Championship Vynil

A Vittorio...


Non l’accetto. Stavolta lo rifiuto. Perché mi lascio travolgere dall’onda dei fatti, perché annaspo, perché non trovo risposta? Il Rosso ha lasciato un solco profondo, quello della barca trascinata sulla spiaggia, che sai prenderà il largo, non immagini quando tornerà. Se tornerà. La scia della storia si dirada, e aprendo meglio gli occhi ci si accorge che ora è arrivato il momento di fare. E mi chiedo: dove sono stata fino ad ora? La risposta lacera, dilania un animo troppo a lungo sopito. Ho studiato, ho letto di te, Vittorio, sui libri di scuola, ho veduto le immagini di un passato che stento a voler sentire mio. Non mi appartiene tutto questo, come dicesti tu “c’è tutta una storia che è stata rimossa”. Io non ho una coscienza sociale, non mi sento coinvolta. Ma è una gara a rincorrere idoli, e se il mio è quel nonno che non ho mai conosciuto, ma del quale ho sentito a lungo parlare, quel nonno partigiano, che rifiutò la camicia nera, quel nonno che falsava il bilancio per sfamare i rifugiati di guerra, il nonno che canzonava gli inni fascisti a suon di pernacchie, che scriveva lettere lunghe e commoventi, ora unico testamento della mia memoria; e se il mio è quel nonno, a suo volta il mio idolo adorava te. Diceva che tu sapevi riconoscere il nemico, tu solo, in mezzo a tanti, hai compreso il valore dei fatti. Chè con le parole non si arriva a nulla. E l’ultima riunione di Emergency, neanche a farlo apposta, recava come titolo una tua citazione: “quando da una parte c’è l’esercito, e dall’altra i bambini, un uomo di sinistra sa sempre dove deve stare”. E allora prendo parte a tutto questo, e sento davvero vivo il bisogno di esserci. Ora e sempre. Adesso io lo ripeto, amplifico il tuo messaggio e me lo sussurro: bisogna fare qualcosa…