panca cercando di capire cosa fare ma la testa girava. Ricordo un
 uomo, nn ricordo il suo volto, ma ricordo che si e' avvicinato e mi ha chiesto se era tutto apposto con accento dell'est. Poi ricordo anche una mano che mi tappava  la bocca. Poi il buio ed il silenzio.Quando riapri gli occhi ebbi un momento di smarrimento. Ancora nn vedevo niente. I suoni ed i rumori intorno a me erano ovattati. Mi accorsi di essere nudo. Mi accordi che i miei polsi erano legati a qualcosa dietro di me, probabilmente la testa di un letto perche' ero sdraiato, ed era qualcosa di morbido. Mi accorsi che la mia vista era impedita da qualcosa, una benda, che mi copriva gli occhi e mi stringeva intorno alla testa. Ed infine mi accorsi che stavo provando un gran bruciore nel culo. Qualcuno stava abusando di me. Il ricordo e' molto fragile nella mia mente perche' il mio stato di coscenza duro' cosi' poco da capire queste cose e capire che quell'uomo mi teneva x le caviglie, mi stava sbattendo il suo cazzo nel culo e godeva in una lingua a me sconsciuta. Forse russo, oppure romeno. Chissa' quante altre volte magari l'ha fatto senza che io me ne accorgessi. Poi i pensieri ed i sensi mi abbandonarono e ritornai nel mio stato d'incoscenza.La volta dopo che mi svegliai fu a causa di uno strano solletichio che provavo lungo il mio corpo. Come se una mano mi stesse accarezzando attraversandomi tutto. Sui punti piu' delicati come capezzolli o cazzo esitava, poi prendeva coraggio e proseguiva. Sentivo di essere ancora bendato e legato, esattamente nella stessa posizione di come mi ero svegliato l'altra volta. Quella carezza iniziava a piacermi, sentivo le dita scorrere sulla mia pancia, poi scendere verso il cazzo, percorrerlo tutto fino a pizzicarmi la cappella, per poi tornare indietro e giocare con le mie palle. Non volevo si interrompesse cosi aprii le gambe e gli permisi di accarezzarmi anche il buco. E quelle dita non si fecero pregare e subito andarono dove io avevo desiderato. Mi stavo eccitando, il mio cazzo era duro e le dita iniziarono a penetrarmi. Gemevo e le pregavo di non smettere. Il mio culo bruciava, forse era stato abusato per troppo tempo. Non saprei neppure dire da quanto tempo ero li, cosa avevo fatto. Cosa mi avevan fatto. Avevo dimenticato ogni singolo ricordo di lucidita' durante la mia prigionia, se cosi possiamo chiamarla. Ed ora pregavo quelle dita di non smettere. Mi ero risvegliato e con me anche i miei sensi e le mie voglie. La mano aumento il ritmo di penetrazione e l'altra mano inizio' a pizzicarmi i capezzoli. Poi qualcosa di umido inizio' a bagnarmi i capezzoli gia turgidi. Una lingua giocava su un capezzolo e poi sull'altro. Venivano succhiati, morsi, leccati con voracita'. Le dita smisero di aprirmi il culo, e furono sostituite da una lingua calda e bagnata. E vorace come quella che ancora stava gustando i miei capezzoli. Percio' erano in due. Erano entrambi gentili nei movimenti e sembrava volessero farmi provare piacere. La lingua nel mio culo ora era accompagnata dalle dita di prima. Mentre quella che mi leccava i capezzoli si interruppe. E anche le dita sparirono. Qualcosa inizio' a picchiettarmi le labbra. Aprii la bocca e mi ritrovai a succhiare una cappella. Pian piano anche il resto dell'uccello mi fu infilato in bocca. Quell'uccello mi scopo' la bocca cn foga finche' una sottile voce gli disse di fare piu' piano. Allora i movimenti rallentarono ma cerco' di infilarmelo tutto in bocca tenendomi premuta la testa. Con stupore non trovai pelle o pelo alla fine del cazzo, ma una zip. Probabilmente quell'uomo non si era neppure degnato di spogliarsi. Quello che mi stava leccando sostitui la lingua e le dita con il suo cazzo e inizio a scoparmi. Sentivo quella mazza dura penetrarmi velocemente. Come fosse una cosa proibita ce sarebbe dovuta finire presto. Sentivo che anche il secondo uomo era vestito. E mentre mi sbatteva qualcosa faceva uno strano tintinnio. Come dei braccialetti sbattuti tra di loro, forse indossava dei bracciali l'uomo che mi scopava. L'altro uomo si mise a cavancioni sopra di me e ricomincio' a scoparmi cn foga la bocca. Questa volta il suo compare non lo fermo ma accellero' anch'egli l'andatura della cavalcata. Io godevo come un porco nel pieno dei miei sensi. Inavvertitamente l'uomo che mi teneva la testa per scoparmela mi alzo' la benda cosi potei scorgere il pantalone blu, la cintura nera ed una mano sinistra con un anello d'oro bianco con una pietra nera sull'anulare. Stavano godendo. Li sentivo gemere ed ansimare senza sosta. Poi quello che mi scopava la bocca disse all'altro che dovevano finire in fretta. Era un italiano perfetto. Non poteva essere lo stesso uomo che avevo sentito parlare mentre avevo ripreso conoscenza la volta prima. Ad un tratto dallo scorcio sotto la benda vidi la cappella dell'uomo che puntava proprio verso la faccia. Uno schizzo di sborra calda e non vidi piu nulla. Quello schizzo mi aveva chiuso l'unico spiraglio visivo che avevo. Poi gli schizzi continuarono e mi sentivo la faccia bagnata e calda. Ad un tratto anche il mio culo fu ricoperto da schizzi caldi. Ero comperto dalla sborra di quei due uomini. Appena finirono di venire li sentii andare via rapidamente. Cercai di fermali gridando loro di aiutarmi ma nn c fu nulla da fare. Poco dopo quella strana sensazione riprese possesso del mio corpo e mi fece perdere i sensi.Quando mi risvegliai ero affiancato da due agenti di polizia, non ero piu legato e bendato. Finalmente mi avevano trovato ed avevano arrestato i miei sequestratori. Mi accarezzai la faccia ed ero ancora bagnato, probabimente di sborra. L'agente che sembrava il capo (era il più vecchio tra i due. Forse aveva appena raggiunto il 40 mentre l'altro sembrava ne avesse solo 30) allungo la sua mano per stringere la mia. Era una situzione surreale, ancora nudo e bagnato, coperto solo da una coperta che gli agenti mi avevano messo sopra. I muri di una stanza che non conoscevo, senza arredamento e con poca luce. Solo un letto in centro alla stanza. Rumori estranei e pensieri disconnessi. Non ero a mio agio in quello stato. Poi una cosa famigliare. Un rumore.  Uno strano tintinnio. Come dei braccialetti sbattuti tra loro. Guardai la mano dell'agente capo che stringeva la mia e vidi dei braccialetti al suo polso. Era un caso. Poi alzai lo sguardo verso l'agente giovane che era in piedi. La divisa era blu. Ed entrambi portavano anche una cintura nera. E sull'anulare della mano sinistra il giovane agente portava un anello in oro bianco con una pietra nera. Li guardai entrambi con un sorriso malizioso e compiaciuto.Non era possibile, ma è proprio vero. L'occasione rende l'uomo ladro.