La chambre des amis

Lui era... anche per me!


Funeral Blues Fermate tutti gli orologi,isolate il telefono,fate tacere il cane con un osso succulento.Chiudete i pianoforti e tra un rullio smorzato,portate fuori il feretro.S’accostino i dolenti. Incrocino aeroplani, lamentosi, lassùe scrivano sul cielo il messaggio:Lui è morto. Allacciate nastri di crespoal collo bianco dei piccioni.I vigili si mettano guanti di tela nera. Lui era il mio nord, il mio sud,il mio est e ovest,la mia settimana di lavoroe il mio riposo la Domenica,il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto. Pensavo che l’amore fosse eternoe avevo torto. Non servono più le stelle,spegnetele anche tutte,imballate la luna,smontate pure il sole,svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco,perché, ormai, più nulla può giovare. Wystan Hugh Auden Ho sempre amato molto questi versi, benché non ne condivida le conclusioni: io penso ancora l’amore sia eterno e sopravviva alla morte del corpo; speculazioni filosofiche a parte, credo soprattutto che, se solo potesse esperire un dolore altrettanto forte, chiunque s’ostini a negare la forza dell’amore omosessuale, si renderebbe conto dell’errore che commetta e del fatto le anatomie costituiscano solo il mezzo che consenta d’esprimere quello che si nutra nei riguardi altrui!Desideravo da tanto proporli ai miei lettori e mi sono sembrati adatti a spiegare come mi sia sentito anch’io molte volte, e come certamente tornerò a sentirmi altre ancora in futuro, mentre almeno la giornata di ieri, secondo le previsioni, è trascorsa serenamente.