PIERLUIGI LUPO

RACCONTO DI NATALE


Era una mattina grigia. Freddo poco. Si poteva uscire anche senza cappotto. Molti avevano beccato il raffreddore o la febbre, qualcuno tossiva rabbiosamente. E le donne nostalgiche riandavano all’estate, ai baci rubati dietro il fianco di una barca rovesciata. E dopo l’amore guardavano i corpi sguazzare nel mare caldo. Una massa d’acqua ondeggiante, scintillante sotto il sole. 
Il vecchio Jo stava steso sul letto. Sveglio. Non dormiva più come un tempo. Passava ore nel letto senza sapere più cosa pensare. Ma non pensare è quasi impossibile. Di solito s’alzava. Guardava giù in strada attraverso la finestra chiusa. E andava a ributtarsi sul letto. Quella mattina non sentiva neanche il rumore dell’ascensore andare e venire. La sua camera confinava proprio con la tromba dell’ascensore. Nessuno usciva o rientrava? Che fosse domenica? Anche di domenica qualcuno sarebbe uscito, perlomeno per andare a Messa. Niente, il silenzio assoluto. Anche dall’appartamento di sopra non giungevano rumori. Ed anche la signora Marcella, di fianco, non si sentiva. Di solito cantava a squarciagola vecchie canzoni romanesche. Quando gli girava male cantava forsennatamente che pareva una detenuta del carcere di Regina Coeli. A parlarci però, sulla porta, era una persona adorabile. Il marito era morto da un pezzo, ma lei non aveva più voluto risposarsi. Aveva troppo sopportato il marito e le bastava. Star sola non le sembrava vero! Certo un po’ di malinconia ogni tanto l’afferrava ma una cantata, una chiacchiera al telefono con le figlie e tutto passava. Quando gli girava proprio male o litigava con le figlie, oltre a cantare, urlava bestemmie da lasciarti secco. La domenica, se non pioveva, andava in chiesa. Ormai, era vecchia pure lei, ma da giovane, raccontava, era stata bella! Un bel donnone, come si dice a Roma, senza essere grassa. Inspiegabile come avesse potuto sposarsi Armandino. Un uomo piccolo e grasso, che passava tutto il tempo ad insultarla. E che rientrava tardi la sera dopo aver bevuto e giocato. Lo stipendio d’Armandino finiva metà nelle mani di Marcella e metà in quello degli amici al bar che lo ripulivano come un pollo appena scannato. Per farla breve il suo compagno di tressette era d’accordo con gli altri per farlo perdere. E Armandino rientrava spesso a casa sconfitto e mezzo ubriaco. Inoltre era tifoso della Lazio. Potete immaginare. Insomma, neanche la signora Marcella si sentiva. E le piccole pesti della signora di sotto, neanche loro si sentivano e per tutto il palazzo regnava un silenzio irreale. Che siano tutti partiti per le vacanze di Natale? Si domandò il vecchio Jo che intanto s’era alzato, sistemato il letto, e fatto il caffè. BUON NATALE!