s-vagando

vita di paese


Appuntamento al bar, con una amica, per uscire. Venerdi, il gruppo del  burraco riempie le sale; una folta rappresentanza del beghinismo locale … parecchia brava gente di chiesa. Tra questi, la madre di una antica amica di gioventù. La saluti, cordiale. Sembra stupita di vederti in giro, apparentemente frizzante e la stessa di qualche tempo fa. Immancabile la domanda: come va? E la risposta: bene (sottinteso:visto che mi vedi) Dovrebbe bastare. Invece prosegue con altre amenità e:  ti vedo bene, però.Perché sono uscita truccata e ben vestita, e sto andando a cena fuori? E rispondo: la vita continua, per fortuna. Insiste, implacabile, chiedendo notizie ancora. E per finire, alle stringate o mancate risposte, sei anche un po’ ingrassata, ti vedo bene di viso. Di nuovo, mi vede bene. Ma le fa piacere o come il suo corpo palesa, al di là delle parole, disapprova? Se provasse amore, per me, dovrebbe essere felice di vedere che la vita continua. Se no, cosa dovrei fare per meritare il suo paradiso, sentirmi colpevole, restare a piangere in casa, smettere di vivere anch’ io? Ecco, avrei dovuto uccidermi anch’io? Ah no, che per i suicidi c’è l’inferno …Sarà il taglio nuovo. Rispondo. E le giro le spalle, assaporando il mio caffè.