LolitaVostroMalgrado

Post N° 301


A quindici anni ero un vero terremoto. Molto più di ora. Ero politicamente attiva, anche se non ho mai capito da che parte stavo o, comunque, come classificarmi. Non ero comunista perchè non accettavo l'egemonia e la disciplina di una classe dirigente operaia (dovrebbero arrendersi al fatto che gli operai son sempre meno e la società è in mano al terziario), ma non ero neanche anarchica perchè nessuna società civile, sostenevo e sostengo, può essere costruita sulla violenza e sul sangue. Ero un'oltre-anarchica, e lo sono ancora, solo che prima pensavo di poter cambiare il mondo, pensavo che manifestare in piazze potesse servire a qualcosa, pensavo che qualcuno prima o poi mi avrebbe teso una mano, pensavo che veramente fosse plausibile l'idea di una organizzazione paritaria e non verticistica della politica. Poi...poi. Poi vedi che i capi del tuo movimento stanno lì solo per la carriera, vedi che quelli ancora più alto guadagno un ben di Dio mentre pronunciano parole di uguaglianza e statalizzazione degli averi, vedi talmente tanta di quella incoerenza che ti rompi le palle di lottare per qualcosa in cui tu solo credi e il resto del mondo specula. Speculazione sulle idee, esatto, niente di peggiore, niente di più raccapricciante per una ferma idealista come me. La rabbia e i sogni ci sono ancora, e c'è la consapevolezza che non bastano."Rabbia e sogno, ecco le due forze che muovono la contestazione giovanile. Purtroppo con la rabbia e con il sogno non si costruiscono delle società diverse, si procura solo un po' di febbre alla società esistente"Giorgio Bocca