Aquilonechevolaalto

La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai.(David Thoreau).

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

maxpiova0quadumimauriziostamnunziapmalgiocondoemaalfaclaramaffeifrancescacapomagiangelobruscoVirginiaG65arcan68famiglia12345cvz1sempreforzajuvecorsetti.s
 

AREA PERSONALE

 

LE 7 FRASI DI GESÙ SULLA CROCE

"Padre, perdona loro" (I)

 

"Oggi tu sarai con me in paradiso"(II)

"Ecco tuo figlio... ecco tua madre!"(III)

"Perché mi hai abbandonato?"(IV)

"Ho sete" (V)

"È compiuto!" (VI)

"Padre, nelle tue mani rimetto

lo spirito mio" (VII)

Visitare Gerusalemme

Il muro del pianto

con      U.N.I.T.A.L.S.I.

 

Andrea Bocelli

 

 

 

PACE

Non importa che tu sia

uomo o donna
fanciullo o vecchio,

operaio o contadino,
soldato o studente

o commerciante;
non importa quale sia il

tuo credo politico

o quello religioso
se ti chiedono qual’è l

a cosa più importante

per l’umanità
rispondi prima,

dopo, sempre: la pace!

 

Tien Min, poeta cinese

La vita è bella -Benigni

 

 

Il lavoro va pregato, trasformiamo il nostro

lavoro in preghiera; incoraggiamo gli altri 

spendere un po’ dl loro tempo, anche

soltanto pochi minuti al giorno, nella

preghiera da soli con Gesù. Dieci

minuti da soli con Gesù ogni giorno,

non toglieranno nulla al lavoro, anzi

benediranno e incrementeranno

il lavoro. Il nostro lavoro è solo una

goccia d’acqua in un oceano, ma

se trascuriamo di versarla, l’oceano

sarà meno profondo di una goccia.

Per questo è necessario un

temperamento allegro, uno

spirito di abbandono totale

e di fiducia amorosa.

(Santa Teresa di Calcutta)

 

Prendi un sorriso regalalo a chi

non l'ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole fallo volare

là dove regna la notte.

Scopri una sorgente fa' bagnare

chi vive nel fango.

Prendi una lacrima posala sul volto

di chi non ha mai pianto.

Prendi il coraggio mettilo nell'animo

di chi non sa lottare.

Scopri la vita raccontala a

chi non sa capirla.

Prendi la speranza e vivi

nella sua luce.

Prendi la bontà e donala a chi

non sa donare.

Scopri i l'amore e fallo

conoscere al mondo.

(Mahatma Gandhi)

 

Un Minuto de Reflexion

(Niños de África)

Messaggio di Madre Teresa

 

Proverbi arabi


Colui che non sa,

e non sa di non sapere,

è uno sciocco: evitalo.

Colui che non sa,

e sa di non sapere,

è un ignorante: istruiscilo.

Colui che sa,

e non sa di sapere,

è addormentato: sveglialo.

Colui che sa,

e sa di sapere,

è un saggio: seguilo.

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore
di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso
caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.

Emily Dickinson

 
NELSON MANDELA

-Solo gli uomini liberi

possono negoziare.

I prigionieri non

possono avere contatti.

 

 

 

 L’amore ha orrore di tutto ciò

che non è se stesso. (H. De Balzac)

Nel cuore di ogni uomo esiste

un punto verginale dove splende

la verità, dove si raccolgono le

idee pure e semplici

(Bossuet)

dove l’errore non entra.

(San Tommaso d’Aquino)

Da:
"Il piccolo Principe"

 

..." Non si conoscono che le

cose che si addomesticano ",

disse la volpe.

Gli uomini non hanno più il

tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le

cose già fatte.
Ma siccome non esistono

mercanti di amici,

gli uomini non hanno

più amici.

Se tu vuoi un amico

addomesticami!"

Antoine de Saint-Exupéry

 

 

Elisa

ANCHE se non trovi le parole

FREE TIBET

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ERI TU IL MIO SIGNORE

Mentre incosciente ti ferivo

scoprivo ch'eri accanto a me.

Lottando inutilmente contro te

sentivo ch'eri tu il mio Signore.

Derubando del mio tributo

il tuo onore

vedevo crescere il mio

debito con te.

Nuotavo contro corrente

di tua vita

solo per sentire la forza

del tuo amore.

Per nascondermi da te

ho spento la mia luce,

ma tu m' hai sorpreso

con le stelle.

Rabindranath Tagore

 

Nel momento in cui chiuderò gli

occhi a questa terra, la gente

che sarà vicino dirà: “È morto”.

In realtà è una bugia.

Le mie mani saranno fredde,

 il mio occhio non potrà più

vedere, ma in  realtà la morte

non esiste, perché appena

chiudo gli occhi a questa terra,

mi apro all’infinito di Dio.

La morte è il momento dell’abbraccio

col Padre, atteso intensamente

nel cuore di ogni uomo e di ogni

creatura. (don Oreste Benzi)

Fate del bene sempre,

del bene a tutti,

del male a nessuno.

(San Luigi Orione)

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

GANDHI E DALAI LAMA

 

 

 

 

 

TIZIANO TERZANI E GANDHI

 

GRAZIE DELLA VISITA

 

 

« Festival Biblico 2012Giorgio Bocca, cronista ... »

Giorgio Bocca

Post n°732 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da quadumi

 

 

 

Giorgio Bocca se n’è andato il giorno di Natale, il 25 dicembre.i riporta

 

Si riporta sotto

L'intervista di Giorgio Bocca al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa,
nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di Palermo.

 Un confronto tra due uomini che non hanno mai mollato un
centimetro rispetto le loro posizioni, e una cronaca di corredo
che descrive la solitudine di partenza di un uomo mandato
dallo Stato a sconfiggere l’antistato senza mezzi e senza
protezione. L’intervista è datata 10 agosto 1982.
Il generale Dalla Chiesa morirà assassinato per mano
di Cosa Nostra, insieme alla compagna Emanuela Setti Carraro
e all’agente di scorta Domenico Russo, il 2 settembre, poche
settimane dopo quella stessa intervista

 

 

(Giorgio Bocca, da La Repubblica

del 10 agosto 1982)

 

"Come combatto contro la mafia "

 

 

PALERMO - La Mafia non fa vacanza, macina ogni giorno i suoi delitti; tre morti

ammazzati giovedì 5 fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia, altri tre

venerdì, un morto e un sequestrato sabato, ancora un omicidio domenica

notte, sempre lì, alle porte di Palermo, mondo arcaico e feroce che ignora la

Sicilia degli svaghi, del turismo internazionale, del "wind surf" nel mare azzurro

di Mondello. Ma è soprattutto il modo che offende, il "segno" che esso dà al

generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e allo Stato: i killer girano su potenti

motociclette, sparano nel centro degli abitati, uccidono come gli pare, a

distanza di dieci minuti da un delitto all'altro.

Dalla Chiesa è nero: "Da oggi la zona sarà presidiata, manu militari. Non spero

certo di catturare gli assassini ad un posto di blocco, ma la presenza dello

Stato deve essere visibile, l'arroganza mafiosa deve cessare".

Che arroganza generale?

"A un giornalista devo dirlo? uccidono in pieno giorno, trasportano i cadaveri, li

mutilano, ce li posano fra questura e Regione, li bruciano alle tre del

pomeriggio in una strada centrale di Palermo".

Questo Dalla Chiesa in doppio petto blu prefettizio vive con un certo disagio la

sua trasformazione: dai bunker catafratti di Via Moscova, in Milano, guardati

da carabinieri in armi, a questa villa Wittaker, un po' lasciata andare, un po'

leziosa, fra alberi profumati, poliziotti assonnati, un vecchio segretario che

arriva con le tazzine del caffè e sorride come a dire: ne ho visti io di prefetti

che dovevano sconfiggere la Mafia.

Generale, vorrei farle una domanda pesante. Lei è qui per amore o per

forza? Questa quasi impossibile scommessa contro la Mafia è sua o di

qualcuno altro che vorrebbe bruciarla? Lei cosa è veramente, un

proconsole o un prefetto nei guai?

"Beh, sono di certo nella storia italiana il primo generale dei carabinieri che ha

detto chiaro e netto al governo: una prefettura come prefettura, anche se di

prima classe, non mi interessa. Mi interessa la lotta contro la Mafia, mi

possono interessare i mezzi e i poteri per vincerla nell'interesse dello Stato".

 

Credevo che il governo si fosse impegnato, se ricordo bene il Consiglio

dei Ministri del 2 aprile scorso ha deciso che lei deve "coordinare sia

sul piano nazionale che su quello locale" la lotta alla Mafia.

"Non mi risulta che questi impegni siano stati ancora codificati".

Vediamo un po' generale, lei forse vuol dirmi che stando alla legge il

potere di un prefetto è identico a quello di un altro prefetto ed è la

stessa cosa di quello di un questore. Ma è implicito che lei sia il

sovrintendente, il coordinatore.

"Preferirei l'esplicito".

Se non ottiene l'investitura formale che farà? Rinuncerà alla missione?

"Vedremo a settembre. Sono venuto qui per dirigere la lotta alla Mafia, non per

discutere di competenze e di precedenze. Ma non mi faccia dire di più".

No, parliamone, queste faccende all'italiana vanno chiarite. Lei cosa

chiede? Una sorta di dittatura antimafia? I poteri speciali del prefetto

Mori?

"Non chiedo leggi speciali, chiedo chiarezza. Mio padre al tempo di Mori

comandava i carabinieri di Agrigento. Mori poteva servirsi di lui ad Agrigento e

di altri a Trapani a Enna o anche Messina, dove occorresse. Chiunque pensasse

di combattere la Mafia nel "pascolo" palermitano e non nel resto d'Italia non

farebbe che perdere tempo".

Lei cosa chiede? L'autonomia e l'ubiquità di cui ha potuto disporre

nella lotta al terrorismo?

"Ho idee chiare, ma capirà che non è il caso di parlarne in pubblico. Le dico

solo che le ho già, e da tempo, convenientemente illustrate nella sede

competente. Spero che si concretizzino al più presto. Altrimenti non si

potranno attendere sviluppi positivi".

Ritorna con la Mafia il modulo antiterrorista? Nuclei fidati, coordinati in

tutte le città calde?

Il generale fa un gesto con la mano, come a dire, non insista, disciplina

giovinetto: questo singolare personaggio scaltro e ingenuo, maestro di

diplomazie italiane ma con squarci di candori risorgimentali. Difficile da capire.

Generale, noi ci siamo conosciuti qui negli anni di Corleone e di Liggio,

lei è stato qui fra il '66 e il '73 in funzione antimafia, il giovane ufficiale

nordista de "Il giorno della civetta". Che cosa ha capito allora della

Mafia e che cosa capisce oggi, 1982?

"Allora ho capito una cosa, soprattutto: che l'istituto del soggiorno obbligatorio

era un boomerang, qualcosa superato dalla rivoluzione tecnologica, dalle

informazioni, dai trasporti. Ricordo che i miei corleonesi, i Liggio, i Collura, i

Criscione si sono tutti ritrovati stranamente a Venaria Reale, alle porte di

Torino, a brevissima distanza da Liggio con il quale erano stati da me

denunziati a Corleone per più omicidi nel 1949. Chiedevo notizie sul loro conto

e mi veniva risposto: " Brave persone". Non disturbano. Firmano regolarmente.

Nessuno si era accorto che in giornata magari erano venuti qui a Palermo o che

tenevano ufficio a Milano o, chi sa, erano stati a Londra o a Parigi".

E oggi ?

"Oggi mi colpisce il policentrismo della Mafia, anche in Sicilia, e questa è

davvero una svolta storica. E' finita la Mafia geograficamente definita della

Sicilia occidentale. Oggi la Mafia è forte anche a Catania, anzi da Catania viene

alla conquista di Palermo. Con il consenso della Mafia palermitana, le quattro

maggiori imprese edili catanesi oggi lavorano a Palermo. Lei crede che

potrebbero farlo se dietro non ci fosse una nuova mappa del potere mafioso?"

Scusi la curiosità, generale. Ma quel Ferlito mafioso, ucciso

nell'agguato sull'autostrada, si quando ammazzarono anche i

carabinieri di scorta, non era il cugino dell'assessore ai lavori pubblici

di Catania?

"Si ".

E come andiamo generale, con i piani regolatori delle grandi città? E'

vero che sono sempre nel cassetto dell'assessore al territorio e

all'ambiente?

"Così mi viene denunziato dai sindaci costretti da anni a tollerare l'abusivismo".

I

IL CASO MATTARELLA

Senta generale, lei ed io abbiamo la stessa età e abbiamo visto, sia

pure da ottiche diverse, le stesse vicende italiane, alcune prevedibili,

altre assolutamente no. Per esempio che il figlio di Bernardo Mattarella

venisse ucciso dalla Mafia. Mattarella junior è stato riempito di piombo

mafioso. Cosa è successo, generale?

"E' accaduto questo: che il figlio, certamente consapevole di qualche ombra

avanzata nei confronti del padre, tutto ha fatto perché la sua attività politica e

l'impegno del suo lavoro come pubblico amministratore fossero esenti da

qualsiasi riserva. E quando lui ha dato chiara dimostrazione di questo suo

intento, ha trovato il piombo della Mafia. Ho fatto ricerche su questo fatto

nuovo: la Mafia che uccide i potenti, che alza il mirino ai signori del "palazzo".

Credo di aver capito la nuova regola del gioco: si uccide il potente quando

avviene questa combinazione fatale, è diventato troppo pericoloso ma si può

uccidere perché è isolato".

Mi spieghi meglio.

"Il caso di Mattarella è ancora oscuro, si procede per ipotesi. Forse aveva

intuito che qualche potere locale tendeva a prevaricare la linearità

dell'amministrazione. Anche nella DC aveva più di un nemico. Ma l'esempio più

chiaro è quello del procuratore Costa, che potrebbe essere la copia conforme

del caso Coco".

Lei dice che fra filosofia mafiosa e filosofia brigatista esistono affinità

elettive?

"Direi di si. Costa diventa troppo pericoloso quando decide, contro la

maggioranza della procura, di rinviare a giudizio gli Inzerillo e gli Spatola. Ma è

isolato, dunque può essere ucciso, cancellato come un corpo estraneo. Così è

stato per Coco: magistratura, opinione pubblica e anche voi garantisti eravate

favorevoli al cambio fra Sossi e quelli della XXII ottobre. Coco disse no. E fu

ammazzato".

Generale, mi sbaglio o lei ha una idea piuttosto estesa dei mandanti

morali e dei complici indiretti? No, non si arrabbi, mi dica piuttosto

perché fu ucciso il comunista Pio La Torre.

"Per tutta la sua vita. Ma, decisiva, per la sua ultima proposta di legge, di

mettere accanto alla "associazione a delinquere" la associazione mafiosa".

Non sono la stessa cosa? Come si può perseguire una associazione

mafiosa se non si hanno le prove che sia anche a delinquere?

"E' materia da definire. Magistrati, sociologi, poliziotti, giuristi sanno benissimo

che cosa è l'associazione mafiosa. La definiscono per il codice e sottraggono i

giudizi alle opinioni personali".

Come si vede lei generale Dalla Chiesa di fronte al padrino del "Giorno

della civetta"?

"Stiamo studiandoci, muovendo le prime pedine. La Mafia è cauta, lenta, ti

misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana. Un altro non se ne accorgerebbe, ma

io questo mondo lo conosco".

"ERA MEGLIO L'ANTITERRORISMO"

Mi faccia un esempio.

"Certi inviti. Un amico con cui hai avuto un rapporto di affari, di ufficio, ti dice,

come per combinazione: perché non andiamo a prendere il caffè dai tali. Il

nome è illustre. Se io non so che in quella casa l'eroina corre a fiumi ci vado e

servo da copertura. Ma se io ci vado sapendo, è il segno che potrei avallare

con la sola presenza quanto accade".

Che mondo complicato. Forse era meglio l'antiterrorismo.

"In un certo senso si, allora avevo dietro di me l'opinione pubblica, l'attenzione

dell' Italia che conta. I gambizzati erano tanti e quasi tutti negli uffici alti,

giornalisti, magistrati, uomini politici. Con la Mafia è diverso, salvo rare

eccezioni la Mafia uccide i malavitosi, l'Italia per bene può disinteressarsene. E

sbaglia".

Perché sbaglia, generale?

"La Mafia ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fatto grossi

investimenti edilizi, o commerciali e magari industriali. Vede, a me interessa

conoscere questa "accumulazione primitiva" del capitale mafioso, questa fase

di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o

grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e

ristoranti a la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo,

che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a

mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le

vie di riciclaggio, controlla il potere".

E deposita nelle banche coperte dal segreto bancario, no, generale?

"Il segreto bancario. La questione vera non è lì. Se ne parla da due anni e

ormai i mafiosi hanno preso le loro precauzioni. E poi che segreto di Pulcinella

è? Le banche sanno benissimo da anni chi sono i loro clienti mafiosi. La lotta

alla Mafia non si fa nelle banche o a Bagheria o volta per volta, ma in modo

globale".

Generale Dalla Chiesa, da dove nascono le sue grandissime ambizioni?

Mi guarda incuriosito.

Voglio dire, generale: questa lotta alla Mafia l'hanno persa tutti, da

secoli, i Borboni come i Savoia, la dittatura fascista come le

democrazie pre e post fasciste, Garibaldi e Petrosino, il prefetto Mori e

il bandito Giuliano, l'ala socialista dell'Evis indipendente e la sinistra

sindacale dei Rizzotto e dei Carnevale, la Commissione parlamentare di

inchiesta e Danilo Dolci. Ma lei Carlo Alberto Dalla Chiesa si mette il

doppio petto blu prefettizio e ci vuole riprovare.

"Ma si, e con un certo ottimismo, sempre che venga al più presto definito il

carattere della specifica investitura con la quale mi hanno fatto partire. Io,

badi, non dico di vincere, di debellare, ma di contenere. Mi fido della mia

professionalità, sono convinto che con un abile, paziente lavoro psicologico si

può sottrarre alla Mafia il suo potere. Ho capito una cosa, molto semplice ma

forse decisiva: gran parte delle protezioni mafiose, dei privilegi mafiosi

certamente pagati dai cittadini non sono altro che i loro elementari diritti.

Assicuriamoglieli, togliamo questo potere alla Mafia, facciamo dei suoi

dipendenti i nostri alleati".

Si va a pranzo in un ristorante della Marina con la signora Dalla Chiesa,

oggetto misterioso della Palermo del potere. Milanese, giovane, bella.

Mah! In apparenza non ci sono guardie, precauzioni. Il generale assicura che

non c'erano neppure negli anni dell'antiterrorismo. Dice che è stata la fortuna a

salvarlo le tre o quattro volte che cercarono di trasferirlo a un mondo migliore.

"Doveva uccidermi Piancone la sera che andai al convegno dei Lyons.

Ma ci andai in borghese e mi vide troppo tardi. Peci, quando lo arrestai, aveva

in tasca l'elenco completo di quelli che avevano firmato il necrologio per la mia

prima moglie. Di tutti sapevano indirizzo, abitudini, orari. Nel caso mi fossi

rifugiato da uno di loro, per precauzione. Ma io precauzioni non ne prendo. Non

le ho prese neppure nei giorni in cui su "Rosso" appariva la mia faccia al centro

del bersaglio da tirassegno, con il punteggio dieci, il massimo. Se non è

istigazione ad uccidere questa?"

Generale, sinceramente, ma a lei i garantisti piacciono?

Quando usciamo qualcuno dai tavoli mormora:"Eccellenza".

 

Commenti al Post:
dueoreper1Nick
dueoreper1Nick il 28/12/11 alle 01:24 via WEB
Passo e leggo per caso.. Ma,non posso che unirmi al tuo interessante e bel post dedicato al grande! giornalista scrittore e uomo, G.Bocca :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: quadumi
Data di creazione: 31/05/2010
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

 

Il mio Amico Speciale

 

       
  

   

http://fr.lourdes-france.org/tv-lourdes/

          

 

 

 

 

POVERTÀ GUERRA FAME NEL MONDO

 
 

Pavarotti & Friends

Noi siamo il mondo

 

PENSIERO LIBERO

Ave Maria-Bocelli

Con te partirò-Bocelli

Miserere -Bocelli-Zucchero

Liberté

Solidarietà per
i dimostranti disarmati,
per i monaci coraggiosi,
per i nostri straordinari,
coraggiosi amici
della Birmania
e del Tibet

 

POESIE ARABE

Jovanotti-A te

Meravigliosa creatura -Nannini

Bello e impossibile

Sei nell'anima

Farò della mia anima

uno scrigno
Farò della mia anima

uno scrigno per la tua anima,
del mio cuore una dimora

per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro

per le tue pene.
Ti amerò come le praterie

amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore

sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come

la valle canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio

della tua anima
come la spiaggia ascolta

la storia delle onde

Kahlil Gibran

** 

Io ti amo quando piangi

Io ti amo quando piangi
e amo il tuo viso

annuvolato e triste.
La tristezza ci unisce e ci divide
senza che io sappia
senza che tu sappia.

Quelle lacrime che scorrono,
io le amo
e in loro amo l'autunno.
Alcune donne hanno

dei bei visi
ma diventano piu' belli

quando piangono.
Nizar Gabbani

 

Non sono coloro che sanno

parlare meglio
che hanno le migliori

cose da dire...
(Proverbio cinese).

La mia terra di Sicilia:

 

N jornu ca Diu Patri era
cuntenti e passiava 'n celu
cu li Santi, a lu munnu
pinsau fari un prisenti e da
curuna si scippau 'n
domanti; cci addutau tutti li
setti elementi, lu pusau a
mari 'n facci a lu livanti:
lu chiamarunu "Sicilia" li genti,
ma di l'Eternu Patri

e' lu diamanti.

 

 

 

 

 

 

PANELLE PALERMITANE

 

Panelle palermitane

(ricetta da Il cucinario.it)

LE PANELLE


500 gr. di farina di ceci,

un mazzetto di prezzemolo

tritato, 1 litro di acqua,

1 litro d'olio di semi

per frittura sale q.b.







prendete una pentola,

versatevi un litro d'acqua

circa e ponetela sul fuoco

a fiamma lenta. Unite a pioggia

la farina di ceci, salate e

mescolate continuamente

( attenti appena si addensa ..

girare xchè si può bruciare

attaccandosi...

sono pochi minuti.)







fino ad ottenere un impasto

denso che si staccherà dalle

pareti della pentola. Spegnete

il fuoco ed aggiungete parte del

prezzemolo, quindi versate

 il composto su un piano di

marmo precedentemente

inumidito


con una spatola bagnata

allargate in modo da ottenere

una superficie uniforme di circa

tre millimetri di spessore.

Fatelo raffreddare

e tagliate a rettangoli.








Friggete in abbondante

olio di semi.
A piacere spremerci

sopra il limone ,e poi metterle

dentro ad un bel panino tondo.

 

CUCINA PALERMITANA

Pasta con le sarde

Sarde A Beccafico

Spaghetti aglio, olio e peperoncino

"Lo sfincione"

Arancini di riso

 

 

D.S

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

ItaliaClip)


TE C'HANNO MAI MANNATO

A QUER PAESE

SAPESSI QUANTA

GENTE CHE CE STA

E IL PRIMO CITTADINO

E' AMICO MIO

TU DIGLI CHE TE

C'HO MANNATO IO...

...E VA E VA..."

 

 

" A Livella" di Totò

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963