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Gerace la Firenze del Sud

 

 

V DAY COME "VAFF.....O DAY" (8 SETTEMBRE)

Post n°23 pubblicato il 10 Settembre 2007 da conoscerelalocride

V DAY COME "VAFF.....O DAY" (8 SETTEMBRE)

 
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Un ricordo ha due uomini speciali

Post n°22 pubblicato il 09 Settembre 2007 da conoscerelalocride

E ai uomini di scorta diq uesti due grandi uomini che hanno lottato contro la mafia le loro parole cantinuano ha camminare ancora 

Video Antimafia-Tributo a Falcone,Borsellino,Dalla Chiesa

!!

Paolo Borsellino

FALCONE E BORSELLINO-Per non dimenticare

Questo e amore per la patria e le cose oneste vorrei che tutti fossimo cosi ma non lo siamo

 
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Un pensiero per un grande generale

Post n°21 pubblicato il 09 Settembre 2007 da conoscerelalocride

Fra qualche giorno in tv ci sara un tributo ad un grande uomo che ha lottato contro il terrorismo ma e stato piegato fermato dalla mafia

Io credo che gli uomini se parlano lasciano il segno  e si puo cambiare facciamolo tutti !!!

Tg1 Generale Dalla Chiesa

Cento giorni a Palermo

DAL SET DE "IL GENERALE DALLA CHIESA

Sapete forse se ognuno di noi parlasse non ci sarebbe tanto odio ma solo tanto amore.

 
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Ultime notizie dal mondo

Post n°20 pubblicato il 09 Settembre 2007 da conoscerelalocride

Per ricordare 11 settembre 2001

Mentre girovagavo tra le pagine ho trovato questi video indaggini del 11 settembre che mi hanno fatto riflettere molto.

Si perchè ero disperato per una cosa mia e trovando questo mi sono detto che mondo di merda viviamo.

ora li metto e ditemi cosa pensate di ciò lasciando dei commenti anche voi.

11 settembre - Dov'è la verità?

Quindi ora ditemi cosa ci nascondono e tutto verò ciò che succede nel mondo !!!

11 settembre primo schianto!!

11 SETTEMBRE 2001: il secondo schianto

 
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Abbiante il coraggio di protestare

Post n°19 pubblicato il 09 Settembre 2007 da conoscerelalocride

Anche questo Blog Aderisce al Fanculo Day

Per quanto uno possa non credere siamo governati da ladri e gente che uccide

e staimo solo ha gurdare !!!!

Protestiamo anche noi dicendo la nostra liberamente .

 
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Post n°18 pubblicato il 07 Settembre 2007 da conoscerelalocride
Attenzione leggete e vedete il video

Salve, a tutti rieccomi qua gironzolando fra le scartofie preso dai nervi di una cosa ingiusta. Sono incappato in un altra cosa molto dolorosa per me e credo tutti i CALBRESI ma tutti i cittadini della LOCRIDE . Si chi crede in qualcosa che esiste, intanto dico grazie alla mia dolce compagna che mi appoggia in questo e lotta anche se in modo diverso da me da lontano . sulle ingiustizie  ma grazie a tutti coloro che hanno scritto qualcosa per darci una mano.

Ma vorrei che voi visitiate il nostro blog Conoscerelalocride 

 e non solo magari venire ha vedere se ciò che il primo video che e qui vuol fare sembrare . perchè credo il secondo non lo possa dimostrare .

Ora dico hai cari giornalisti perchè , si perchè volete denigrare il nostro mondo la nostra fede, e non ci date invece una mano concreta .

Ad uscire da questo mondo di merda e di mafiosi facendo con noi una lotta dimostrando che c'è la gente perbene in Calabria ma non solo io credo che tutto il mondo e paese e ovunque c'è la brava e cattiva gente.

Vi pregherei di leggere GENTE D'Aspromonte di Corrado Alvaro e capirete tante cose. Da leggere un attimo la storia della CALABRIA dal 1783 . anzi dal 5 Febbraio 1783 per capire .

ora se potete e ne avrete voglia guardate questi video.

IL SANTUARIO DELLE STRAGI!!!!

Santuario di Polsi: festa di fede ma blindata

Guardate io credo che c'è molta discriminazione specie su di noi.

Lo dissi gia in qualche altro post non dico che ciò che si vede e si sente non sia vero ma guardatevi intorno nei vostri paesi in tutto il mondo e ditemi pensate che da voi non ci sia la delinquenza e come la volete chiamare voi .

TSUNAMI_1966 contro ogni tipo di mafia di armi e giornali.

 
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Post n°17 pubblicato il 03 Settembre 2007 da conoscerelalocride

I sindaci della Locride: "In questo momento siamo tutti di San Luca"

''Siamo tutti di San Luca in questo momento e abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà alle persone perbene dopo quanto accaduto a Duisburg". Lo ha detto il sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia, che assieme ad un gruppo di primi cittadini della Locride, ad intellettuali, docenti universitari e imprenditori (tra gli altri l'ex presidente di Confindustria Calabria, Pippo Callipo) provenienti da tutta la regione ha fatto visita al Santuario di Polsi alla vigilia della Festa della Madonna della Montagna che si celebrerà domani. I partecipanti all'iniziativa si sono ritrovati nel Municipio di San Luca da dove hanno raggiunto il santuario mariano di Polsi per essere accolti dal vescovo della Diocesi di Locri, mons. Giancarlo Bregantini. "Abbiamo inteso trasformare Polsi - ha aggiunto Ammendolia - nel luogo di avvio di una sorta di liberazione della regione dalla tirannide mafiosa. Anche il presule ha sostenuto la nostra volontà di costruire una piattaforma a più voci partendo soprattutto dall'esempio concreto". "Da parte nostra come rappresentanti delle istituzioni - ha detto ancora Ammendolia - dobbiamo riconoscere che se la 'ndrangheta e' così ardita qualche errore è stato commesso".

 
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Faida San Luca.

Post n°16 pubblicato il 03 Settembre 2007 da conoscerelalocride

fidanzata Vottari: "Se esce si ferma tutto..."

"Dicono che, cioé da fonte sicu... Cioé c'é gente che dice.. se esce fuori poi si ferma tutto. Capito. Tipo ... datecelo e poi si torna come ...". A dirlo ad un'amica è Maria Gabriella Giorgi, fidanzata di Sebastiano Vottari, rivelando al tempo stesso, inconsapevolmente, il coinvolgimento del fidanzato nell'agguato compiuto a Natale 2006 nel quale fu uccisa Maria Strangio, ed il tentativo di porre un freno alla faida di San Luca con l'omicidio di Sebastiano. Il giovane è stato sottoposto a fermo, ieri, con l'accusa di essere uno degli esecutori dell'agguato. Della telefonata, intercettata il 24 marzo scorso, gli investigatori capiscono che la giovane, studentessa universitaria a Messina come Vottari, non vede il fidanzato dai primi giorni di marzo. Ed il primo marzo, ignoti, spararono contro l'abitazione del suocero dei Vottari. La giovane ricorda all'amica un episodio del 10 marzo precedente, che chiama "incursione", quando i carabinieri hanno scoperto un bunker sotto l'abitazione della madre di Sebastiano, attribuendogli il suo crollo psicologico dovuto al timore che il fidanzato possa essere coinvolto nel ritrovamento. "Hanno fatto una puttanata. Cioé una cosa più ... La cosa peggiore non la potevano fare": dice l'amica a Maria Gabriella riferendosi all'agguato di Natale. Nel corso della telefonata, poi, Maria Gabriella, conferma all'amica i propri sentimenti per Sebastiano e la sua disapprovazione per il gesto, anche perché i responsabili del delitto sono ormai a tutti noti e la vendetta da parte della famiglia contrapposta è inevitabile, anche a distanza di molti anni. Quindi Maria Gabriella dice che nessuno era d'accordo: Gabriella: "Nessuno.. cioé ..guarda.. che nessuno era d'accordo. Cioé.. neanche i suoi". Amica: "Uhm.. più o meno.. insomma..". Gabriella: "No!. Te lo posso garantire..". Amica: "Ho capito ma se li hanno mandati! Cioé .. Dico.. se é stato ..cioé ..é stato effettivamente..". Gabriella: "Si ma chi l'ha mandato?". Amica: "No.. non a lui .. in generale sono stati.. comunque mandati.... A No? Ma scusa ma se si doveva fare molto tempo prima ..". Gabriella: "Si.. nella sua testa.. Si ma nella sua testa però.. no .. non erano molto .. e da qui nasce il fatto che hanno fatto una gran cazzata ..". Amica: "Certo certo.. scusa.. a settembre quella cosa .. per cui ..". Gabriella: "Si..si.. però.. però non così ..hai capito. Molto.. cioé si doveva aspettare molto.. molto di più.. gli sarà partita qualche molla storta .. quel giorno". Amica: "A Lui?". Gabriella: "Uhm .. Ha fatto tutto da solo. Capito? Ed ora dicono che .. Cioé c'é gente che dice.. se esce fuori poi si ferma tutto". Quello che colpisce gli investigatori, riportato anche negli atti del procedimento, "é la perfetta conoscenza collettiva da parte di tutti gli abitanti della zona, comprese due giovani studentesse universitarie, della faida in corso tra i due gruppi familiari, che rendeva addirittura prevedibile, da molto tempo, la possibilità che si verificasse quanto poi si è effettivamente verificato nel giorno dello scorso Natale".

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 03 Settembre 2007 da conoscerelalocride

San Luca, Maria Giorgi:"Quanto pubblicato su quotidiano Calabria Ora non corrisponde a verità"

''Avendo preso visione degli articoli 'Se esce fuori poi si ferma tutto...', pubblicato sul quotidiano Il Domani - Calabria, e "L'agguato di Natale? Una gran cazzata", pubblicato sul quotidiano Calabria Ora, tengo a precisare che quanto redatto non corrisponde completamente a verità ed invero, la conversazione a cui si fa riferimento negli articoli, che si è svolta tra me ed una mia amica, è stata assolutamente fraintesa in quanto si tratta meramente di una conversazione generica, senza alcun riferimento preciso". Lo afferma, in una dichiarazione, Maria Gabriella Giorgi a proposito dell'intercettazione riportata nel negli atti dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria sulla faida di San Luca. "Infatti, le mie affermazioni, che sono uscite fuori durante questa ingenua (e sottolineo ingenua) conversazione - sostiene ancora Maria Gabriella Giorgi - non corrispondono ad una certezza: ripeto che si tratta solo ed esclusivamente di un ingenuo commento ad una delle tante voci sentite in giro. Vorrei anche dire che molte affermazioni della conversazione hanno un tono ironico (anche se non sembra) e sono sempre e solo commenti! Orbene, io sono una studentessa universitaria a Messina (come è stato giustamente detto); ho sempre frequentato le lezioni e ho sostenuto tutti i miei esami in maniera regolare e a pieni voti durante tutto l'anno, a prova del fatto che non ho subito alcun crollo psicologico! Di tutta questa vicenda io non ho mai (e dico mai!) saputo niente di più di quello che si legge sui giornali o che si sente dire in giro: non mi sembra così strano fare un commento su una notizia letta su un giornale (episodio del 10 marzo) e che, effettivamente, non mi ha fatto molto piacere. Infatti tengo a precisare che i miei rapporti con Sebastiano Vottari erano solo ed esclusivamente dovuti al fatto che frequentavamo lo stesso ambiente universitario: si parlava solo di esami e lezioni". "Pertanto - conclude Maria Tersa Giorgi - vi invito cortesemente a rettificare, nella maniera più assoluta, quanto é stato scritto negli articoli in oggetto in modo da chiarire l'equivoco che si è verificato, che ha danneggiato e danneggia sia la mia persona e soprattutto la posizione della mia famiglia, che non è a conoscenza di nessuno di questi problemi e che si è venuta a trovare in una situazione difficile". 

 
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I Due Giovanni Strangio: San Luca_Duisburg a mano armata

Post n°14 pubblicato il 03 Settembre 2007 da conoscerelalocride

Hanno lo stesso nome e lo stesso cognome: Giovanni Strangio. Ma giocano ruoli opposti nella faida di San Luca, un paese che su quel cognome scivola nel sangue.

Il primo (a sinistra nella foto) gestiva il ristorante “Da Bruno”, teatro della strage di Ferragosto a Duisburg, col fratello Sebastiano, rimasto ucciso nell’agguato. È stato fermato il 30 agosto a San Luca, insieme ad altre 31 persone, con l’accusa di traffico di armi e di associazione mafiosa, per avere fatto parte della cosca Pelle-Vottari. Tra le persone arrestate ci sarebbero anche i responsabili della sparatoria dello scorso Natale nel paese in provincia di Reggio Calabria in cui morì Maria Strangio, la moglie 33enne di uno dei boss di San Luca, Giovanni Luca Nirta.

L’altro Giovanni Strangio (a destra nella foto), 28 anni, è ora ricercato dalla Polizia tedesca, perché considerato uno dei responsabili della mattanza di Duisburg, che avrebbe dovuto vendicare l’eccidio di Natale. Sospettato di far parte del clan Nirta-Strangio, è imparentato con Maria Strangio. Gli agenti hanno pubblicato la sua foto sul sito ufficiale e la magistratura offre 10 mila euro a chi fornirà informazioni utili a catturarlo.

Il 28enne è nato a Siderno, in Calabria, ed è residente a Kaarst, in Nordreno-Vestfalia. È alto 1.74, magro, ha i capelli scuri e gli occhi blu. Si cerca anche l’automobile che ha affittato, una Renault Clio con targa tedesca. Proprio al funerale di Maria Strangio era stato arrestato perché aveva addosso una pistola ed era rimasto in carcere fino a metà del 2007. Appena uscito ha ripreso le armi e la via della Germania.

 
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Faida San Luca.

Post n°13 pubblicato il 01 Settembre 2007 da conoscerelalocride

 Irreperibile cugino Giovanni Strangio


Tra le persone appartenenti alle famiglie coinvolte nella faida di San Luca che si sono rese irreperibili, nel timore di essere uccise nell'ambito dello scontro, c'é anche Sebastiano Strangio, cugino di Giovanni Strangio, il giovane incriminato dalla Polizia tedesca con l'accusa di essere stato uno degli esecutori della strage di Duisburg. Sebastiano Strangio è scomparso subito dopo l'omicidio, il giorno di Natale del 2006, della sorella Maria, moglie di Giovanni Nirta, vero obiettivo dell'agguato. La cosca Strangio, alias Jancu, può essere considerata, secondo quanto è scritto nel provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria, "tra le più radicate e pericolose del comprensorio di San Luca e dell'intera fascia jonica calabrese. Nel corso degli anni ha acquisito un considerevole potere carismatico in forza del vincolo associativo che lega elementi socialmente pericolosi". Sebastiano Strangio viene indicato come uno dei capi della cosca. Il suo rapporto con Giovanni Strangio è considerato dagli investigatori molto stretto e questo rafforza l'ipotesi che la strage di Duisburg in cui sono stati uccisi sei presunti appartenenti alla cosca Pelle-Vottari sia stato ordinato dal gruppo Strangio-Nirta per vendicare l'assassinio di Maria Strangio.

 
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San Luca

Post n°12 pubblicato il 01 Settembre 2007 da conoscerelalocride

cala apprensione su festa Madonna di Polsi

L'operazione condotta ieri da polizia e carabinieri con il fermo di 32 presunti affiliati alle cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, contrapposte dal 1991 nella faida di San Luca, ha fatto attenuare l'apprensione esistente, anche negli investigatori, per la festa della Madonna di Polsi che sarà celebrata domenica. Si tratta di una cerimonia particolarmente sentita a San Luca e che richiama al Santuario di Polsi migliaia di persone. L'apprensione, sorta dopo la strage di Duisburg, non nasceva dalla festa in sé, ma dalla data della ricorrenza. Un elemento che si ripete nella faida di San Luca, infatti, così come riportato anche negli atti dell'inchiesta, consiste nella scelta delle date: tutti gli omicidi di rilievo sono stati commessi in occasione di festività, a cominciare dall'inizio dello scontro. I primi omicidi, infatti, sono stati compiuti il giorno di carnevale del 1991; poi si è tornati a sparare il primo maggio 1993, quando furono compiuti due agguati in tre ore e furono uccise complessivamente quattro persone; il giorno di Natale scorso e, per ultimo, a Ferragosto a Duisburg. A questi si aggiungono anche altri episodi compiuti in occasione di ricorrenze personali delle vittime, come nel caso di Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", ritenuto il mandante della strage di Natale e da tempo irreperibile, rimasto paralizzato per un agguato subito giusto un anno fa, il 31 agosto, in seguito al quale ha perso l'uso delle gambe, mentre stava portando a casa il primogenito nato da pochi giorni. "Colpendo in queste occasioni - è scritto negli atti - le cosche ottengono il risultato di ricollegare, vita natural durante, giornate particolari, tradizionalmente dedicate a momenti piacevoli in compagnia di parenti ed amici, a ricordi luttuosi, così perpetuando anche la sofferenza dei superstiti".



 
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AIUTIAMO RICCARDO PIO

Post n°11 pubblicato il 01 Settembre 2007 da conoscerelalocride

HO trovato l'ispirazione nel blog di storiedimare0

Regione Calabria: “Aiutiamo questo bambino…”

La storia di Riccardo Pio.

“Salve mi chiamo Giulia,

sono la mamma di Riccardo Pio D’Avanzo un bimbo, di 3 anni e 7 mesi che ha causa del trauma che ha avuto durante la nascita è cerebroleso, mio figlio non parla, non cammina, non regge la testa e si alimenta tramite gastrostomia (sondino gastrico).”

Comincia così il racconto di mamma Giulia sul suo blog personale…
Riccardo Pio è un bambino fantastico affetto da una malattia rara, la sindrome di west, è ha bisogno di cure, in particolare di una terapia, ossigeno terapia, che dovrebbe fare per un periodo di almeno 3 anni, negli U.S.A.
Alla domanda posta alla Signora Giulia, “ma le strutture pubbliche non intervengono in merito?” La risposta della Signora Giulia è stata la seguente:
Buongiorno e grazie per aver deciso di aiutare mio figlio.
Ci siamo rivolti alla Regione Calabria ho parlato con la
Dottoressa Barone, braccio destro dell’Assessore alla sanità Doris Lo Moro, per avere un acconto ci hanno chiesto una cosa impossibile, praticamente volevano che gli portassi un certificato da un medico italiano specilizzato in neuroriabilitazione che dice che mio figlio con questa terapia può migliorare, ma giustamente non me lo ha fatto nessuno in quanto questa terapia in Italia non viene praticata, ho presentato loro il certificato del centro della Florida dove se Dio vuole porterò mio figlio, gli ho presentato la versione inglese e quella italiana, dove c’è scritto chiaramente che mio figlio può migliorare con questa terapia, ma la regione non lo accetta, vuole a tutti i costi il certificato da un medico italiano.

Ora abbiamo fatto un’altra domandina per il rimborso delle spese e sè l’accettano, al rientro dalla Florida dovrebbero rimborsarci la metà o qualcosa in più dei soldi spesi al centro della Florida e tutto il resto a carico nostro.
Cose da non credere!!
Vi mando un abbraccio a tutti GRAZIE.

Quindi il riassunto amaro è, prima arrangiatevi DA SOLI, chiedendo aiuto e trovando i soldi, poi FORSE vi rimborseremo IN PARTE quanto speso ??????!!!!!!

Cerchiamo di capire “come investa” i propri danari la Regione Calabria….  

Regione Calabria
Studio sulle piste ciclabili

La Regione Calabria ha stanziato 200.000 euro per uno studio sulle piste ciclabili. A svolgere lo studio, ovviamente, consulenti esterni. Uno studio piuttosto bizzarro che rappresenta solo la punta di un iceberg delle consulenze in Regione. L’ultima relazione della Corte dei Conti, infatti, dice che i consulenti in Calabria sono troppi. La Corte segnala “un proliferare di strutture comitati et similia”, con un andamento “che sembra inarrestabile e prescinde dalla composizione delle giunte regionali, e purtroppo dalle ventilate intenzioni di introdurre risparmi sulle spese correnti o di ristrutturare la burocrazia regionale”. Per quanto riguarda i dati, il capitolo sulle consulenze è costantemente cresciuto tra il 2000 e il 2002. In particolare si è passati dall’1,98 milioni di euro dell’anno 2000 ai 6,53 del 2002 (un aumento superiore del 300%) . Spulciando tra le spese commissionate dalla Regione, si possono trovare voci curiose: si passa da un piano di bonifica per le acque inquinate (143.640 euro), all’osservatorio sul fenomeno mafioso (103.000 euro l’anno), allo ” studio di fattività delle piste ciclabili”. Appunto. Tutti studi.
Il Giornale, 18 agosto 2004

Abbiamo estrapolato tutto ciò dall’ ODISSEA_DELLO_SPRECO che vi invitiamo a leggere

Quindi riteniamo che il Presidente della Regione Calabria, potrebbe, per un breve periodo fare in modo che la SUA Regione “studiasse meno”, trovando così i soldi che servono a Riccardino… 

D’altronde il Signor Loiero già si dedica ai bambini…
L’On. Loiero è persona molto sensibile ai bambini…
Leggiamo…

Ufficio Stampa Giunta Regionale
6 Giugno 2005
Area d’interesse: Presidenza


Il presidente Agazio Loiero

sostiene un progetto di solidarietà a favore di

otto piccoli somali

Il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, sosterrà un progetto di solidarietà a favore di otto bambini somali affetti da gravi malformazioni. L’operazione umanitaria, promossa da CO.M.SE.D. (Cooperation of medical services and development), che da anni si sta adoperando per la costruzione e attivazione di un ospedale e di un poliambulatorio a Galcayo, e dal locale Comitato della Croce Rossa, si propone di attivare tutti i canali necessari per fornire ai piccoli pazienti tutte le cure necessarie. Per raggiungere questo obiettivo, però, i bimbi somali devono essere ricoverati in strutture ospedaliere adeguate e attrezzate.
Sensibilizzato dalle organizzazioni di volontariato, il Presidente Loiero, insieme all’Assessore Regionale alla Sanità Doris Lo Moro, si è subito attivato, per predisporre il trasferimento dei piccoli dalla Somalia a Catanzaro per il periodo necessario agli eventuali interventi chirurgici e alla degenza post-operatoria. A questo proposito è stato contattato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese- Ciaccio, Riccardo Fatarella, che ha dato piena disponibilità al progetto, coinvolgendo anche supporti specialistici esterni, che presterebbero la loro opera gratuitamente per salvare i bambini. Nella questione è stato coinvolto anche il Ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini, al quale Agazio Loiero ha rappresentato l’urgenza di un intervento presso l’Ambasciata italiana a Nairobi, competente per la Somalia, affinché favorisca la concessione dei visti d’ingresso necessari per l’ingresso nel nostro Paese dei giovanissimi pazienti. (d.s.)

Fonte

Ufficio Stampa Giunta Regionale
27 Gennaio 2006
Area d’interesse: Tutela della salute e Sanità

 

Il Presidente Loiero

si emoziona davanti ai bambini somali in ospedale

Il Presidente della Regione Agazio Loiero ha fatto visita ai quattro bambini somali, ricoverati nei reparti di ortopedia e Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro, dove, poco prima di Natale, sono stati operati a causa di gravi malformazioni e patologie di diversa natura. Un’iniziativa umanitaria nata durante l’estate grazie al contributo della Presidenza della Giunta Regionale, e in particolare di Vincenzo Romano, responsabile amministrativo della Presidenza, che accogliendo l’invito da parte dell’Organizzazione di volontari Comsed, aveva fatto in modo che la Giunta si facesse carico, attraverso l’approvazione di una delibera, di questa difficile situazione umanitaria che riguardava diversi casi di bambini somali gravemente ammalati. Stamattina, il Presidente Loiero, molto emozionato, si è sincerato personalmente delle condizioni dei piccoli bimbi somali, oramai in via di guarigione, grazie al lavoro prezioso svolto dai medici del reparto di Pediatria guidato dal Primario Renato Rubino. I bambini, tutti al di sotto dei quattro anni, si chiamano Mohamed Muhiyadin Ahmed, che ha subito un intervento di Osteopatia; Bilal Osman Fuad, operato invece di estrofia vescica e di epispadia; Farah Abdul Abdullahi (stenosi arteria polmonare) ed Abshir Farhan Yasin (ipospadia). Tutti stanno bene e sono assistiti dallo staff dei due reparti del Pugliese che li ha accolti con naturale spirito di fratellanza e affetto, facendone ormai dei beniamini coccolati dall’intero personale. “Questa piccola ma significativa iniziativa - ha commentato il Presidente Loiero - è la dimostrazione che questo Ospedale ha tutti i requisiti per tornare ai fasti di un tempo. Sono certo - ha aggiunto - che sotto la guida del Dg Antonio Palumbo si risolleverà divenendo sempre più un fiore all’occhiello della sanità calabrese”. “Per quanto riguarda questa struttura siamo fronte ad un bivio: tenerla fisicamente dov’è oppure spostarla altrove. Non è una scelta semplice - ha concluso Loiero - ma la Giunta deciderà nei prossimi giorni sul da farsi”. “Il nostro prossimo progetto - ha invece spiegato il primario del reparto pediatrico del Pugliese, Renato Rubino - sarà quello di addestrare i medici somali su interventi di micro e media chirurgia, che rappresentano l’ottanta per cento delle operazioni chirurgiche sui bambini in quel territorio. Per quanto riguarda gli interventi invece più urgenti e difficili, il nostro reparto - ha concluso Rubino - resterà a disposizione costantemente”. (g.m.)

Fonte 

Quindi riteniamo che per:

1 bambino

della SUA Regione

si ATTIVERA’ IMMEDIATAMENTE

Ringraziamo Francesca per averci segnalato questo caso, che anche se si distanzia un pò dai temi che normalmente trattiamo, ci sembrava giusto:

AIUTARE UN BAMBINO DI 3 ANNI,

che non è scomparso, ma è come se lo fosse…

Una specie di “bambino trasparente” c’è ma non si vede…

Scriviamo tutti assieme al Presidente della Regione Calabria Signor On. Agazio Loiero

CHE SENZA DUBBIO

AIUTERA’ RICCARDO

Anticipando i danari necessari attraverso la

Regione Calabria

 *** per scrivere clicca qui *** 

Preghiamo tutti i nostri sostenitori di divulgare questa richiesta di aiuto.

E ovviamente ci aspetteremmo che i

nostri “governanti” donassero

parte del loro aumento pari a:

300 euro da agosto e 512 euro da gennaio,

a questo bambino….

 Tieni duro Riccardino!

Un abbraccio da parte di tutti noi, con tutto l’amore che possiamo…

Forza amici regaliamogli un sogno

 
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Sicari di Duisburg ancora liberi

Post n°10 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

'Ndrangheta, 40 fermi a San Luca

Sicari di Duisburg ancora latitanti

Quaranta presunti affiliati alle cosche della 'ndrangheta coinvolte nella faida di San Luca sono stati fermati nell'ambito di una maxi-retata di Polizia e Carabinieri in provincia di Reggio Calabria. Le accuse contestate sono di associazione mafiosa, omicidi e traffico di armi, ma tra i fermati, appartenenti alle famiglie Strangio-Nirta e Vottari-Pelle, non ci sono i responsabili della strage di Duisburg, in Germania.

Ci sono anche i fratelli di due delle vittime della strage di Duisburg. Si tratta - secondo l'agenzia Ansa - di Achille Marmo, fratello di Marco, e di Giovanni Strangio, fratello di Sebastiano. Un provvedimento è stato emesso anche nei confronti di Giovanni Nirta, considerato il boss della omonima cosca.

L'operazione potrebbe segnare la fine delle complesse indagini sulle cosche di San Luca, protagoniste della cruenta faida che da oltre un decennio sta insanguinando il paese della Locride. Conflitto culminato con il massacro in Germania, nel quale sono state uccise sei persone ritenute dagli investigatori vicini alla cosca Vottari-Pelle-Romeo.

La strage di Duisburg per gli inquirenti è la risposta del gruppo Nirta-Strangio all'omicidio della moglie di Giovanni Nirta, ritenuto il boss della cosca, uccisa la sera di Natale dello scorso anno. I fermati sarebbero i presunti mandanti ed esecutori dell'agguato compiuto il giorno di Natale nel 2006 a San Luca, nel quale fu uccisa Maria Strangio. Nell'agguato rimase illeso il marito della donna, Giovanni Nirta, uno dei presunti capi della cosca, mentre altre tre persone, tra le quali un bambino di cinque anni nipote della donna, rimasero feriti. L'omicidio di Maria Strangio ha segnato una recrudescenza della faida iniziata nel 1991 dopo un banale lancio di uova avvenuto a Carnevale. 

Nascosti nel bunker

I  carabinieri hanno scoperto anche un bunker con tre persone nascoste all'interno. I tre sono nell'elenco dei destinatari del provvedimento di fermo. Il rifugio era stato realizzato sotto una palazzina nel centro di San Luca.

I Killer sfuggiti per un soffio alla polizia
I killer che hanno compiuto la strage di Ferragosto a Duisburg sono riusciti a sfuggire per un soffio alle autorità tedesche: lo ha affermato Uwe Weidemann, portavoce della polizia di Duisburg, spiegando come nel corso della maxi-retata di venerdì scorso gli agenti siano entrati in un appartamento che era stato abbandonato precipitosamente solo pochi minuti prima. "Stavamo proprio per mettere le mani su quei tipi", ha precisato Weidemann, secondo il quale nel locale perquisito "c'erano ancora bottiglie e bicchieri quasi pieni sui tavoli". I poliziotti nell'appartamento in questione hanno altresì confiscato un ingente quantitativo di denaro.

La strage durante un rito di iniziazione

Nel frattempo in Germania gli investigatori hanno ricostruito quasi del tutto le circostanze che hanno preceduto il massacro del 15 agosto, e hanno reso noto che la sera dell'eccidio nella pizzeria 'Da Bruno' non si stava festeggiando il diciottesimo compleanno di una delle vittime, Tommaso Venturi, bensì era in corso la cerimonia di iniziazione per il suo ingresso nella 'ndrangheta. Sul cadavere di una delle persone trucidate è stata infatti rinvenuta l'immagine di un santino bruciacchiato, comunemente utilizzato per il rituale di ingresso dei nuovi membri nell'organizzazione criminale.

Il portavoce della polizia di Duisburg ha poi precisato che le indagini condotte sul posto dagli inquirenti tedeschi hanno contribuito alla riuscita dell'operazione messa in atto a
San Luca, in Calabria, dai colleghi italiani.

 
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Ohhhhhhh Mi raccomando non scrivete tutti insieme

Post n°9 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Vedo che c'è una tale fila, nel mio BLOG che non riesco ha rispondere a tutti scusatemi , ma non accalcatevi tutti insieme

 
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Schende in campo Il Nostro Vescovo

Post n°8 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Monsignor Bregantini è tra le personalità più impegnate nella battaglia
contro la 'ndrangheta: "Ma adesso non è il momento delle parole"

Il dolore del vescovo di Locri
"Si può solo piangere e pregare"

LOCRI - E' una delle personalità pubbliche più impegnate, sul fronte della lotta alla 'ndrangheta. Ma oggi, dopo la strage di Duisburg, perfino lui - monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Locri - ha invitato al silenzio: "Adesso si può solo piangere e pregare, non è il momento delle parole ". Questa la sua dichiarazione, rilasciata all'agenzia Ansa.

Raggiunto al telefono nella Curia vescovile di Locri, Bregantini è apparso molto provato e colpito. "Non chiedetemi niente - ha aggiunto il presule - perchè oggi non si può dire nulla o fare alcun commento".

Insomma, un dolore troppo forte per essere espresso. Acuito dal fatto che il vescovo è da sempre impegnato, nella battaglia contro tutte le mafie. Convinzioni che lo hanno portato spesso a esporsi in prima persona. Come quando, nell'aprile 2006, prese carta e penna per scrivere una lettera a tutti i parroci della zona, in cui chiedeva, senza mezzi termini, "la scomunica per chi spara e uccide". Nella stessa missiva, l'alto prelato sottolineava ai suoi sottoposti la necessità di "risvegliare le nostre coscienze, perché mai si lascino abituare al male, ma sempre possano attivare le necessarie forme di reazione".

Grande il suo impegno anche nella mobilitazione che seguì il delitto Fortugno. E infatti Brigantini fu uno dei partecipanti al corteo antimafia organizzato da don Luigi Ciotti. Ma oggi, di fronte al sangue e alle vittime che la 'ndrangheta ha portato a migliaia di chilometri di distanza, il vescovo ha preferito chiudersi nel dolore e nella preghiera.

 

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Una telecamera ha ripreso il "gruppo di fuoco" in fuga. L'obiettivo era Marco Marmo
La strage preparata a San Luca: un depliant del ristorante ritrovato mesi fa in un covo in Calabria

Duisburg, diffuso un identikit dell'autista
Dieci killer per la strage di Ferragosto

DUISBURG - Nel palazzotto moderno e marrone del presidio di polizia tentano di cavarsela con una frase fatta: "Trovare i killer di ferragosto? E' come cercare l'ago nel pagliaio". Ma questo della 'drangheta di San Luca è un pagliaio che conoscono (e scuotono) molto bene anche nella regione della Rhur, e da molti, molti anni. Lo stupore della strage davanti al ristorante "da Bruno", costato sei vite umane, è durato molto poco, anche perché l'altro ieri i detective italiani sono arrivati in fretta e ben forniti di fotografie, dossier e rivelazioni. Una è clamorosa: un depliant pubblicitario del ristorante obiettivo dei killer è stato trovato, lo scorso 11 marzo, a San Luca. E non in un posto qualsiasi: era in un "imbosco" di armi usato dalle famiglie Vottari-Pelle, insieme con una mitraglietta Skorpion, pistole con matricola abrasa e scanner radio per "leggere" le comunicazioni degli agenti.

"Non pare una coincidenza" è la valutazione di carabinieri e poliziotti esperti delle 'ndrine al lavoro a Duisburg. Stanno passando ore con alcuni tecnici di laboratorio che esaltano il chiarore delle immagini riprese da alcune telecamere, nel tentativo di riconoscere da un dettaglio qualcuno degli assassini.

Se stando a una testimone due uomini hanno sparato, con mitragliette Uzi e pistole, altri due - secondo indiscrezioni - erano su una limousine inquadrata da una telecamera, e pronta a partire. L'autista compare in primo piano, mentre compie delle manovre. Ma altri ancora stavano di copertura. C'è chi parla addirittura di dieci persone decise a far fuori i nemici, appena fuori "da Bruno".

La scena del crimine dice che l'agguato è stato organizzato con una precisione militare: e tutto lascia supporre l'uso di una spia o quanto meno di una vedetta. Nel raggio di sessanta metri, tra il ristorante e il garage della Deutsche Telekom, ci sono tre strade parallele usate come parcheggio. Strade buie dove aspettare. Sino a quando - dopo le 2 della notte tra il 14 e il 15 - il bravo e stimato cuoco Sebastiano Strangio, quasi quarantenne, chiude la porta di cristallo blindato di uno dei più costosi ristoranti della città. E' con due camerieri e tre amici, che si dirigono tutti insieme verso due automobili, una Golf scura e un furgoncino Opel bianco.

Appena si avvicinano alle portiere, la notte s'illumina per il crepitare delle armi da fuoco. Cade Marco Marmo, 25 anni, che aveva l'obbligo di starsene a casa, a San Luca, ma se l'era squagliata in auto verso la Germania. Era sospettato di aver tenuto le armi servite per uccidere, lo scorso Natale, Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta. Vengono falciati insieme con lui, considerato l'obiettivo principale, due ragazzi, Francesco Giorgi, che non aveva diciott'anni, e Tommaso Venturi, che invece li festeggiava quella sera: un ragazzo nato e cresciuto in un sobborgo a due passi dal ristorante, considerato un ragazzo d'oro, con i compagni di scuola tedeschi che sino a ieri sera venivano a portare i lumini e i biglietti e i fiori per lui, increduli che si possa crepare così, per cose da grandi, per cose di una cosa lontana come la mafia italiana. Muoiono ammazzati anche Francesco e Marco Pergola, 22 e 20 anni, fratelli, figli di un ex appuntato del commissariato di Siderno, assunti dal cuoco, che non ha scampo, nemmeno lui.

Settanta i bossoli trovati, ma a parte un proiettile che scheggia due volte la vetrina del ristorante e un altro che segna la statuetta di una spigolatrice, la polizia non trova altri "segni".

Chi ha sparato sapeva farlo. Ci sono rose strette di colpi sulle fiancate delle auto. Chi ha sparato s'è allenato a odiare e a non farsi prendere la mano. C'era sul posto - è una supposizione molto accreditata - anche qualcuno che conosce bene questi sobborghi post-industriali. D'altra parte, nei primi anni Novanta, quando i mafiosi turchi si misero di traverso a quelli calabresi, gli uomini di San Luca decisero di farsi conoscere subito: imbracciarono le armi e spararono all'impazzata in una discoteca di Duisburg, lasciandosi alle spalle un morto e alcuni feriti. Più la fama di "duri".

Non cercano quindi nel pagliaio, i detective. Anzi frugano "non lontano". Le coperture degli assassini hanno una spiegazione datata, ma tenuta segreta. E una freschissima. Andiamo in ordine cronologico. Qualcuno ricorderà il sequestro di Alessandra Sgarella. Nel dicembre 1997 sparì dalla casa di San Siro, a Milano, e venne lasciata libera dai carcerieri, in larga parte catturati e condannati, l'estate successiva. Allora, per portare a casa l'ostaggio, venne studiata la "mappa" delle famiglie della Locride: e di San Luca in particolare. Venne a galla un fatto incredibile per gli stessi tedeschi e molto utile oggi: "Ci sono molti più sospetti di 'drangheta a Duisburg che non a San Luca".

Perciò, in un lento e meticoloso lavoro gomito a gomito, le polizie italiana e tedesca catalogarono un mondo da due facce: le luci dei locali e i grembiuli dei camerieri come avamposti dei boss che invecchiano nelle retrovie. Ecco spuntare un ristorante considerato dei Mammoliti in Giebereistrasse e altri due, sempre suoi, poco lontano. Poi una gelateria dei Nirta (incredibile pensare a un Nirta che confeziona cornetti gelato, ma succede) in pieno centro. Trovarono ben tre ristoranti dei Pelle sparsi per questa città. E un bel po' di indirizzi di tavole calde e ottimi posti in mano alla numerosa famiglia Giorgi, tra i quali - stando a rapporti mai confermati dalla Bka, la polizia criminale - si nascondono due latitanti, ricercati in Italia, i cugini Giovanni e Giuseppe.

A questi dati, si aggiunge il recentissimo rapporto dei carabinieri dedicato alla "faida di San Luca". E' datato lo scorso 13 agosto. Ha fatto dire al ministro Giuliano Amato: "La vendetta è arrivata prima della legge". Vengono infatti denunciate 60 persone e, tra queste, ci sono Strangio e Marmo, i due uccisi a Duisburg. Covata in Calabria e servita fredda in Germania, la vendetta raggiunge il primo, considerato al centro di un "vasto riciclaggio", e il secondo, che sarebbe l'armiere di una delle 'ndrine. Con tutto questo in mano, la polizia tedesca non molla, ha chiesto a chiunque sappia o abbia visto di farsi avanti e ha diffuso, in serata, il possibile identikit di uno degli autisti: magro, ricciolino, basette alla moda, con una cicatrice sotto l'occhio destro. L'uomo che porta i killer in limousine, come se fossimo nella Chicago di Al Capone.


 
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Post n°6 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Sabato scorso gli era stata notificata una diffida del questore di Reggio
Gli altri potrebbero essere stati colpiti solo perché in sua compagnia

Duisburg: un bersaglio, sei vittime
Era Marmo che doveva morire

I fratelli Pergola lavoravano nel ristorante della strage, erano figli di un ex appuntato
Sebastiano Strangio era il proprietario del locale, Tommaso Venturi studiava all'istituto alberghiero

DUISBURG - Era Marco Marmo l'obiettivo dei killer della strage di Duisburg. E' questa l'ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori. Contro di lui si sarebbe abbattuta la vendetta del gruppo Strangio-Nirta che lo considerava uno dei due membri del commando che nel giorno di Natale del 2006, con il volto coperto da un passamontagna, uccise Maria Strangio: il marito, presunto capo della cosca, Giovanni Luca Nirta restò illeso. Nell'agguato fu ferito anche un bimbo di cinque anni. Un fatto eclatante (nelle faide della 'ndrangheta donne e bambini erano sempre rimaste fuori), che doveva essere vendicato.

Il bersaglio dei killer. Marco Marmo ha lasciato in fretta San Luca. Era lì, infatti, che si trovava fino a sabato scorso; si era recato alla questura di Reggio dove gli era stata notificata una diffida del questore dal frequentare pregiudicati e dall'allontanarsi da casa nelle ore notturne.

Le altre vittime. Avrebbero avuto la sola 'colpa' di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, le altre cinque vittime dei killer. Tommaso Francesco Venturi, veniva dalla vicina Muelheim, dove aveva frequentato l'istituto alberghiero, e aveva iniziato da poco un tirocinio nel locale. I suoi compagni di scuola lo descrivono come un bravo ragazzo studioso. "Conoscevo il ragazzo, che aveva cominciato a lavorare da poco Da Bruno, ma al ristornate non c'ero mai stata", dice una signora friulana, titolare di una gelateria a Muelheim. Sul luogo della strage la donna ha deposto un mazzo di fiori bianchi con un biglietto con su scritto 'Ciao Tommaso, forza Bologna'.
"Una cosa orrenda e incredibile", aggiunge piangendo.

I figli di un agente. I fratelli Francesco e Mario Pergola, di 20 e 22 anni, lavoravano nel ristorante "da Bruno". I due ragazzi erano figli di un appuntato della Polizia in pensione, per anni aveva prestato servizio nel commissariato di Siderno. I due fratelli avevano lasciato da alcuni anni la cittadina della Locride e si erano trasferiti a Duisburg.

Sebastiano Strangio era lo chef-proprietario del ristorante, da vent'anni lavorava nella cittadina tedesca. Per lui un biglietto davanti al locale: "Ciao, Sebastiano mi mancherai, sono veramente sotto choc incredulo di ciò che è successo. La cosa più brutta che mi ha sconvolto da quando vivo. Mi mancano le parole, in questo momento non ricordo nulla. Cinque Frondi".

Quanto al sedicenne Francesco si sa che era arrivato da poco dalla Calabria ed era stato ospite di uno dei quattro. Il suo cognome, Giorgi, rimanda all'ultima vittima della faida di San Luca: Antonio Giorgi, (l'eventuale grado di parentela è da verificare), era stato ucciso a colpi di fucile mentre si trovava in un terreno di sua proprietà.

Altre piste. Ma forse c'è dell'altro. Il ristorante "Da Bruno", davanti al quale è avvenuta la strage, avrebbe in passato attirato l'attenzione degli investigatori tedeschi per un giro di riciclaggio di denaro sporco. Secondo "Der Spiegel online", inoltre, una delle sei vittime era già nota alle autorità per falsificazione di denaro. Ma nella conferenza stampa, seguita alla strage, il capo della commissione omicidi di Duisburg, ha evitato di soffermarsi su questo particolare.



La roccaforte dei clan. Le connessioni tra la 'ndrangheta di San Luca e Duisburg, è rilanciata oggi con forza dal quotidiano tedesco Bild, secondo il quale "molti capi dei clan ed i loro familiari sono emigrati da molti anni in Germania, gestiscono pizzerie ed impiegano quasi esclusivamente parenti di San Luca. A Duisburg vivono centinaia di famiglie provenienti dal paese calabrese". Il giornale sottolinea anche che "gli inquirenti tenevano d'occhio da anni il ristorante 'Da Bruno' e la famiglia dei proprietari. La famiglia è stata ripetutamente collegata ad attività relative a pizzo, armi e droga".

L'addio. "Vengono in Germania per lavorare - dice oggi un messaggio tra i fiori lasciati sul luogo della strage - dimostrando a tutti che sono persone per bene. Si allontanano dalla Calabria e dalla gente cattiva. Io ricorderò tutti loro come bravi e grandi lavoratori. Sarete nei miei pensieri. Un abbraccio e condoglianze alle famiglie".



 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Nel "paese dei pastori" di Corrado Alvaro
tutto cominciò per una rissa a Carnevale

E San Luca è un paese deserto: si sentono solo urla di dolore

DUISBURG - Quanta ferocia, quanto odio: tutto nasce nel paese dei sequestri e di Corrado Alvaro, uno dei più grandi scrittori del Novecento. L'ultimo omicidio a San Luca, a Natale del 2006: una donna del clan Nirta che aveva solo 33 anni, trucidata sulla porta di casa. Il marito era appena uscito dal carcere, condannato per traffico di stupefacenti. Da allora si è reso irreperibile.

Naturalmente il sanguinoso scontro fra i clan Pelle-Vottari-Romeo e gli Strangio-Nirta nasconde anche una battaglia per il controllo del territorio. L'Aspromonte non è più terra dei sequestri (clamorosi intorno a San Luca quelli di Paul Getty Jr. e del giovane Casella, la cui madre si incatenò sulla piazza), ma la zona, molto vicina alla costa, resta un passaggio obbligato per i grandi quantitativi di droga.

Oggi San Luca è un paese fantasma. Nessuno per la strada, dalle case dei familiari delle vittime si sentono urla di dolore. In giro ci sono più giornalisti che abitanti: solo un anziano si rifornisce d'acqua nella fontanella della piazza.

Quanto odio: tutto iniziò nel '91 per una banale lite con lancio di uova a una festa di Carnevale. Due persone rimasero uccise e due ferite: Francesco Strangio aveva 20 anni, Domenico Nirta 19. Giovanni Luca Nirta e il fratello Sebastiano rimasero feriti.

Una faida incomprensibile e sanguinosa, difficile districarsi perfino fra i cognomi. Ai funerali di Maria Nirta Strangio andò anche Giovanni Strangio, esponente di una cosca avversa: ci andò armato e fu bloccato e ferito dai carabinieri. Forse cercava il marito della donna uccisa.

L'uccisione di Maria Strangio ha provocato la riapertura della faida, che da quel giorno ha registrato altri cinque omicidi e sei tentati omicidi. L'ultimo è accaduto il 3 agosto scorso, con l'agguato fatto contro Antonio Giorgi, ucciso a colpi di fucile mentre si trovava in un terreno di sua proprietà.

Una faida che ha colpito in modo trasversale: non potendo arrivare ai capi, si cercano i parenti lontani, i collaboratori o i sicari. Una caccia all'uomo privata andata avanti per anni, che gli inquirenti non sono riusciti a bloccare. E San Luca è diventato il paese dei fantasmi: tutti nascosti o in fuga.

Un paese che Corrado Alvaro raccontò come fatto di "pastori più che di contadini". Molti di loro per paura o bisogno sono emigrati in Germania. I pastori sono diventati minatori o operai nella acciaierie della Ruhr. Molti senza rimpianto, altri con la voglia di tornare, da anziani, al paese. Scrive Alvaro in un articolo del 1949. "L'incitamento continuo era di fuggire, abbandonare questo paese maledetto: tutti quelli che siamo fuggiti ce lo siamo sentito dire dal padre e dalla madre".

 



 
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STRAGE DI DUISBURG: 40 ARRESTI A SAN LUCA,

Post n°3 pubblicato il 30 Agosto 2007 da conoscerelalocride

Trovati bunker. In manette titolare del ristorante "Da Bruno"

E' una risposta forte e necessaria quella dispiegata dallo Stato a San Luca per spezzare la faida mafiosa tra cosche contrapposte della 'ndrangheta che già tanto terrore ha provocato". Così il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e il viceministro Marco Minniti, si sono complimentati con le forze di polizia per la brillante operazione contro la 'ndrangheta.

Trecentocinquanta carabinieri, due nuclei dei Cacciatori di Calabria, dieci unità cinofile, duecento uomini della polizia di Stato del reparto prevenzione crimine della squadra mobile, dello Sco del servizio centrale di Roma, due elicotteri dei carabinieri e uno della polizia di Stato hanno partecipato alla maxi-operazione nella Locride nell'ambito dell'inchiesta sulla faida di San Luca e in relazione alla strage di Duisburg, che ha portato all'arresto di 40 persone.

Tra gli arrestati figurano elementi di spicco delle consorterie mafiose Nirta-Strangio che da anni è in lotta con il clan rivale dei Vottari-Pelle-Romeo. Tra di loro anche Achille Marmo, fratello di Marco Marmo ucciso nella strage di Duisburg e Giovanni Luca Nirta, marito di Maria Strangio uccisa il giorno dei Natale dello scorso anno. Tra gli arrestati anche Giovanni Strangio, contitolare del ristorante 'Da Bruno' insieme al fratello Sebastiano, ucciso nella strage di Duisburg.

Nel centro di San Luca, sotto una palazzina, è stato individuato anche un bunker al cui interno erano nascoste tre persone, tutte nell'elenco dei destinatari del provvedimento di fermo.

Il direttore della polizia della Bka (Bundes Kriminal Amt), Jorg Ziercke, dopo gli incontri di ieri a Roma, sarà a Reggio Calabria insieme al procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, per un vertice con i magistrati della Dda reggina Boemi, Gratteri e Feniani e gli investigatori di polizia e carabinieri per fare il punto della situazione a seguito della strage di Ferragosto.

 
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Contro tutte le mafie

AMMAZZATECI TUTTI!

DEDICATO AI PARENTI DELLE VITTIME DI MAFIA

zio pino puglisi Ficarra e Picone

 

8 settembre contro la mafia

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Una vita contro la mafia

Fabrizio Moro - Pensa VIDEO contro la MAFIA..

 

AZIONE GIOVANI SALERNO,CONTRO LA MAFIA

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peppino impastato - una vita contro la mafia

Anu mazzatu a cumpari Turiddu

 
 

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