DAZED AND CONFUSED

In questo


.....Io non credo che sia tutta colpa tua, caro ..Blogger Un po’, sì, sia chiaro, ma per il resto dev’essere proprio internet, che ti induce a farlo. L’idiota, intendo. Perché altrimenti spiegami tu il motivo per cui un mezzo che più degli altri ti garantisce libertà di espressione trabocca di grafomani mediocri, per la maggior parte mitomani, che sembrano non riuscire a tenere a freno l’impulso di farsi una pisciatina sul tronco dell’albero. Ma mica perché gli scappa: perché si può. Un po’ come quelli che nei supermercati mangiano cubetti di mortadella scadente solo perché sono gratis. E magari poi rifanno anche la fila. Per questo dico che non è tutta colpa tua. Se i quotidiani pubblicassero, una per una, tutte le lettere arrivate in redazione, ti troveremmo anche lì, tronfio, sulla tua cassettina di legno, intento a sparare la tua irrinunciabile cazzata. Lì ti scremano (e se fai caso alla qualità di quelle pubblicate, pensa quale può essere il livello di quelle che scartano); qui, invece, sai che puoi. Qui, per dire, non accetti nemmeno che qualcuno ti faccia notare che nel commentare un pezzo sei andato fuori tema. Chi è questo che si permette di incanalare in un alveo di conformismo la mia creatività e minaccia la mia libertà di espressione? Nemmeno te la fossi conquistata, quella libertà. Tipo usandola per qualcosa di utile. E mica dico rielaborare la teoria della relatività, no: sarebbe sufficiente, di tanto in tanto, dimostrare che non sei stato dotato di pollici opponibili giusto perché ne avanzavano. E invece viene fuori che sei un dio tra quelli che fanno a gara a scrivere “Primo!” quando un post è stato appena pubblicato. poi c’è la questione dell’anonimato. Perché, già, quelli come te, che sulla rete si fanno chiamare “Dragonfly” o “Frodo”, non ce li hanno mai messi nome, cognome e la faccia, quella volta in cui i professori chiesero di chi era la colpa - ed era tua, ovviamente -, altrimenti avrebbero dato un compito in classe a tutti. E nemmeno quella volta che ti fermasti al semaforo, di notte, e nel marciapiede accanto stavano riempiendo di botte uno. E quando è arrivata la volante tu non c’eri già più. Se ti avesse beccato in tempo, avresti detto che non avevi visto bene, che no, non avresti testimoniato e nome e cognome, no, grazie, preferivi di no. E neppure quando quel pallone gonfiato del tuo capo ha licenziato il tuo collega e tutti, pure tu, sapevano che non c’entrava niente, nemmeno allora ci mettesti il nome, il cognome e la faccia per dire che non era giusto. Sulla rete, puoi. C’è una giornalista che scrive pezzi geniali e ironici e con proprietà di linguaggio, e tu, nel rispondere alle sue obiezioni, non trovi altra alternativa che dirle “Sei un cesso”. C’è una ragazza che, grazie alle cose che ha scritto, ha pubblicato un libro ed è approdata in televisione, e tu, nel giudicarla in pubblico, non trovi niente di più sensato che sostenere che “i testi di quando faceva ridere glieli scriveva l’ex fidanzato comico”. E infine c’è una ragazza di 19 anni che alterna scrittura trash a racconti persino soavi, e per te, lo Sherlock Holmes del protocollo IP, “è troppo giovane, non può averlo scritto lei / non esiste, è un fake / è un commercialista di Milano quarantacinquenne che si spaccia per ragazzina”. Scrivi bene di qualcuno? “Te la vuoi far dare”. Critichi qualcuno? “Non gliel’ha data”. Qualcun altro tiene a farci sapere che ti apprezza? “Te la vuole dare”. E’ una vita molto triste, la tua, nella quale anche una semplice carineria fatta in modo disinteressato ha un corrispondente in natura misurato in trombate. Siete, tu e i tuoi amici del branco, un tritacarne di buone intenzioni. E allora succede questo: che Tu Amico BLOGGER puoi per lo meno staccarne la spina, fino a fine settimana. Niente più commenti, per un po’. Come ai bambini idioti si tolgono i giocattoli preferiti. Prendi tutto il tempo in più che questa situazione ti concede e prova a usarlo meglio: invece di scrivere una mail a Sabelli e una a Sofri, invece di commentare due o tre post su Macchianera, o sul Daveblog a dare delle stronze alle carampane, fai un respiro lungo lungo, inspira, espira, disintossicati. Poi spegni il monitor ed esci, gira, vedi gente, fai cose: impara a reinserirti in un contesto sociale sano, in un luogo in cui se conoscessero il nickname che usi in rete ti prenderebbero per il culo. Altro che Armstrong: il giorno in cui ti verrà in mente una risposta che (tu e solo tu, questo sia chiaro) reputerai arguta, sferzante, ironica, rivoluzionaria, e rinuncerai a scriverla, ecco, quello sarà un grande passo avanti per l’umanità. E se per caso stai morendo dalla voglia di contestare che non hai mai sentito pronunciare questa frase al ciclista, beh, per oggi fa niente: magari il grande passo lo facciamo domani..... oggi piangiamo ;-)