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Un blog creato da ledavinci il 26/10/2006

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« IL GIOCO HA UN INGRANAGG...EMERGENZA RIENTRATA?!?!?! »

AAA CERCASI ATTACCANTE URGENTEMENTE!

Post n°21 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da ledavinci

PURTROPPO IERI SERA ROBERTO SI E' INFORTUNATO QUINDI  SONO COSTRETTO A TROVARE AL PIU' PRESTO UN RIMPIAZZO, SE QUALCUNO E' INTERESSATO A GIOCARE TUTTI I LUNEDI' SERA E A FARE 1 ALLENAMENTO TATTICO IL MERCOLEDI' ALLE ORE 21 PRESSO IL CENTRO SPORTIVO COMUNALE DI PONTENURE SARO' BEN LIETO DI VALUTARE L'OFFERTA!!!!!
FABIO.

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Commenti al Post:
il_tino
il_tino il 02/11/06 alle 11:30 via WEB
io sono libero, giocavo nel Caratta in prima squadra come prima punta! se vuoi posso venire a provare un tempo a giocare. che ne dici?
 
 
ledavinci
ledavinci il 02/11/06 alle 15:11 via WEB
Grazie Tino certo che ti provo,ma come cibo per i cani(se prima ti sei lavato).
 
ledavinci
ledavinci il 04/11/06 alle 18:23 via WEB
Traumi e Prevenzione nei giovani calciatori Nell’ultimo decennio si è rilevato un incremento della pratica del gioco del calcio nelle attività codificate delle Scuole di Calcio. In tal modo i giovani che si avvicinano a questa pratica sportiva vengono a seguire programmi di allenamento che si inseriscono in un progetto pluriennale che prevede step diversi di competenze tecniche e di carichi di lavoro. Come avviene nella popolazione generale, anche in quella praticante calcio si possono rilevare, anche nell’ambito della stessa fascia di età soggetti a morfotipo diverso e soprattutto a differenti stati di maturazione biologica, in vero non sempre perfettamente corrispondenti all’età cronologica. Per tale motivo i carichi di lavoro devono essere attentamente valutati, prima di essere applicati, proprio per evitare l’insorgenza di traumi. Anche per i traumi dei giovani calciatori risulta essere ancora utile e valida la suddivisione in : traumi diretti e traumi indiretti, ulteriormente classificabili in acuti e cronici. La patologia traumatica nei giovani calciatori può essere ricondotta, nella maggioranza dei casi, a uno squilibrio, indotto dagli stessi allenamenti, tra la forza muscolare e la resistenza ai carichi offerta da tendini, cartilagini, articolazioni e legamenti. Infatti, mentre il muscolo va incontro in modo più rapido agli adattamenti dovuti agli allenamenti, non altrettanto si può dire per l’apparato osteoarticolare, sede di traumi acuti e/o da sovraccarico. Sebbene il meccanismo traumatico diretto può effettivamente essere ricondotto ad azioni di gioco, esso è meno frequente di quello dovuto a sovraccarico funzionale determinato non solo dall’attività sport specifica, quale il gesto atletico del calciare, quanto anche a quelle sport correlate, quale alcune esercitazioni generali. I traumi nel calcio incrementano con l’età anche perché ad essa è strettamente correlata l’intensità del gioco. L’intensità delle fasi di gioco, la più elevata velocità di esecuzione, le maggiori forze muscolari acquisite con l’età e con l’allenamento portano ad un incremento dei carichi articolari, delle forze di impatto e collisione. Il giovane calciatore incorre frequentemente in alcune lesioni tipiche dell’età: osteocondrosi, distacchi epifisari, distorsione di caviglia, distorsioni di ginocchio (avulsioni dalla spina tibiale del Legamento Crociato Anteriore), sindrome rotulee. Date le caratteristiche di elevata elasticità muscolare e di deformabilità ossea, molto più rare sono le lesioni muscolari acute e le fratture, in quest’ ultimo caso cosiddette a legno verde. Man mano che si avvicina o si supera la crescita puberale, i traumi dei giovani calciatori diventano sempre più simili a quelle che si possono osservare nei calciatori adulti. Dal punto di vista epidemiologico, i giovani calciatori europei sono quelli che presentano il più alto indice di incidenza, per traumi sport-correlati, nel mondo.Sebbene questo dato sia in buona parte da imputare all’elevata partecipazione di giovani alla ‘pratica del calcio, il dato è anche significativo e va indagato al fine di individuare i meccanismi traumatici che ad essi sottendono e mettere in pratica un’idonea azione preventiva. In modo molto utilitaristico e pratico suddivideremo i traumi non da contatto da quelli da contatto (con altro giocatore, col terreno di gioco, con la palla ecc.) e di seguito si forniranno alcune indicazioni necessarie a indirizzare la diagnosi e laddove possibile l’insorgenza del trauma o la prevenzione di una sua nuova manifestazione successiva. Traumi non da contatto. Per quanto riguarda le osteocondrosi (patologie interessanti le cartilagini dei nuclei di accresimento osseo), le forme di più tipico riscontro nel giovane calciatore sono: il morbo di Osgood-Schlatter e il morbo di Sever-Blanke. Entrambe possono comparire precocemente nel giovane calciatore (tra i 7 e i 15 anni), ma si differenziano per sede di localizzazione. Il morbo di Osgood-Schlatter si presenta con un dolore tipico riferito al ginocchio, dapprima presente solo durante la fase di calciata del pallone e successivamente, nelle fase di maggiore acuzie, subito dopo l’inizio degli allenamenti o anche a riposo. E’ dovuto a carichi ripetuti, il gesto del calciare o gli scatti, che determinano trazione da parte del tendine rotuleo, sollecitato dal quadricipite, sul nucleo di accrescimento della tuberosità tibiale che può apparire tumefatta oltre che dolente. Il dolore può persistere per tutta la fase di accrescimento e se non trattato opportunamente (la migliore terapia è il riposo) non solo tende a recidivare ma anche a determinare una reazione ossea a tipica evidenza radiografica. Il morbo di Sever-Blanke si manifesta con dolore riferito al calcagno, infatti in questo caso è interessato il nucleo di accrescimento della tuberosità del calcagno. Decorso e durata del dolore hanno le stesse caratteristiche delll’Osgood-Schlatter e regrediscono con il riposo atletico. In entrambi i casi la patologia va sospettata quando si ha di fronte un bambino praticante calcio che non presenta anamnesi positiva per traumi diretti. L’esame rx-grafico il più delle volte è dirimente. Attenzione va posta anche ai distacchi epifisari che tipicamente possono occorrere per uno scatto violento o per un calcio a vuoto. I più tipici interessano la spina iliaca antero superiore (SIAS – sartorio e tensore della fascia lata), la spina iliaca antero-inferiore (SIAI - retto inferiore), il nucleo di accrescimento della tuberosità ischiatica (NATI – semitendinoso, semimenbranoso, bicipite femorale). Anche in questi casi la diagnosi è facile se sospettata e utili sono gli esami radiografici effettuati con specifiche proiezioni. Abbondantemente noti sono i traumi distorsivi e pertanto non saranno oggetto di ulteriore disamina. Meritevole di attenzione è invece la disinserzione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) con avulsione della spina tibiale anteriore. In questo caso il LCA piuttosto che subire una lesione effettua un distacco della spina tibiale, rendendo comunque instabile il pivot centrale del ginocchio. A tale proposito molto dibattuto è, per inciso, se intervenire chirurgicamente o meno. Non esiste una regola generale ed è conveniente valutare ogni singolo caso. I traumi da contatto Possono interessare qualsiasi struttura del corpo, ma sono più frequentemente interessati gli arti inferiori. Per i giovani calciatori di età compresa tra i 5 e i 12 anni la maggior parte dei traumi interessa nell’ordine la coscia, l’anca, la caviglia e il piede. Categoria a se stante è quella dei portieri che possono subire traumi da contatto, con il terreno o con il pallone interessante in modo pressoché indifferente l’arto superiore o quello inferiore. In generale, in accordo con quanto riportato da Keller, nel gruppo di età 5-12 anni l’evento più frequente è la contusione (54%), seguita dalle distorsioni (30%), dai traumi interessanti il volto (15%) e infine dalle fratture (1%). La prevenzione dei traumi nei giovani calciatori passa attraverso una necessaria conoscenza degli aspetti fisiologici del calciatore in questa fascia di età. Il giovane calciatore non è un adulto in miniatura, quindi non solo non possono ma assolutamente non devono essere applicati i medesimi carichi di lavoro dell’adulto. Tale considerazione nasce dal fatto che l’organismo non ha ancora maturato le competenze ormonali e quindi metaboliche che possono supportare in modo adeguato l’esercizio fisico e gli adattamenti che ad esso conseguono. Tuttavia, mentre l’apparato cardiocircolatorio e quello muscolare meglio si adattano all’allenamento, non altrettanto avviene per l’apparato osteoarticolare. Infatti la maggior parte dei traumi rilevati nei giovani calciatori sono di tipo indiretto e interessano le cartilagini e/o i nuclei di accrescimento ossei che rappresentano l’elemento debole della catena cinetica dell’apparato locomotore. Da qui l’importanza non solo di adeguati carichi di lavoro in allenamento ma che questi, laddove possibile, vengano personalizzati. Si ha anche la necessità di effettuare un giusto bilancio articolare tra i gruppi muscolari proprio perché ad esempio il più delle volte la muscolatura estensoria di ginocchio, continuamente sollecitata e allenata nell’atto del calciare, risulta essere preponderante rispetto a quella flessoria. Gli stessi muscoli vanno adeguatamente allungati ed elasticizzati secondo le metodiche dello stretching muscolare, soprattutto quando cominciano le esercitazioni che portano le fibre muscolari a ipertrofizzarsi aumentando il loro diametro trasversale. Anche l’attrezzo sportivo, in questo caso il pallone, deve essere adattato alla struttura corporea del bambino. Per tale motivo è importantissimo che nelle scuole di calcio si utilizzino palloni di dimensioni e peso ridotti rispetto a quelle previste per gli adulti. Infine per ultimo, ma non per importanza si parlerà della funzione preventiva dei parastinchi. Essi sono costituiti da diverse parti assemblate fra loro e ciascuna ricopre una importante funzione. Alla valva centrale formata da materiale semirigido sono legate una benda a strappo per il fissaggio superiore e una parte inferiore che viene calzata e che può presentare o meno dei rivestimenti imbottiti a protezione dei malleoli.La valva centrale, ricoprendo la gamba ha l’importante funzione di ridurre le lesioni traumatiche che vanno da semplici contusioni dei tessuti molli cutanei e sottocutanei a contusioni ossee (ricordiamo che la cresta tibiale è praticamente sottocutanea in quanto non protetta da strutture muscolari) fino a vere e proprie lesioni ossee (tipicamente fratture a legno verde). Il design e i nuovi materiali utilizzati hanno reso i parastinchi sempre più leggeri, confortevoli e soprattutto resistenti e idonei a ridistribuire su tutta la superficie le forze di impatto e ridurre i danni del trauma da collisione. Un adeguato uso di materiale tecnico porta alla riduzione della frequenza e della severità dei traumi. In conclusione, i principali traumi nei giovani calciatori (7-12 anni) si hanno per patologie da sovraccarico. Importante per la prevenzione dei traumi è la giusta adeguatezza dei carichi di lavoro, l’idoneità delle dimensioni e del peso del pallone e dei materiali tecnici utilizzati.
 
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