Per mettere Ordine

Lacrime


Eran lì, loro due, seduti sul muretto che dava al campo da basket. Gli altri giocavano con atteggiamento professionale e lei si mise a ridere. Lui le chiese stupito il perchè stesse ridendoe lei disse che avrebbe dovuto ridere anche lui, che era troppo serio, che in generale i maschi erano sempre molto serii. Lui pensò che era vero e che l'amava molto quella che era la sua migliore amica. Prima o poi glielo avrebbe dovuto dire che l'amava, l'avrebbe dovuta prendere tra le braccia e baciarla come aveva sempre sognato di fare. Lei lo guardò, gli voleva bene, se l'era scelto quel ragazzo dolce, carino, prottetivo, suo. Lui la fissò, le pupille luccicanti, il riflesso mosso. Lei gli disse che così la spaventava e che andava a bere alla fontanella. Fece per muoversi con aria di sufficienzama lui la fermò per il braccio, impugnò il suo esile polso e continuò a fissarla. Una lacrima scese pianoe lei lo abbracciò piangendo come una bambina. Lui non l'abbraccio, si fece abbracciare. Poi cedette, e la strinse forte a sè fino a non farla respirare. Lei smise di piangere e lo baciò sul collo, gli disse che gli voleva bene, gli disse che era stupido piangere e che ora la smetteva. Lui non disse nulla, lui l'ascoltava, lui la amava.Poi d'improvviso tutto sfumò. Lei smise di parlare,lui smise di stringerla. Lei lo guardò, lui le sorrise, poi le asciugò le lacrime, le prese una mano e in silenzio, la portò alla fontanella.