Ieri sono andata a una presentazione. Era tanto che non lo facevo, ma anche perché in agosto di solito ci sono le vacanze e quando la gente è in vacanza non fanno le presentazioni a Milano, le fanno casomai in Sardegna o in Trentino Alto Adige, per esempio.Comunque ieri sono andata alla libreria Centofiori dove Matteo B. Bianchi presentava Aimee Bender, che è una giovane scrittrice americana che ha appena pubblicato due cose con Minimum Fax (a me sembrava giovane ma è del '69, l'ho visto adesso, beata lei).Sono arrivata un quarto d'ora prima delle sette, che era l'ora scritta sugli inviti, e la libreria era già bella piena. C'era Matteo che ridacchiava con Martina Testa e lì vicino i proprietari della libreria che si facevano fotografare con la scrittrice. Ho salutato Matteo con un sorriso e sono andata a prendere posto in prima fila. Alle sette meno cinque si sono seduti anche loro e Martina Testa era sbalordita per questa puntualità dei milanesi, a Roma, diceva, non ci sarebbe stato nessuno prima delle otto e mezza e invece qui non c'era più posto nemmeno in piedi.Ma non è per la puntualità dei milanesi che ti sto raccontando queste cose, e nemmeno di Aimee Bender ti voglio parlare, perché ancora non l'ho letta (ho letto solo i due assaggi gnam gnam gnamPosso dirti che a vederla mi è sembrata giovane e bella, sicura di sé come lo sono gli americani ben riusciti e nonostante ciò (o forse proprio per questo) abbastanza stralunata da incuriosire. Se sto scrivendo questo post è perché, sollecitata da Matteo B. B. che per queste cose è tremendo, Aimee ha ammesso di aver scritto per due anni chiusa dentro in un armadio.Ridendo e scherzando ha spiegato come e perché, poi si trattava di una cabina armadio e non un armadietto a due ante e vabbè, sarà vero o no è una di quelle curiosità che animano le presentazioni. L'altra cosa che ha fatto negli ultimi due anni è che si è imposta di scrivere per due ore al giorno e non di più, cascasse il mondo allo scadere delle due ore, smette. Poi mi ha affascinata anche per il rapporto piuttosto lasco che hanno le sue storie con il realismo: questo non vuole dire che scrive di vampiri o fantasmi o fantascienza, sembra piuttosto che a un certo punto della trama le storie sbandino in una iper realtà che non ha nemmeno bisogno di essere spiegata, sono personaggi che hanno sentimenti e emozioni reali ai quali capitano dei fatti fuori dal comune o impossibili dal punto di vista fisico, qualcosa di allegorico o metaforico o onirico, più tipo Alice nel paese delle meraviglie o il visconte dimezzato che Harry Potter, difatti, e questa è la quarta e più sbalorditiva tra le cose che ho scoperto ieri, alla Bender piace da matti Calvino.Quindi sono andata a vedere una scrittrice di successo che scrive per due ore al giorno chiusa in un armadio e racconta di personaggi che fanno cose surreali: ci faccio un eds!Non ti obbligo a chiuderti nell'armadio, stai tranqui, però l'idea di contenere, limitare il tempo della stesura di un testo è interessante e ha il suo perché. A ben guardare tutte le regole che si è data la furbacchiona hanno un loro perché e mi ricordano vagamente le regole di un setting psicanalitico - non è del tutto assurdo che ne venga fuori qualcosa di onirico.
EDS 33
Ieri sono andata a una presentazione. Era tanto che non lo facevo, ma anche perché in agosto di solito ci sono le vacanze e quando la gente è in vacanza non fanno le presentazioni a Milano, le fanno casomai in Sardegna o in Trentino Alto Adige, per esempio.Comunque ieri sono andata alla libreria Centofiori dove Matteo B. Bianchi presentava Aimee Bender, che è una giovane scrittrice americana che ha appena pubblicato due cose con Minimum Fax (a me sembrava giovane ma è del '69, l'ho visto adesso, beata lei).Sono arrivata un quarto d'ora prima delle sette, che era l'ora scritta sugli inviti, e la libreria era già bella piena. C'era Matteo che ridacchiava con Martina Testa e lì vicino i proprietari della libreria che si facevano fotografare con la scrittrice. Ho salutato Matteo con un sorriso e sono andata a prendere posto in prima fila. Alle sette meno cinque si sono seduti anche loro e Martina Testa era sbalordita per questa puntualità dei milanesi, a Roma, diceva, non ci sarebbe stato nessuno prima delle otto e mezza e invece qui non c'era più posto nemmeno in piedi.Ma non è per la puntualità dei milanesi che ti sto raccontando queste cose, e nemmeno di Aimee Bender ti voglio parlare, perché ancora non l'ho letta (ho letto solo i due assaggi gnam gnam gnamPosso dirti che a vederla mi è sembrata giovane e bella, sicura di sé come lo sono gli americani ben riusciti e nonostante ciò (o forse proprio per questo) abbastanza stralunata da incuriosire. Se sto scrivendo questo post è perché, sollecitata da Matteo B. B. che per queste cose è tremendo, Aimee ha ammesso di aver scritto per due anni chiusa dentro in un armadio.Ridendo e scherzando ha spiegato come e perché, poi si trattava di una cabina armadio e non un armadietto a due ante e vabbè, sarà vero o no è una di quelle curiosità che animano le presentazioni. L'altra cosa che ha fatto negli ultimi due anni è che si è imposta di scrivere per due ore al giorno e non di più, cascasse il mondo allo scadere delle due ore, smette. Poi mi ha affascinata anche per il rapporto piuttosto lasco che hanno le sue storie con il realismo: questo non vuole dire che scrive di vampiri o fantasmi o fantascienza, sembra piuttosto che a un certo punto della trama le storie sbandino in una iper realtà che non ha nemmeno bisogno di essere spiegata, sono personaggi che hanno sentimenti e emozioni reali ai quali capitano dei fatti fuori dal comune o impossibili dal punto di vista fisico, qualcosa di allegorico o metaforico o onirico, più tipo Alice nel paese delle meraviglie o il visconte dimezzato che Harry Potter, difatti, e questa è la quarta e più sbalorditiva tra le cose che ho scoperto ieri, alla Bender piace da matti Calvino.Quindi sono andata a vedere una scrittrice di successo che scrive per due ore al giorno chiusa in un armadio e racconta di personaggi che fanno cose surreali: ci faccio un eds!Non ti obbligo a chiuderti nell'armadio, stai tranqui, però l'idea di contenere, limitare il tempo della stesura di un testo è interessante e ha il suo perché. A ben guardare tutte le regole che si è data la furbacchiona hanno un loro perché e mi ricordano vagamente le regole di un setting psicanalitico - non è del tutto assurdo che ne venga fuori qualcosa di onirico.