Momenti

La freccia


SCONGIURO PER CAMMINARE IGNORANDO SE STESSIHo sempre creduto di andare avanti un passo dietro l’altro per poi ricominciare, ma non so perché, seguendo questo procedimento, finivo sempre oltre il punto verso cui mi dirigevo. Andare verso un uomo in linea retta era il modo più sicuro di perderlo di vista: correr verso un oggetto delizioso bastava per aprire un vuoto proporzionale al suo fascino. Se volevo toccare la neve in montagna, e iniziavo l’ascesa, con lo sguardo alle cime, mi ritrovavo a scendere per una valle fertile con timidi ruscelli di ghiacciai. E quando mi immergevo, per poi attraversare a nuoto un qualche fiume, giungevo, inevitabilmente, nel medesimo luogo da dove ero partita. Fu doloroso percepire quanto di vero c’era nelle parole del saggio Zenone; non erano per me affatto un paradosso piuttosto un’evidenza che dovevo accettare: mai sarebbe stata tirata la freccia che mirava al centro; io mai sarei riuscita ad arrivare quindi dove volgevo l’occhio o il desiderio. Nemmeno ci riuscii seguendo i consigli di un celebre filosofo portato in matematica: né descrivendo un’ellittica breve, né camminando a zig-zag o in circolo cessavan di fuggire le cose cui anelavo, vuotarsi tutti i luoghi e tutte le vetrine oppure cancellarsi dalla mano i possibili amanti o i destini. Dovetti disperarmi. Dovetti perder la speranza. E seppi che era un bene. Provai a guardar di sbieco le cose e gli esseri che amavo, entrar nel loro mondo senza nessun proposito. Mi misi a camminare ignorando me stessa e all’improvviso il mondo si soffermò nella mia mano.Chantal MaillardQuesta meravigliosa poesia è della spagnola Chantal Maillard, poetessa specializzata in Filosofia e Religioni indiane. Con queste sue parole ci consiglia di non preoccuparci troppo delle regole, di evitare piani dettagliati da seguire, di non ragionare semplicemente per schemi, ma di affidarci al carpe diem, alla creatività, di osservare la realtà da un punto di vista differente onde evitare che le nostre vite si infilino in un labirinto da cui non riescono più ad uscire, esattamente come il celebre paradosso di Zenone, quello della freccia, spazio/tempo. La freccia che si dirige verso il bersaglio in realtà è ferma, occupando lo spazio della sua lunghezza in ogni singolo istante. Se la nostra vita è quella freccia, non riusciremo mai a muoverla: ma se saltiamo la logica e spostiamo la nostra visione, allora la vedremo correre veloce verso il bersaglio.Amici cari, la vostra dama vi augura di fare centro in ogni bersaglio della vostra vita e vi abbraccia tutti fino al nostro prossimo incontro.Alessandra