Adorabile Bisbetica

il mio primo cliente


Le amiche di mia madre si presero curà di meper diversi anni e per quantomi volessero bene, tutte erano consapevoli che avrei finito perdiventare una di loro. Il tempo non potevano fermarlosul mio corpo e quando diventai signorinala Grande Madre mi raggiunse in camera spiegandomicosa dovevo fare con le pezze di lino bianco che mi stavaconsegnando come se fosse una dote.Una volta terminati i giorni delle "grandi piogge"mi fece chiamare e senza troppo girarci attorno mi spiegòche era giunto il momento di fare qualcosa perripagare tutte loro di anni di sacrifici.Pensai ingenuamente mi proponesse di lavare panni e piatti,di occuparmi dellapulizia delle camere e della cucina, ma per quelle cosecontinuò ad occuparsene Elvira la zoppa, per me la grande Madreaveva altri progetti e vista la giovane età e illibatezzapensò bene di propormi ad uno dei più ricchi del paese.Monsieur Dupont.Era vecchio, grasso eppure ogni volta che arrivava alla casatutte facevano a gara per essere scelte, non mi era difficile capireil perchè ma accettarlo per quanto era viscido mi era impossibile,non l'avevo mai digerito e quindi mai e poi mai avrei creduto di doverdonare a lui la mia verginità.La Grande Madre mi raggiunse terminati i giorni del mestruoin camera, a suo parere quelle quattro mura erano diventatetroppo strette per me, che mi comunicò che era ora cambiassidi stanza - pregò Elvira di portare tutte le mie cose nella camera cheuna volta morta mia madre era sempre rimasta chiusa.Mi fece uno strano effetto entrarci e mi domandai perchè mia madre, nonm'avesse mai permesso di accedervi.Se non fosse stato per i quadricon donne denudate che avava sulle pareti era una stanzacome tutte del resto. Elvira mi comunicò nell'allontanarsiche da quel momento il mio nome sarebbe stato Lula e che avrei dovutodimenticare quello vero per sempre. Certo che erano proprio tutte stranequel giorno - percepivo negli occhi di ognuna una tristezza profonda,e mi avrei immaginato cosaa lì a poco mi sarebbe accaduto.Poco dopo le 21 Monsier Dupont arrivò e dopo aver parlato peruna buona mezz'oranmi venne presentato ufficilamente, mi guardòda capo a piedi mille voltefacendomi sentire quasi nuda, complimentandosi per il nome cheavevo e sostenendo che sarei diventata bella come mia mammase non di più.Mi abbracciò vedendomi piangere, illudendomi si trattasse di un gestoaffettuoso, ma quando le sue mani iniziarono a sfiorare le mie labbra,percorrere il mio collo e scendere sino ai seni compresi che le sue intenzioni erano altre, sapevo che non sarebbe servito a nulla ribellarmi,che la mia sorte era stata già segnata e priva di ogni via di fuga."Siediti su letto con me Lula!" mi disse prendendomi per mano,stavo per sedermi al suo fianco quando mi disse che forse era megliose mi sedevo sulle sue ginocchia, le sue mani intanto presero a frugarmisotto i diversi gonelloni, la sua bocca sembrava incollata sulla mia pelleed io sentivo la sua saliva come schifida bava colarmi addosso,presto rimasi seminuda sulle sue gambe, mentrenon faceva altro che ripetermi che dovevo rilassarmi, che non avrebbe voluto farmi del male.Mi sdraiò sul letto allargandomi le gambementre le sue dita iniziarono a toccarmi sino a farmi bagnare,"Sarai vergine, ma buon sangue non mente!" disse ridendo efacendomi vergognaree nel sentirmi tirare indietro affondò il suo grosso dito dentro alla vulvapremendolo su e procurandomi un dolore indiscrivibile."ecco Lula, il più è fatto!" slacciò i pantaloni e senza darmi nemmeno un secondo entrò in me con tutto il suo arnese, lo vedevo scenderee salire su di me, lo sentivo entrare ed uscire dalla mia carne,sin quando ad un tratto sul mio corpòriversò un sostanzioso sputo che proveniva dal suo pene."raccoglila con le dita e assaggiala Lula!" mi ordinòspiegandomi che i suoi vizierano molti di più e che presto sarebbe tornato pretendendoda me tant'altro.Appena chiuse la porta corsi sul bidet e continuai a lavarmiinsistentemente sperando l'acqua potesse togliermi da addossoil ricordo della miaprima volta, altro che principe azzurro, a deflorarmi era stato unschifoso vecchio ripieno di vizi e malsana libidine.>>>