La Donna Camel

Le avventure di Nonugo 4/n


E’ domenica mattina. Il cielo è velato, più bianco che grigio. Nonugo annusa l’aria ferma, non arriva la brezza dal mare, oggi sarà una giornata calda, si capisce già da adesso. Si è fermato un momento per asciugarsi la fronte con il fazzoletto, si è appoggiato al bastone della falce e sta lì a pensarci su. Ha quasi finito il prato davanti, vale la pena di fare anche dietro oppure per oggi basta,  è meglio fare subito il bagno e andare a messa? C’è un silenzio che anche i grilli sembrano smorti. Non arrivano voci dalla strada, gli uccelli non si sentono. Eppure è chiaro da un pezzo.Guarda in alto e con la coda dell’occhio vede dona Angelica già in mezzo al sentiero di pietre bianche. Avanza pian pianino, regge un vassoio con le due mani tenendolo scostato in avanti. Le corre incontro e in tre salti è lì. Le prende il peso, c’è un bicchiere d’acqua gelata per lui. Il vassoio è d’argento e sotto il bicchiere, un centrino di pizzo.Come si fa, pensa Nonugo, con queste cortesie a non finire il lavoro subito, presto e bene?Vuota il bicchiere in un sorso solo, sotto gli occhi di lei che sorride e fa sì con la testa. Ha un cappello di paglia e un vestito azzurro lungo fino alle caviglie, ha lasciato il suo bastone vicino alla porta. Nonugo parte in corsa per andare a prenderlo, con una irruenza che le fa volare la seta della gonna.“Cosa ha letto di bello ieri sera?” gli chiede accettando il bastone.“Ho iniziato quel libro che mi ha dato. Bellissimo, non è nemmeno troppo difficile.”“Martin Fierro. Già già. E’ molto argentino, per essere nella biblioteca di mio marito.”“Eh, ho visto che ci sono più libri in inglese e francese che”“Lei non legge l’inglese?”“Sì. No. Lo leggerei, ma fino a che sono qui”“Già.”La conversazione è finita all’improvviso. Dona Angelica si volta verso il patio. Nonugo non si muove. La guarda camminare e gli viene in mente la lumaca della fata turchina, con quella schiena curva e la gonna che sfiora le erbe ancora alte ai lati del sentiero. Aspetta coi muscoli che gli guizzano nelle braccia, quando finalmente la vede scomparire dentro casa si decide a posare vassoio e bicchiere sul tavolo del patio. Si mette a correre per niente intorno al prato, raccoglie la falce e ricomincia a tagliare di lena. La flemma di questo paese non gli appartiene.