La Donna Camel

Anticipazioni


A settembre esce Sofia si veste sempre di nero di Paolo Cognetti per Minimum fax, se non lo sapevi te lo dico io."Ora che sto qui a levigarli e lucidarli, questi dieci racconti, mentre dovrei solo liberarmene e fare altro, mi sembra di sfogliare non le pagine di un libro futuro, ma un vecchio album di fotografie.Il racconto dei pirati fu il primo, nell’inverno del 2008, quando passavo tutti i giorni alla Scighera e leggevo solo libri sulla filibusta. L’idea sui branchi di maschi mi ricordo da dove viene: ne parlavo spesso con Remigio, di maschi e di lupi, sul prato di Fontane. E la scena in cui i due amici si separano, alla fermata di Smith Street sulla linea F, l’ho scritta proprio a Brooklyn nell’aprile del 2010. Sono uscito di casa e sono sceso in metropolitana con il mio quaderno, mi sono seduto su una panchina, ho immaginato la scena e l’ho scritta. Quaderni come quello mi hanno accompagnato ovunque in questi anni. Li ha comprati mio padre in Malesia e mi pare giusto che uno dei racconti cominci proprio così: con mio padre a Singapore che contempla l’Oceano Indiano. Sono quaderni di dimensioni A4, con la copertina di cartone e le pagine numerate, quattrocento ciascuno. Ne ho riempiti cinque con le storie di Sofia. Potrei anche sfogliarli come pagine di diario: qua e là c’è il disegno di un larice, l’indirizzo di un pub newyorkese, il nome e il numero di telefono di qualcuno che non so più chi è, macchie di caffè e di vino, brani di libri che stavo leggendo e mi andava di ricopiare, ma più che altro c’è quello, parole su parole, un mucchio di bucce d’uva fermentata e un laborioso processo di distillazione. Duemila pagine che diventeranno duecento. A quanto pare, da cento chili di vinaccia si estraggono sei litri di grappa: dunque il mio alambicco non è stato poi così spietato, e il mio nettare più che a torcibudella assomiglierà a un liquore per signorine."
"A volte mi sembra che scrivere storie non sia altro che questo: mettere un po’ d’ordine al caos della memoria, proprio come facciamo luce su un ricordo oscuro solo raccontandolo a qualcun altro, e più lo raccontiamo più lo mettiamo a posto, lo rendiamo logico e comprensibile, gli costruiamo una bella scatola dove poterlo conservare, e poco importa se quella cosa che otteniamo alla fine non assomiglia più molto alla realtà dei fatti. Tanto la realtà dei fatti che cos'è? In ogni tribunale sanno bene che un testimone vale molto meno di una prova. La memoria è un racconto, non un documento, e qualsiasi racconto contiene un mucchio di bugie. In questo senso la narrativa è più onesta dell’autobiografia, dichiara apertamente la propria natura: non pretende di stabilire la verità senza distorsioni, anzi si arrende all’idea che la memoria è una distorsione del reale. Bum. Ecco qui il povero scrittore di racconti, partito dall’alambicco per la grappa e giunto a interrogarsi sulle grandi domande universali. Tra un po’ mi chiederò: esiste un Narratore Onnisciente? E le stelle sono solo punture di spillo nel velo che separa noi da Lui?"Continua a leggere Qui la scheda del libro nel sito di Minimum fax.