La Donna Camel

L'occhio del coniglio 9. Dai, buttati.


L'occhio del coniglio è un romanzetto che sto pubblicando qui a puntate, fammi sapere se ti piace.   “Dai buttati. Cosa aspetti?”Anita era in piedi sul pulpito di prua. Le mani erano aggrappate allo strallo, dietro alla schiena. I piedi sul tubo cromato cominciavano a farle una fossetta sulla pianta, nel punto dove appoggiavano da cinque minuti. Il costume bagnato le si appiccicava addosso ma la pelle era quasi tutta asciutta. L’acqua era ferma e trasparente, vedeva tutta la catena distesa sulla sabbia fino all’ancora ben incastrata, i ciuffi di poseidonia intorno come isolette su una mappa, il gruppo di scogli in fondo, vedeva perfino i ricci, uno per uno - un po’ sfocati ma riconoscibili. Giulio dietro di lei faceva tarzan appeso a qualche cima che scendeva dall’albero, aspettava che liberasse il posto.“Perché non salti mamma?”Un’onda morbida, venuta da lontano, fece sollevare dolcemente la prua. Anita si agguantò più forte.“Eh. È una parola.”“Allora ti sposti?”Con precauzione girò prima la testa e poi il busto verso poppa. Valutò con cura un punto sgombro dove mettere il piede e tenendosi sempre salda allo strallo rientrò in coperta.“Niente, non ce la faccio.”“Ma non è difficile, guarda” prese il posto di sua madre, si assicurò con una rapida occhiata che lei lo stesse guardando, staccò le mani dal sostegno e cacciando un grido saltò verso l’alto, rannicchiandosi mentre ricadeva, con una mano a chiudere il naso. Gli spruzzi le lambirono le caviglie.Tornò a galla circondato da una nuvola di bolle, sputò e poi le fece dei cenni con le mani “Lo vedi? È facilissimo”Viola e suo padre si avvicinavano a nuoto, quando arrivarono sotto la barca si attaccarono alla catena.“Allora, sei riuscita?” disse Carlo e si immerse con la testa all’indietro per togliersi i capelli dalla fronte.“Mamma, vieni con noi, è bellissima” disse Viola, “scendi dalla scaletta.”“Lo so, mi sono bagnata un po’, prima.” Scosse la testa.“Volevo provare a tuffarmi, ma non ci riesco.”Si chinò per passare sotto il tendalino e camminò curva verso poppa, poi si sedette sul bordo aperto e appoggiò i piedi al primo gradino della scaletta. Girandosi con circospezione si mise nella posizione giusta per scendere, la schiena rivolta verso il mare, e si fece lambire dall’acqua a poco a poco fino a che fu tutta dentro.“Vero che è calda?” disse Viola attaccandosi alla scaletta.“Se non cerchi di vincerti un po’ non la superi più la paura” Carlo era riemerso tra loro e muoveva piano le mani sotto il pelo dell’acqua.“Eh, è una parola. Io vorrei, ma poi quando sono lì…”“È perché stai troppo a pensarci. Dovresti farlo di slancio, senza fermarti mezz’ora a guardare giù.”“Senti. Lasciamo stare và.”Viola si avvicinò e le toccò la faccia con la mano aperta. Anita la piegò da quella parte e sorrise, alzando appena le spalle.“Sarà perché non ci vedo.”“Non hai messo le lenti?”“Le ho tolte. Avevo paura di perderle.”“Eh sì, sarà per quello allora.” Viola si staccò e si mise sul dorso. “Quando si mangia? Ho una fame.”Giulio era risalito e si tuffò dal bordo. Riemerse vicino a loro, sputacchiando e agitando le braccia.“Quando volete, è già tutto pronto. Ho fatto la pasta fredda.”“Perché non tieni la bocca chiusa?” disse Viola allontanandosi da lui, “devi sempre fare l’urlo di guerra mentre salti?”Lui le schizzò due manate d’acqua, lei fece un balzo indietro spingendosi con le gambe.“Non mi hai preso.”“Sì, ti ho preso.”Anita mise un piede sulla scaletta e si tirò fuori a forza di braccia.“Venite a mangiare.”Giulio era già pronto sul gradino sotto.“Però io la doccia non la faccio. Dopo faccio un altro bagno.”“Dopo dobbiamo ripartire” disse Viola, “vero papà?”Carlo si era avvicinato e aspettava sotto la scaletta. Fece sì con la testa.“E dove andiamo? Io voglio stare qui.”“Andiamo un po’ più avanti. Vedrai che è bello anche là.”“Si può fare il bagno?”Anita si era avvicinata con il terminale della doccia e lo spruzzò sulle spalle e sulla testa. Lui si lasciò strofinare.“Facciamo il bagno ancora dopo?”“Certo.” Era salito a bordo anche Carlo. Anita gli passò la doccetta e lui si spruzzò la faccia e i capelli, si sfregò la barba grigia e si appoggiò al balcone di poppa a sgocciolare.La tavola era apparecchiata fuori, sotto il tendalino. Mentre mangiavano guardavano le barche che entravano e uscivano dal porto vecchio di Bastia, le ville bianche sparpagliate sulla collina in mezzo al verde scuro della vegetazione.(continua) 
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Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia.Credit: Grazie A. per la foto, ne ho preso solo un pezzetto.