Momenti

Qualcosa di Irene, qualcosa di me.


 
Irene è stata iscritta da pochissimo ad una scuola di danza classica. La settimana passata è stata la sua terza lezione e mi ha fatto molto piacere andare a vederla. Graziosissima nel suo tutù rosa pallido, appoggiata alla sbarra con l'insegnante che, tenendola ferma, le insegnava la giusta flessione di gambe, spalle e busto. Sono bellissime e tenerissime le bambine quando corrono come gallinelle nel centro della stanza attorno all'insegnante che batte le mani con vigore e urla un incitamento in francese. E' la danza una disciplina molto rigida e mentre osservavo queste nuove piccole tersicoree, mi sono rivista a 7 anni. Mi sono rivista salire sulle punte e mi è tornato nei piedi lo stesso dolore fisico di allora che la gioia nel cuore faceva passare in secondo piano. Mi sono rivista svolazzare su un palco tra gli applausi di tanti parenti e amici. Ero brava nella danza, non so se avrei avuto successo e se la mia vita si sarebbe modificata se avessi continuato a danzare. Ero una discreta ballerina fino a quando, a 17 anni, una brutta caduta da cavallo non mi ha più permesso di fare molta attività sportiva.Ancora mi sento le lacrime scendere sul viso ascoltando le parole dell'ortopedico che diceva ai miei "La danza la escluderei, solo più il nuoto". Mi sono rinchiusa in me stessa per lunghi mesi; invidiavo le mie amiche quando le vedevo uscire di casa con i capelli raccolti e il borsone; odiavo le loro risa mentre salivano sull'autobus che le portava verso il centro e le avrebbe scaricate davanti alla porta di Madame Eliane. Le immaginavo cambiarsi negli spogliatoi, inguainarsi dentro le tute da ballo, me le vedevo scherzare mentre i loro piedi scivolavano dentro le scarpette di raso e mentre avvolgevano i polpacci con gli scaldamuscoli. Immaginavo. Potevo fare solo più quello perchè andarle a vedere era per me un vero tormento. Dieci anni di gioia e sacrifici se ne erano andati via a causa di un terreno scivoloso e un cavallo che si spaventa e mi fa volare pesantemente a terra. Mi facevo forza soltanto col pensiero che era già una fortuna se ancora potevo camminare.Dopo tanti anni da allora, ieri ho rimesso piede dentro una scuola di ballo. Gli ambienti non sono cambiati, tutto sembra immobile, fermo da secoli. I corpi delle bambine e delle ragazze sono sempre "cigniformi" con una certa classe, una certa presunzione, oggi direi che aleggia anche una certa antipatia nei loro sguardi. C'è ancora lo stesso odore di tulle, legno, borotalco, argilla e arnica. Un'enorme stanzone con pareti a specchio e tante piccole farfalline che vi si muovono. Tutto proprio come allora.Sorride Irene, mi ha vista, sembra contenta.La danza farà bene alla sua deambulazione un pochino goffa e insicura ma è tutto psicosomatico, andrà a posto molto presto.Vola piccolo cuore, svolazza al posto mio e non mollare mai.