s-vagando

la mia personalissima recherche - 8 - Ranxerox e Ljuba


Lui nero. Lei bianca. Quello che l’ aveva attirata, e lo aveva detto candidamente, era sperimentare di persona le leggende sugli uomini di colore. Avete capito di cosa parlo. E dopo diceva: posso testimoniare che per quel che ho sperimentato, ciò che si dice, è vero“Un fisico possente, oltre i due metri, con un bel po’ di muscoli neri, asciutti, distribuiti nei punti giusti. Unica pecca il viso”diceva lei nel raccontarlo “Non per particolare bruttezza, anzi, si intonava al resto. Ho capito solo dopo che era l’anima, trasparendo da quegli occhi, a rendermelo sgradevole.  Ma il fisico, e ripeto,il fisico, da solo, faceva venir voglia di quel corpo. Completamente vestito di nero, completamente rasato, nero nel nero della notte ….”  Giacca lunga in pelle, un Morpheus. Lei pronunciava quel “completamente”, all’epoca, in un modo goloso. Per me, arrogante e antipatico, nonostante i suoi modi da gentiluomo. Così, avevano iniziato a frequentarsi.  Alla loro prima uscita, nella città universitaria, erano stati ribattezzati. A un amico di lei, vedendoli insieme, venne spontaneo esclamare: “mi sembrate Ranxerox e Ljuba!!!” E lei aveva riso, le piaceva questa cosa …… e anche Ljuba,in effetti, esplorava ….. la prima volta che nudo, le si era avvicinato, allungando le mani aveva guardato con piacere il contrasto dei toni, il bianco sul nero,suggestioni alla  Mapplethorpe. Le dimensioni le avevano suggerito d’istinto non ce la posso fare … ma era stato un attimo. La curiosità e la voglia di giocare avevano consentito che i loro corpi trovassero molta gioia, l’uno nell’altro. Per un po’, si erano letteralmente tappati in casa. Poche parole, molto sesso. Lei era letteralmente affascinata da quel corpo che si abbandonava nel suo e da quell’uccello maestoso. Ogni poro di lui trasmetteva senza filtri il suo stato di eccitazione, una specie di corrente elettrica che percepiva sotto pelle,ovunque ci accostasse la sua. Una specie di vibrazione incorporata … la trovava niente male. Ma sentiva un segnale, come una distorsione, tra l’effetto,il momento e qualcosa che sembrava andare oltre. Qualcosa in quel momento difficile da afferrare. Fu quando calmata l’urgenza del sesso iniziarono veramente a parlare, non più da Ranxerox e Ljuba, ma da vita reale, che  venne fuori inaspettato un razzista, sul serio. E non solo. Lei pensava come è possibile che un essere tanto disponibile a donare piacere si descriva in un modo per me egoista e crudele. Parlando di lavoro, dei rapporti con gli altri, della famiglia. Lei era sconcertata, talmente sconcertata che, è il caso di dirlo, alla faccia del cazzo, lo salutò.Non ricorda nemmeno il suo nome, e questo dimostra che niente, nella vita, è mai troppo reale……..