After my pit stop

VentidueDiNovembre-


Solo ora lo capisco. A distanza di tempo. Ora che di tempo non ce n’è. Ora che il ricordo diviene nostalgia. E la nostalgia si fa rimpianto. E il rimpianto è acre di rabbia. Di quella rabbia che ti prende a pugni il cuore...Solo ora lo capisco: tu mi amavi. Noi ci siamo amati. Ci amavamo davvero, ma senza saperlo. Ognuno a suo modo. Non era diversa l’intensità, erano diversi i modi.Era come se tu nuotassi, mentre io stavo volando. Tu aspettavi di abbracciarmi in acqua, io tentavo di accarezzarti sospesa in aria.Tu continuavi a nuotare, è vero, ma desideravi che nuotassi con te: era questo il tuo modo di amarmi. Mentre io continuavo a volare. E restavo a tormentarmi perché tu non prendevi parte ai miei voli. Avrei dovuto smettere di amarti come volevo mi amassi tu. Ed iniziare ad amarti come desideravi essere amato. Io ti avrei aiutato a cucire le ali, tu mi avresti insegnato a nuotare. E non avrebbe più avuto importanza cosa. Ma l’avremmo fatto insieme.Invece siamo rimasti ad urlarci addosso sull’asfalto. E urlavamo così forte da non riuscire a sentirci.Finché, un giorno, quell’asfalto si è spaccato. Proprio in mezzo a noi. E il nostro amore ci è finito dentro. Solo ora lo capisco. A distanza di tempo. Ora che di tempo non ce n’è. Ci siamo amati in modo talmente egoistico da non riuscire ad amarci, pur amandoci più di ogni altra cosa.