PIERLUIGI LUPO

STADI CHIUSI


“E hanno pareggiato, pensa se perdevano…” mi ha detto preoccupata mia madre stamattina mentre succhiavo il latte dalla tazza. Errore. Non c’entra il risultato sportivo. Quello che abbiamo visto ieri alle stazioni di Roma e Napoli e poi nel settore ospiti dello stadio Olimpico è a dir poco sconcertante. Sconcertante non perché siamo improvvisamente tutti educati e puliti, ma perché il calcio non c’entra nulla, e non c’entra nulla la comune passione che milioni di italiani nutrono per questo sport. La verità è che per qualche migliaio, o poche centinaia, di ragazzini che vanno solitamente dai quindici ai venticinque anni, la domenica scatta l’adrenalina pura. E l’adrenalina non gliela da Totti, Lavezzi, Del Piero, Kakà, Ibrahimovic… ma la sete di violenza sangue e scontri con i celerini. La voglia di spaccare tutto, tirare sassi, rubare, incutere terrore. Scortati da un esercito di poliziotti sono loro i veri protagonista della domenica. Non ci sono rimedi. L’unico rimedio è tenerli a casa. Vietargli lo stadio. Per come la vedo io terrei gli stadi chiusi tutte le domeniche e chi vuole può vedere la partita attraverso la televisione. Ma per lasciare ancora a qualche nostalgico la gioia di vedere la partita dal vivo terrei aperte solo le tribune a cento euro. Basta con le curve, ricettacolo di ragazzini immaturi e pericolosi. Per non parlare del tifoso di professione, quello che campa con la cresta sui pullman per le trasferte, oltre a sciarpette e felpe vendute direttamente in curva, illegalmente. COSA NE PENSATE?