La Donna Camel

Le avventure di Nonugo 5/n


In quegli anni in Argentina Nonugo si era creato una fissazione: l'enciclopedia Britannica. Aveva giurato a se stesso che l'avrebbe avuta non appena tornato in Italia, e so per certo che aveva mantenuto la promessa. Quello che non so è l'uso che ne aveva poi fatto, i volumi sembrano intonsi. Aveva consultato molto quelli di dona Angelica, più che per curiosità scientifica a causa di un incontro particolare, ma non era la stessa edizione. Non credo.La prima volta fu ancora una domenica pomeriggio. Dopo la potatura di un tralcio di ibisco che pretendeva di entrare nella finestra di cui avrebbe dovuto fare cortina ornamentale, dopo la consueta  spremuta di limone zuccherata, invece di filare in camera Nonugo si trattenne nel patio con le mani in mano. Il profumo d'erba tagliata, la brezza che prometteva di rinfrescare la serata gli mettevano addosso una mollezza di spirito che non riusciva a riconoscersi. Spostava gli occhi da un crepa sul muro all'orizzonte della siepe di cinta, al di là del prato, del sentiero di sassolini, del cancello di ferro battuto e poi ancora al muro senza risolversi a entrare in casa, o almeno in biblioteca. Dona Angelica si dondolava quieta sulla sua poltrona di vimini intrecciato, apriva il ventaglio cinese e lo chiudeva, lo poggiava in grembo e subito dopo lo riprendeva. Un moscone volava intorno alle rose tagliate e disposte con arte in mezzo al tavolo, si posava un attimo interrompendo il ronzio e subito si rimetteva in moto come se fosse insoddisfatto, o come se stesse cercando qualcosa di preciso sui petali gialli screziati di arancio o sulle foglie o sul cristallo del vaso.Tre persone si presentarono al cancello. Un uomo con un panama in capo e due donne. (Prima puntata e indice qui)