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Il Santo Sepolcro di Cristo: meta del pellegrinaggio cristiano


 
pellegrini pregano al Santo SepolcroIl cristianesimo non è legato a nessun paese né luogo in particolare, ma si basa su una rivelazione storica e così come esiste una “storia della salvezza” esiste anche una “geografia della salvezza”: la Terra Santa.Così la descrive Paolo VI: “Terra dove un tempo vissero i nostri padri nella fede; terra in cui risuonò la voce dei profeti, i quali parlarono in nome di Dio, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; e soprattutto terra che la presenza di Gesù ha reso benedetta e sacra per i cristiani e tutto il genere umano”.Essa è “la terra di Gesù, ossia patrimonio spirituale di tutti i cristiani che desiderano visitarla almeno una volta nella vita”.Dunque, per ogni cristiano, Gerusalemme è il cuore della Terra Santa, la sintesi dell’azione di Dio per il bene di tutta l’umanità.Lo esprime con parole piene di emozione Giovanni Paolo II: “Quanti ricordi, quante immagini, quanta passione e che gran mistero avvolge la parola Gerusalemme!Per noi cristiani rappresenta il punto geografico dell’unione fra Dio e gli uomini, fra l’eternità e la storia.La predicazione, la passione e la resurrezione di Gesù, l’ultima Cena, il dono dello Spirito alla Chiesa, le fondamenta della nostra fede sono impiantate per sempre, come rocce, sulle colline luminose della Città Santa.Quante volte il suo nome riecheggia nei libri storici, nei Salmi, nei Profeti, nei Vangeli! Gerusalemme, sempre amata e desiderata, denigrata e pianta, calpestata e risuscitata, rimproverata, consolata e glorificata. Davvero una città unica al mondo!”   
Il centro di Gerusalemme è, invece, il Santo Sepolcro.Qui si manifesta in modo molto speciale la presenza salvatrice di Dio, il suo amore per tutti gli uomini.Descritto dalle parole di Paolo VI, esso è il santuario “più bello che esista per il cuore di un cristiano”. Di fatto, la passione, morte e resurrezione di Cristo sono da sempre il mistero centrale del cristianesimo e ciò che da senso alla nostra vita, con la liturgia che celebra i tre giorni del Venerdì Santo, del Sabato Santo e della Domenica di Resurrezione.La comunità cristiana primitiva, qui nella Città Santa, commemorò in tre luoghi diversi:il Calvario, luogo della passione e risposta al problema del dolore umano;la Grotta di Adamo, luogo che ricorda la discesa di Cristo nel regno dei morti e il significato della nostra morte come separazione e sofferenza;il Sepolcro Vuoto luogo della vittoria di Cristo sulla morte e segno tangibile della speranza cristiana. Soltanto nel Santo Sepolcro la terra si fa liturgia e l’atto salvifico diventa concreto nel tempo e nello spazio.In tanti paesi, la liturgia recita “Oggi Cristo è risorto”, ma è soltanto a Gerusalemme che possiamo dire “Cristo è risorto da questo sepolcro” o “Egli fu crocifisso in questo calvario”.Il Santo Sepolcro è l’eco della “buona notizia” che è alla base di tutte le altre: Gesù è morto a riprova dell’infinito amore verso gli uomini ed è poi risuscitato come risusciteremo noi per Cristo, con Cristo ed in Cristo.Questo annuncio spiega meglio le ragioni per cui i pellegrini vengono a Gerusalemme, spiega perché celebriamo la morte e resurrezione di Cristo e perché professiamo la nostra fede in una futura risurrezione dell’uomo.Fu esattamente duemila anni fa che tutto iniziò, quando alcuni pescatori della Galilea andavano dicendo che Gesù era morto, risuscitato e che essi lo avevano visto. Ed è su questa fragile ed incredibile testimonianza che tutto si fonda: le chiese, le cattedrali, il sacerdozio, le missioni, i religiosi, i Concili, la teologia.Il Sepolcro Vuoto è il kilometro zero da cui partono tutte le vie del mondo, “l’ombelico del mondo” come lo chiamavano i nostri antenati, il centro della nostra storia.Il pellegrino che viene a Gerusalemme fa tutto il possibile per visitare quanto prima il Santo Sepolcro, il luogo più santo della cristianità. Al suo arrivo nella Città Santa, egli ripete le parole del Salmo “Che gioia quando mi dissero: andremo nella casa del Signore” (Salmo 122,1) mentre s’incammina verso la “Tomba di Cristo”.   
pellegrina copta in Terra santa Non tutto è, però, così facile. Oggigiorno, il Santo Sepolcro di Gesù si trova in mezzo a costruzioni della città antica, circondato da mercati, negozi di souvenir e minareti.Il pellegrino, dunque, si domanda dove siano la collina, il giardino e la tomba, desiderando che il santuario principale della cristianità si elevasse in maestoso isolamento dal resto e che la luce naturale lo illuminasse tutto, lontano dalla calca e dall’oscurità.Egli vorrebbe intorno a sé pace e tranquillità, mentre invece fa esperienza della confusione fra i cinque gruppi che lo occupano – i Francescani, i Greci ortodossi, gli Armeni, i Siriani e i Copti ortodossi – che difendono gelosamente il loro diritto di stare là.È, di fatto, l’unico posto al mondo in cui si manifesta l’amore per Dio nel modo più palese e profondo, ma anche la debolezza umana del voler monopolizzare quello stesso Dio.È, perciò, importante che il pellegrino, che si sente spaesato, si lasci avvolgere dal mistero e capisca che, come lui, migliaia di altri pellegrini considerarono degno di valore rischiare la propria vita per adorare il nostro Salvatore.Soltanto inginocchiandosi sulla Tomba Vuota e dimenticando tutto ciò che lo circonda, sarà in grado di sentire le parole dell’angelo “Non è qui! È risuscitato! Venite a vedere il luogo dove è stato deposto”(Mt. 28,6). Fr. Artemio Vítores, ofmVicario della Custodia di Terra Santa