La chambre des amis

Gli ultimi mesi


Non avrei mai potuto immaginare di mancare all’appuntamento con la scrittura e l’introspezione per così lungo tempo, eppure, vi sono stato costretto dalle circostanze: sarà ripetitivo dirlo, ma gli ultimi mesi si sono rivelati estremamente impegnativi, faticosi e, spesso, depressivi!L’evento rivelatosi più ansiogeno è stato un delicato intervento chirurgico al cuore subito da mio padre, che, oltretutto, ho dovuto ricoverare fuori città, in mancanza d’un reparto di cardiochirurgia nella nostra: nonostante l’indiscutibile bravura dello specialista, non potevo essere certo che superasse l’operazione e si riprendesse celermente, invece, dopo alcune settimane di riabilitazione, ha potuto far ritorno a casa e, con le dovute cautele, riprendere a lavorare.Confesso d’aver temuto di perderlo, almeno nei momenti in cui mi lasciassi sopraffare dallo sconforto, ed essermi accorto d’essergli più affezionato di quanto mi riesca abitualmente d’ammettere; non essendo ipocrita, ammetto, invece, mi preoccupassero molto le conseguenze della sua dipartita sul piano pratico, considerato non abbia risolto le mie difficoltà economiche e che, se accadesse l’irreparabile, erediterei una situazione al limite del collasso, oltretutto, senza poter concretamente contare sull’appoggio incondizionato di nessuno.Ora, avrei davvero bisogno di potermi concedere almeno una breve vacanza e ritemprare mente e fisico, ma rimane un desiderio irrealizzabile: purtroppo, rappresento la sua unica risorsa relazionale ed il fatto si sia ripreso, non significa non necessiti d’alcuna cura, tanto meno che possa essere lasciato completamente solo per qualche giorno.L’ultima volta che abbia visto mia madre, invece, è stato in occasione d’un’udienza in tribunale durante la Settimana santa, rivelatasi l’ennesima circostanza umiliante in cui sia stato coinvolto, nell’inutile tentativo di scoprire se mio padre abbia occultato dei fondi da qualche parte e, soprattutto, possa riuscirle d’impadronirsene: talvolta, capita che improvvisamente mi blocchi, qualsiasi cosa stia facendo, e mi ritrovi atterrito ed incredulo all’idea che non potremo più riallacciare un dialogo, ma sembra che sia disposta a sacrificare perfino me sull’altare della vendetta; peraltro, ciò sarebbe, forse, più facilmente accettabile se almeno esistessero quel denaro e quelle amanti cui il marito avrebbe destinato il suo patrimonio, mentre stentiamo a soddisfare perfino i bisogni più elementari e, come se non bastasse, mi tocca avvedermi di quanto gli avvocati reputino stupidi i miei genitori e si trattengano appena dal ridermi in faccia!Esasperato dalle precedenti convocazioni, stavolta ho deciso di recarmi a testimoniare, benché sapessi di non poter dire nulla che potesse soddisfarla: all’ultimo momento, sono stato dispensato dal farlo, ma ciò non m’ha risparmiato il suo disprezzo, poiché, ovviamente, il mio desiderio di mantenermi equidistante, è stato travisato e tradotto in una predilezione per mio padre ed un asservimento della mia dignità al suo denaro!Gli ultimi messaggi che abbia ricevuto da lei risalgono ai giorni successivi: ha espresso lo schifo e l’odio nei miei riguardi, auspicando perfino che muoia presto, e questa è la stessa donna che, fino a poco tempo fa, mi rimproverava di non riuscire a chiamarla “mamma”!Stando così le cose, ho evitato d’avvisarla dell’intervento chirurgico che dovesse subire mio padre: ho dovuto continuare a svolgere il mio lavoro ed occuparmi contemporaneamente della nostra piccola impresa e, come se ancora non bastasse, fare la spola tra la mia città e quella in cui fosse ricoverato; del resto, mi sarei comportato ingenuamente se, anche solo per un istante, mi fossi voluto illudere della possibilità che scendesse ad aiutarmi, accantonando il rancore, anzi, proprio l’odio, che, a volte, sembra essere l’unica cosa capace di tenerla ancora in vita.In verità, credo abbia saputo ugualmente cosa stesse accadendo, poiché, proprio in quei giorni, mio fratello ha provato a mettersi in contatto col padre per estorcergli del denaro, benché inutilmente: in pratica, sono figlio e fratello di due arpie e, se la prima non accetterà mai di divorziare, sarà solo per non rinunciare ai suoi fantomatici diritti ereditari! Spero che la sua salute si mantenga almeno a livelli accettabili il più a lungo possibile; vorrei anche che, finalmente, facesse qualcosa che mi consentisse di recuperarne la stima: vorrei che s’affrancasse dalle continue offese di quella donna decidendosi a divorziare, o che adottasse qualche provvedimento teso a scongiurare una fine ingloriosa della sua azienda, oltre che la bancarotta in sé, ma penso che anche questo mio desiderio, e prima ancora bisogno, di riconoscere autorevolezza all’uomo riservatomi dal fato quale mio genitore sia destinato a rimanere incompiuto.Professionalmente, dall’ultima volta, è intervenuto qualche cambiamento, sebbene non possa dirmi soddisfatto appieno: anzitutto, ho potuto cominciare il tirocinio riservato agli psicologi, svolgendolo presso uno dei consultori familiari della mia Asl; ho iniziato lo scorso 17 Marzo e, dopo alcune settimane trascorse del tutto inoperosamente, sembra che le cose comincino ad andare meglio.L’altra novità riguarda la mia presenza presso l’edicola che presi a frequentare regolarmente la scorsa estate: la sorella del titolare ha dovuto trasferirsi altrove per motivi di lavoro e sentimentali ad un tempo e, quando s’è reso indispensabile cercare qualcuno che potesse sostituirla al mattino, sia lei che il fratello, divenuti ormai miei amici, hanno pensato che fossi la persona adatta cui affidare la vendita e la resa quotidiana dei giornali.Occorreva affidarsi a qualcuno che potesse interloquire cordialmente coi clienti, contemporaneamente occupandosi della “resa”, operazione lunga e, spesso, noiosa, consistente nel riporre in apposite casse tutte le pubblicazioni e, ormai, decine di gadgets presenti in ogni edicola, che l’indomani saranno ritirate dai distributori: ho imparato a sbrigare quest’attività senza compiere errori prima ancora di quanto s’aspettassero, consultando la bolla d’accompagnamento che descrive ciò che sia stato inviato e, per l’appunto, quali articoli rimasti invenduti vadano resi.Un normale avventore non potrebbe mai immaginare, nemmeno lontanamente, quanti titoli esistano, molti dei quali inutili: solo i quotidiani consentirebbero una lunga elencazione, ma, ad essi, vanno aggiunti, in determinati giorni della settimana, gli inserti, per poi passare ai settimanali, i mensili, le pubblicazioni gratuite o d’annunci economici, i cd ed i dvd, i giocattoli e mille altre cose ancora; ormai, in edicola si può trovare quasi di tutto: articoli per la rasatura e cosmetici, accessori d’abbigliamento e calzature, le pile per far funzionare qualsivoglia dispositivo portatile e gli ombrelli, le valigie ed i palloni da calcio, e questo non è che un elenco necessariamente breve ed incompleto!Naturalmente, tutto costa molto più che altrove, tuttavia, almeno la gran parte delle persone, benché sia divenuta abitudine comune lamentarsi di non arrivare alla fine del mese, sembra non preoccuparsene ed acquista di tutto: capi d’abbigliamento o piccoli gioielli che, esposti nelle vetrine di qualsiasi negozio non verrebbero degnati d’un’occhiata, fanno aumentare enormemente le vendite d’alcune riviste, anzi, molte pubblicazioni, soprattutto femminili e per adolescenti, non venderebbero una sola copia, se non fosse per gli allegati!Vengono create continuamente nuove raccolte di figurine e tatuaggi, o accessori per i cellulari od i capelli, e quant’altro la fantasia possa suggerire, affinché i bambini, coi loro capricci e la voglia d’omologarsi ai coetanei, possano rappresentare un’inesauribile fonte di reddito per gli editori, ma la cosa più grave è che sono proprio i genitori a desiderare che i propri figli posseggano esattamente quanto abbiano visto indosso ai compagni all’uscita di scuola, piuttosto che quegli accessori che possano farli sembrare adulti anzitempo, o mettere a tacere i loro sensi di colpa per il fatto di parcheggiarli davanti alla playstation od a casa dei nonni.Pochissimi quelli che acquistino per i propri figli - o per sé - libri o dvd istruttivi, tantissimi quelli che spendano cinque, dieci o più euro per comprare orrendi mostriciattoli in bustina, o l’ennesimo/acappellino/borsetta/costume da bagno per la propria bambina logati Winx, Barbie o fatine e principesse varie; la cosa più avvilente, è che, proprio a quest’ultime, non si trasmette nessun altro valore, se non quello della seduttività: le riviste destinate al pubblico delle teen-ager non inculcano nessun’altra priorità, se non un aspetto fisico curato che possa servire a concupire il maschio, mentre, in quelle destinate ad un pubblico ancora in età infantile, i soli aggettivi che si sprechino riconducono ad una visione magica ed irreale del mondo.Esistono “principesse” d’ogni tipo, da quelle classicamente addormentate alle sirene, ma tutte accomunate dall’anelito, verosimilmente inconsapevole, a realizzarsi esclusivamente per conto d’un uomo che giunga a trarle d’impiccio in cambio della loro subalternità “per sempre”, oppure, impegnate a compiere magie e formulare incantesimi d’ogni tipo, come se, nella realtà, bastasse pronunciare delle formule magiche per ottenere ciò che si desideri e financo rimanere amiche!Bisogna riconoscere che molti dei personaggi che compaiono sulle riviste, non esisterebbero, se non provvedessero staff di mass-mediologi ed esperti di marketing a renderli delle star, talvolta a livello planetario: mi viene la nausea solo al pensiero degli innumerevoli giornalini che parlino, tutte le volte, degli stessi bellocci, o presunti tali; alcuni esempi? Zac Efron o Bill dei Tokio Hotel, oppure, i due fratelli veronesi nati sul palco dell’ultimo festival di San Remo - uno dei quali soltanto oggettivamente carino - dei quali le riviste parlano manco si trattasse d’idolatrare Bocelli o Roberto Bolle per la magnificenza della voce o delle evoluzioni capaci di compiere sulla scena!Questi ragazzi sembrano l’uno il clone dell’altro: stesse pettinature e, spesso, trucco trasgressivo, look volutamente trascurato, fisico palestrato e rigorosamente depilato e, soprattutto, visti i consigli che vengano dati per conquistarli, considerati meno intelligenti d’un primate: c’è da stupirsi se poi i maschi continuano, a loro volta, a considerare le donne null’altro che una serie di buchi da poter tappare, più o meno assumendo le posizioni più acrobatiche?Del resto, se gli editori provassero a considerare le lettrici, soprattutto quelle più giovani, meritevoli di leggere, ad esempio, la biografia di qualche illustre scienziata, piuttosto che i trucchi delle ricette più gustose o del look più trendy per l’estate - o qualsiasi altra stagione in corso! - non venderebbero più una copia delle loro riviste: effettivamente, lavorare in un’edicola può risultare estremamente deprimente, nella misura in cui ci si renda conto di quante chiacchiere inutili si facciano ogni giorno, trascurando i problemi veri dell’esistenza, e, potenzialmente, del fatto, ancora oggi, ciascuno di noi rappresenti soltanto un elemento d’un più grande ingranaggio commerciale, utile a coloro che detengano potere e vogliano conservarlo, sfruttando le debolezze altrui e, magari, il bisogno di gratificarsi con delle cose che non servano, tanto meno a fermarsi mai un istante, per chiedersi in quale direzione vada la propria vita e se sarebbe possibile modificarla in qualche modo!Quei bambini, o quelle bambine, che entrino in edicola e si dirigano come degli automi laddove sia esposto ciò che è loro destinato, talvolta, mi sembrano dei drogati: la loro droga, per ora, sono le figurine od i mostriciattoli di plastica, oppure, quei trucchi dozzinali ed allergenici con cui s’impiastricceranno il viso, mentre, un giorno, cambieranno i bisogni indotti o gli status-symbol da esibire, ma non la vacuità delle loro menti o l’espressione di cocente delusione che veda sui loro volti, ogniqualvolta sia costretto a dirgli sia finito ciò che cercassero e debba concluderne l’incapacità d’escogitare in maniera autonoma un passatempo piacevole!Purtroppo, la gran parte degli adulti è incapace di trasmettere qualsivoglia valore alle nuove generazioni: contano unicamente l’edonismo e l’arrivismo e solo ciò, sebbene non mi preservi dallo sconforto, mi consente, se non di giustificarne atteggiamenti e comportamenti francamente ingiustificabili, almeno di comprenderli! Di fatto, i clienti peggiori sono proprio gli adulti: il più delle volte, entrano ed escono senza nemmeno salutare, continuano a parlare al cellulare ed indicano scocciati dove abbiano lasciato la moneta che serva a pagare il loro giornale, quasi che qualcuno ne reclamasse urgentemente altrove la presenza.I peggiori tra i peggiori sono quei liberi professionisti che sembrino davvero convinti il mondo giri per loro esclusiva degnazione: avvocati, commercialisti, ragionieri o medici dei vicini studi, pronti ad elargire un sonoro, cordialissimo, quanto ipocrita saluto ad un cliente che entri per caso contemporaneamente, ma pure incapaci di mascherare del tutto la bassa considerazione che abbiano per coloro che li stiano servendo; né mancano i figli dei suddetti professionisti, che vediamo arrivare in infradito, coi calzoni corti, la pancia e la faccia da ebeti, i quali, se solo dovessero cercare lavoro altrove, dubito che riuscirebbero nell’impresa.Spesso, sarei tentato di far presente, sia agli uni, che agli altri, storcano il naso inutilmente, essendo anch’io dottore, ma poi concludo che ciò equivarrebbe a dar troppo peso all’opinione evidentemente preconcetta che debbano essersi fatta sul mio conto, di cui, in realtà, non m’importa nulla!Tanto vale che continuino a reputarsi superiori agli altri e non si sforzino d’ammettere d’esser stati solo più fortunati di gente, come il sottoscritto, che avrebbe titoli per occupare posizioni altrettanto prestigiose, ma, per il momento, deve ripiegare su lavori più umili e non per questo squalificanti.Onestamente, chiamo col loro titolo soltanto un paio di persone, le uniche rivelatesi sempre educate, corrette, talvolta perfino cordiali!Una volta, Aldo Busi scrisse: “I vecchi, come i giovani, a volte sono grati per cose da niente: sono quelli di mezzo che non sono mai grati di niente e permalosi”; potrei dire questo suo aforisma descriva bene il tipo di persone che gravitino anche intorno al mio attuale luogo di lavoro: pur rimanendo valide le considerazioni negative prima espresse sul conto dei giovani od i bambini, essi almeno salutano, regalano spesso un sorriso ed altrettanto spesso n’inducono uno con le loro vocine squillanti, buffe, magari, le richieste bislacche.I vecchi, invece, si trattengono spesso a chiacchierare, benché siano opportunisti e la maggiore apertura nei riguardi del prossimo riveli, in realtà, il desiderio di ritardare il ritorno a casa e, se non la guerra, vincere almeno una battaglia nei confronti della devastante solitudine.I peggiori restano gli adulti: coloro che, dietro la facciata di brillanti uomini d’affari, lascino intravedere un’interiorità povera di contenuti ed ansiosa, e quelle donne che non siano riuscite a divenire nulla più delle segretarie e delle autiste dei propri figli, che un giorno le lasceranno sole per cominciare a costruire la propria facciata, od organizzare l’intera giornata d’altri infelici!Alcuni giorni, torno a casa stanchissimo e mi chiedo che senso abbia il mio lavoro: l’unica risposta possibile è l’avere un senso, nella misura in cui stia consentendomi d’investire in alcuni progetti che, un giorno, auspico possano far rallentare il ritmo delle mie giornate, consentendomi di dedicare più tempo a me stesso e di sentirmi fiero dell’incrollabile fiducia che avrò riposto nelle mie capacità!Sento sempre di più anche l’esigenza di trasferirmi altrove: mi piacerebbe vivere in un posto che fosse vicino ad una grande città ed alle opportunità di svago e culturali ch’offrisse, ma più a contatto con la natura; vorrei non dover vedere immondizia debordare dai cassonetti, gente impazzita al volante, file interminabili negli uffici postali, ovunque maleducazione, sciatteria, malumore; non so se realizzerò davvero questo desiderio attuale e, in fin dei conti, mi sembra che rappresenti soltanto uno dei modi in cui, nel corso degli anni, abbia pensato di poter soddisfare l’anelito a costruirmi una realtà diversa da quella che mi facesse soffrire e tarpasse le mie potenzialità.Per mia fortuna, sono stato capace di lavorare bene su me stesso ed ho acquisito un buon equilibrio interiore: confido di riuscire a realizzare molte delle mie aspettative, sia sul piano umano, che professionale e, comunque, concludendo, non posso che dichiararmi d’accordo – oggi, è giornata di citazioni – con Oriana Fallaci, allorché diceva: “Io, perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferire al niente”!