Championship Vynil

Writing the words of a sermon that no one will hear...


E' strano e nello stesso tempo buffo. Ci sono posti e strade che riesco a ritrovare, a ricordare solo al buio. Anche a distanza di anni, ma col favore della luna, che sembrava allora così artistica. Se ci torno, proprio lì, col sole alto nel cielo, vago spersa e poi mi perdo e giro a vuoto intorno al casale. Ma se entro dal cancello principale verso mezzanotte come adesso, ed è forse proprio da quella porta che si apre la nuova vita ed il presente così sfacciatamente comico, riesco ad orientarmi e salgo il viale ripido, ritrovando lo scenario delle fotografie. Anche stasera ho tentato, ho provato a tornare e non ci sono riuscita. Forse mi manca il coraggio, oppure la voglia, o ancora temo di trovare qualcuno che, come me, stia sdraiato lì, nell'attesa che qualcosa cambi. E con le cuffie nelle orecchie mi domando da dove vengano tutte le persone sole. E ho paura di trovare la risposta, questo lo so. Seduta altrove comincio a capire il significato della parola "fine". E' la mia, è questa sera, è cercando di fuggirla che mi nascondo. Sbircio nell'appartamento di front a me, scopro una ventola che lentamente gira e cambia il fascio di luce che il lampadario proietta. Sono tornata qui, e non è stata colpa della musica, a cui ho attribuito la responsabilità scendendo quella strada, ma della voglia di ricominciare. Non ringrazio nessuno, neanche me stessa, che forse più di tutti lo meriterei, ma sorrido fissando la mia maglietta, la stessa, sorrido al pensiero dell'angoscia provata ed espressa su fogli azzurri: tutto cambierà, nulla sarà uguale al mio ritorno. Perchè io, forse, lo so già, perchè io, come sempre, ricordo e poi riparto.