Avvertenza: questo post è autoreferenziale. Se non hai letto le puntate precedenti peggio per te. Oggi sono saltata in groppa alla mia solitudine. Andiamo a farci un giro sulla Martesana? le ho sussurrato tra le orecchie.La casa era vuota, era l'una e mezza e nessuno mi aveva detto se veniva a mangiare. Nessuno mi aveva detto nemmeno che non veniva a mangiare, stavo nella terra di nessuno.Dai, mi ha fatto lei scrollandomi giù, andiamoci con la bici invece.Eh, ho argomentato io, così come al solito mi tocca pedalare a me.Facciamo un po' per uno?Ma quando mai.Lei ha girato gli occhi da una parte e ha mosso un baffetto, fa così quando le scappa da ridere, la conosco.Va bene. Ho accettato. Dopotutto potrebbe staccarmi la testa con un morso in qualsiasi momento. Mentre pedalavo mi è venuto in mente che non avevo raccontato niente dei guai che mi erano successi l'ultima volta.Hai voluto fare il finalone a effetto, mi fa lei, e adesso ti lamenti.Dai sempre la colpa a me.È perché non ascolti i consigli.Son stata zitta, era inutile ricordarle che di consigli non me ne aveva dati affatto e avevo dovuto cavarmela da sola. Per modo di dire. (*)La missione era partita male dall'inizio, forse perché ero uscita di casa più presto delle altre volte, certi rituali vanno rispettati nei minimi particolari. Appena avevo imboccato la ciclabile vicino al naviglio mi era saltato via un pedale. Di fronte a me arrivava una piccola comitiva di adulti e bambini, son riuscita in qualche modo a frenare e a mettere giù i piedi senza travolgerne nessuno. Questa cosa non mi era mai successa. Son tornata indietro a prendere il mio pedale e ho visto che si era svitato, ci voleva qualche attrezzo che, ovviamente, non avevo. C'era anche un tappo incastrato a nascondere la vite, o il bullone, si vedeva dall'altra parte la filettatura, in modo che non potessi nemmeno indovinare la forma dell'attrezzo che, eventualmente, mi serviva. Spingendo la bici a mano - non sapevo se sarei stata capace di pedalare con un piede solo - sono uscita dalla ciclabile. Pensavo di andare dal benzinaio che c'è lì vicino o, in subordine, al supermercato a comprarmi almeno un cacciavite per estrarre il tappo e vedere che altra chiave o brugola o cosa.Cammina cammina, certo che è molto comodo spingere una bici senza pedale che ti intralcia contro le caviglie, sono arrivata al distributore. Era chiuso. Però c'era un gruppo di persone che parlavano e scherzavano tra loro. Deve far benzina? mi ha chiesto uno ridendo.Eh, mi piacerebbe, avessi ancora la macchina. Gli ho mostrato il pedale, che avevo messo nel cestino davanti. Mi sono venuti tutti intorno, come succede in questi casi, e ciascuno aveva un buon consiglio da darmi. Era capitato anche a loro, molte volte, una signora era addirittura caduta. Vediamo qua, ha detto quello che mi voleva fare il pieno. Gli ho porto il pedale, lui l'ha guardato e ha tirato fuori dalla tasca una chiave. Non era una brugola, era chiave del gabbiotto del distributore. Sono salva, ho pensato. Difatti con un cacciavite ha tolto il tappo e poi con una chiave da dieci o da dodici, non so, mi ha riavvitato il pedale. Mi ha anche limato un po' il filetto che si era danneggiato e non prendeva più bene, il tutto tra gli applausi dei presenti e i miei più sentiti ringraziamenti.Son ripartita circospetta, per via del filetto, ripromettendomi di farla vedere dal mio biciclettaio non appena possibile. Poi non l'ho fatto, ovvio. Però sto molto attenta e vado pianissimo dove è sconnesso. Per precauzione mi sono messa in borsetta il mio coltello da marinaio, così almeno il tappo lo posso levare io.Con questa storia del pedale mi sono bruciata tutto l'anticipo e sono arrivata vicino al punto ics più o meno alla stessa ora delle altre volte. Mancava ancora una manciata di pedalate quando sento un guarda là che mi mette all'erta. Erano un padre e un figlio che mi venivano incontro. Guardo subito là anche io e vedo quella bellissima nutria che nuota in mezzo al canale. Butto la bici sul prato e mi precipito, tutta emozionata. Le prime foto vengono uno schifo, e meno male che quella andava avanti e indietro pavoneggiandosi altrimenti non avrei portato a casa un bel niente.
Fotoromanzo - Backstage e contenuti speciali
Avvertenza: questo post è autoreferenziale. Se non hai letto le puntate precedenti peggio per te. Oggi sono saltata in groppa alla mia solitudine. Andiamo a farci un giro sulla Martesana? le ho sussurrato tra le orecchie.La casa era vuota, era l'una e mezza e nessuno mi aveva detto se veniva a mangiare. Nessuno mi aveva detto nemmeno che non veniva a mangiare, stavo nella terra di nessuno.Dai, mi ha fatto lei scrollandomi giù, andiamoci con la bici invece.Eh, ho argomentato io, così come al solito mi tocca pedalare a me.Facciamo un po' per uno?Ma quando mai.Lei ha girato gli occhi da una parte e ha mosso un baffetto, fa così quando le scappa da ridere, la conosco.Va bene. Ho accettato. Dopotutto potrebbe staccarmi la testa con un morso in qualsiasi momento. Mentre pedalavo mi è venuto in mente che non avevo raccontato niente dei guai che mi erano successi l'ultima volta.Hai voluto fare il finalone a effetto, mi fa lei, e adesso ti lamenti.Dai sempre la colpa a me.È perché non ascolti i consigli.Son stata zitta, era inutile ricordarle che di consigli non me ne aveva dati affatto e avevo dovuto cavarmela da sola. Per modo di dire. (*)La missione era partita male dall'inizio, forse perché ero uscita di casa più presto delle altre volte, certi rituali vanno rispettati nei minimi particolari. Appena avevo imboccato la ciclabile vicino al naviglio mi era saltato via un pedale. Di fronte a me arrivava una piccola comitiva di adulti e bambini, son riuscita in qualche modo a frenare e a mettere giù i piedi senza travolgerne nessuno. Questa cosa non mi era mai successa. Son tornata indietro a prendere il mio pedale e ho visto che si era svitato, ci voleva qualche attrezzo che, ovviamente, non avevo. C'era anche un tappo incastrato a nascondere la vite, o il bullone, si vedeva dall'altra parte la filettatura, in modo che non potessi nemmeno indovinare la forma dell'attrezzo che, eventualmente, mi serviva. Spingendo la bici a mano - non sapevo se sarei stata capace di pedalare con un piede solo - sono uscita dalla ciclabile. Pensavo di andare dal benzinaio che c'è lì vicino o, in subordine, al supermercato a comprarmi almeno un cacciavite per estrarre il tappo e vedere che altra chiave o brugola o cosa.Cammina cammina, certo che è molto comodo spingere una bici senza pedale che ti intralcia contro le caviglie, sono arrivata al distributore. Era chiuso. Però c'era un gruppo di persone che parlavano e scherzavano tra loro. Deve far benzina? mi ha chiesto uno ridendo.Eh, mi piacerebbe, avessi ancora la macchina. Gli ho mostrato il pedale, che avevo messo nel cestino davanti. Mi sono venuti tutti intorno, come succede in questi casi, e ciascuno aveva un buon consiglio da darmi. Era capitato anche a loro, molte volte, una signora era addirittura caduta. Vediamo qua, ha detto quello che mi voleva fare il pieno. Gli ho porto il pedale, lui l'ha guardato e ha tirato fuori dalla tasca una chiave. Non era una brugola, era chiave del gabbiotto del distributore. Sono salva, ho pensato. Difatti con un cacciavite ha tolto il tappo e poi con una chiave da dieci o da dodici, non so, mi ha riavvitato il pedale. Mi ha anche limato un po' il filetto che si era danneggiato e non prendeva più bene, il tutto tra gli applausi dei presenti e i miei più sentiti ringraziamenti.Son ripartita circospetta, per via del filetto, ripromettendomi di farla vedere dal mio biciclettaio non appena possibile. Poi non l'ho fatto, ovvio. Però sto molto attenta e vado pianissimo dove è sconnesso. Per precauzione mi sono messa in borsetta il mio coltello da marinaio, così almeno il tappo lo posso levare io.Con questa storia del pedale mi sono bruciata tutto l'anticipo e sono arrivata vicino al punto ics più o meno alla stessa ora delle altre volte. Mancava ancora una manciata di pedalate quando sento un guarda là che mi mette all'erta. Erano un padre e un figlio che mi venivano incontro. Guardo subito là anche io e vedo quella bellissima nutria che nuota in mezzo al canale. Butto la bici sul prato e mi precipito, tutta emozionata. Le prime foto vengono uno schifo, e meno male che quella andava avanti e indietro pavoneggiandosi altrimenti non avrei portato a casa un bel niente.