CANARINI DI COLOREALLEVAMENTO DEL CANARINO NELLE VARIETA' GIALLO E BIANCO di LUIGI RITACCIO e-mail luigi.rit@alice.it |
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57° CAMPIONATO MONDIALE ORNITOLOGIA
IL PROSSIMO CAMPIONATO MONDIALE DI ORNITOLOGIA SI SVOLGERA' NELLA CITTA DI PIACENZA,
DAL 15 AL 25 GENNAIO 2009
ACCOPPIAMENTI BIANCHI DOMINANTI E GIALLI
BIANCO D. X GIALLO : 50% GIALLO - 50% BIANCO D.
BIANCO D. X BIANCO D. : 25% GIALLO - 25%EMBIONI NON VITALI - 25% BIANCO D.
ACCOPPIAMENTI BIANCHI RECESSIVI E GIALLI
BIANCO R. X BIANCO R. =
100% BIANCO RECESSIVI
BIANCO R. X GIALLO =
100% GIALLI /BIANCO R.
BIANCO R. X GIALLO/BIANCO R. =
50% GIALLO/BIANCO R.
50% BIANCO RECESSIVI
GIALLO/BIANCO R. X GIALLO/BIANCO R. =
25% GIALLI
25% BIANCHI R.
50% GIALLI/BIANCHI R.
GENETICA
I - inhibitor
Autosomico incompletamente dominante
Gruppo di associazione II - cromosoma 2
Il simbolo I sta a significare inibitore del pigmento, in quanto un singolo gene è in grado di sopprimere la produzione dell’eumelanina con un lieve effetto sulla feomelanina. Il simbolo I fu usato per la prima volta da Hadley nel 1913 per individuare gli effetti del gene scoperto da Bateson nel 1902. Questa mutazione è caratteristica della Livorno bianca, ma è posseduta anche dalla Cornish rossa orlo bianco e Giubileo, Polish fulva orlo bianco, Wyandotte fulva orlo bianco, dai due Combattenti Inglesi Antico e Moderno pile, dal Collo Nudo del Forez. Quei pulcini che da adulti saranno completamente bianchi, quando nascono sono di colore giallo chiaro.
Il
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CHI NON HA SUBITO NEL SUO ALLEVAMENTO QUALCHE MORTALITA' DI NIDACEO PER CAUSE DEL COSIDETTO PUNTO NERO , ALZI LA MANO.
1^ parte
La nascita di piccoli con una macchiolina nera più o meno visibile e di dimensioni variabili sulla parte sinistra sottocostale dell'addome, indica che il soggetto è affetto da sicura patologia, essa ha origine già nei giorni di incubazione e crescita embrionale.
Da questa prima valutazione se ne detrae la trasmissione dei canarini adulti all'uovo, che nella fase di formazione in apparato riproduttivo della femmina,prossima alla deposizione, ne contamina la gestazione.
Ordunque l'attenzione maggiore è da rivolgersi ai riproduttori che nell'apparenza sani, sono portatori di misfatte patologie,questi conducono una vita regolare assolvono ai loro bisogni fisiologici che la specie le dona con assiduità e regolarità,questo atteggiamento falsa la conduzione da parte dell'allevatore al chè tutto proceda bene.
Spesso si notano mortalità embrionali di diverso stadio, ciò indica che la morbosità è alquanto sostenuta di converso si può notare una regolare schiusa con pullus in carne e vitali,la presenza di solo qualche piccolo di una nidiata stà ha significare che l'affezione morbosa non riveste una massima gravità,quest'ultima ipotesi non deve indurre l'allevatore ad una presa di coscienza del fenomeno come casualità sporadica .
E' buona norma ,quindi , per evitare al minimo brutte sorprese far effettuare un esame battereologico e parassitologico delle feci ,prese a campione in diverse gabbie dell'allevamento, questa operazione và eseguita almeno un mese prima dell'inizio degli accoppiamenti, a tal riguardo le analisi vanno fatte da un laboratorio specializzato in patologia aviaria, non chè affidarsi ad un veterinario che, come si suol dire mastica di ornitologia.
Fatte queste operazini che dovrebbero nel caso in cui l'allevamento fosse contaminato da microbi dannosi per il prosieguo delle prossime cove programmate e sottoposti i soggetti a terapia, consigliata dal laboratorio con un farmaco appropiato, risultato efficace dall'antibiogramma nel contrastare il batterio scoperto, fatto ciò, diciamo che il grosso è fatto , ma purtroppo in base alla mia esperienza del tutto personale e vincolata al mio allevamento, non è del tutto sicuro che la conduzione delle prossime cove abbia garanzia di ottimalità dal punto di vista di nascite e svilutto dei nidacei , al 100 % .
Sulla scorta di quanto sopra proviamo a farci alcune domande , il fatto che le terapie indicate dai risultati degli antibiogranmmi hanno una loro validità parziale in alcuni novelli ed totale efficacia in altri,la terapia risulta buona inizialmente e successivamente si nota una diminuzione dell'efficacia se non adirittura l'inefficacia completa ,e ancora, perchè piccoli facente parte dello stesso nido crescono in modo ottimale pur esposi ad una pericolosa infezione dei soggetti infetti ? in natura e scienza tutto è ipotizzabile e con i dovuti ragionamenti supportati da elementi dimostrabili, si può anche dare delle serie risposte.
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NOTIZIE
PER LA DETENZIONE DELLE SPECIE PROTETTE BISOGNA ATTENERSI SCRUPOLOSAMENTE ALLE NORME CITES.
Sono le specie iscritte all'Appendice II e III.
Il loro commercio deve essere compatibile con la sopravvivenza delle specie in natura.
L'elenco comprende oltre 10.000 specie elencate nel Reg.(CE), delle quali le più comuni sono:
tutte le specie, che non risultino iscritte all'Appendice I, di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi e antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, coccodrilli, gechi, camaleonti, iguane, coccodrilli, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne, coralli madreporari a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas, euforbie, aloe, orchidee, ciclamini.
La CITES non esclude che alcuni Stati possano adottare misure di protezione più
rigorose per la protezione delle stesse specie o di altre specie selvatiche