...TI DO LE STESSE POSSIBILITA' DI NEVE AL CENTRO DELL'INFERNO...Uno di quegli eventi di cui è praticamente inutile scrivere, perchè ogni parola, per quanto carica di potenza evocativa, non riuscirebbe ad eguagliare le emozioni provate. Senza nulla togliere ai concerti del passato, di artisti più o meno validi, lo devo ammettere, ma come dicevamo tutte in coro ieri "il passato non si rinnega", quello degli Afterhours di ieri sera è stato il più bello a cui abbia mai assistito, non solo per la compagnia sempre gradita (grassie a tutte!), non solo perchè inaugurava la presentazione del nuovo album, ma soprattutto per l'atmosfera, per come mi sono sentita io dopo giorni di delirio. Sola, sballottata in mezzo a sconosciuti, mi aggrappavo a magliette che non conoscevo, intrise di sudore di cui mai avevo sentito l'odore. E urlavo, quanto urlavo, con la voglia di rigettare l'anima fra quelle teste, con l'unico intento di far giungere la mia passione, il mio dolore e la mia felicità a coloro i quali sono stati complici di ogni mio vissuto, con l'obiettivo di restituire loro quanto mi hanno dato. Ma anche se ci fossimo impegnate fino in fondo non saremmo riuscite ugualmente, perchè ognuna di noi nel suo piccolo ha sperimentato cosa significhi davvero perdersi in se stesse, cosa significhi quando sai che l'unico appiglio che ti è rimasto è quella voce urlata nella tua testa. Mai mi era capitato ad un concerto di piangere, costretta forse dall'isteria del momento, dalla voglia di scaricare tutta la tensione addossata da mesi. Mi sembrava che ogni singola parola pronunciata, ogni singola nota suonata potesse richiamare un momento della mia vita, come se fossero stati lì con me, ed ogni singola porzione di ogni canzone sembrava ammiccasse indirettamente al mio vissuto. E allora ho urlato, ho pianto, fregandomene di tutto e tutti perchè ormai "FREGA UN CAZZO COSA PENSI DI MEEEEE" (cit.)
...musa un po' puttana...
...TI DO LE STESSE POSSIBILITA' DI NEVE AL CENTRO DELL'INFERNO...Uno di quegli eventi di cui è praticamente inutile scrivere, perchè ogni parola, per quanto carica di potenza evocativa, non riuscirebbe ad eguagliare le emozioni provate. Senza nulla togliere ai concerti del passato, di artisti più o meno validi, lo devo ammettere, ma come dicevamo tutte in coro ieri "il passato non si rinnega", quello degli Afterhours di ieri sera è stato il più bello a cui abbia mai assistito, non solo per la compagnia sempre gradita (grassie a tutte!), non solo perchè inaugurava la presentazione del nuovo album, ma soprattutto per l'atmosfera, per come mi sono sentita io dopo giorni di delirio. Sola, sballottata in mezzo a sconosciuti, mi aggrappavo a magliette che non conoscevo, intrise di sudore di cui mai avevo sentito l'odore. E urlavo, quanto urlavo, con la voglia di rigettare l'anima fra quelle teste, con l'unico intento di far giungere la mia passione, il mio dolore e la mia felicità a coloro i quali sono stati complici di ogni mio vissuto, con l'obiettivo di restituire loro quanto mi hanno dato. Ma anche se ci fossimo impegnate fino in fondo non saremmo riuscite ugualmente, perchè ognuna di noi nel suo piccolo ha sperimentato cosa significhi davvero perdersi in se stesse, cosa significhi quando sai che l'unico appiglio che ti è rimasto è quella voce urlata nella tua testa. Mai mi era capitato ad un concerto di piangere, costretta forse dall'isteria del momento, dalla voglia di scaricare tutta la tensione addossata da mesi. Mi sembrava che ogni singola parola pronunciata, ogni singola nota suonata potesse richiamare un momento della mia vita, come se fossero stati lì con me, ed ogni singola porzione di ogni canzone sembrava ammiccasse indirettamente al mio vissuto. E allora ho urlato, ho pianto, fregandomene di tutto e tutti perchè ormai "FREGA UN CAZZO COSA PENSI DI MEEEEE" (cit.)