La Donna Camel

14


Stamattina sul 14 è salita una giovane fisarmonicista. L'avevo già notata all'andata, aveva leggings leopardati con scarpe da tennis e una una gonna di jeans che arrivava al ginocchio. Aveva un giubbotto chiaro, forse da uomo, e una maglietta viola. Aveva un cerchietto a tenere i capelli, che dietro erano legati in una specie di chignon. Capelli scuri e morbidi, appena lavati. Aveva la pelle chiara e liscia, la faccia tonda e una bambina con la treccia e un bicchiere di carta della cocacola per chiedere l'elemosina. Non so se erano madre e figlia, sorelle o solo colleghe di lavoro. La fisarmonicista suonava abbastanza bene, la bambina si fermava davanti ai viaggiatori  con puntigliosa sfrontatezza, uno dopo l'altro senza saltarne nessuno,  porgeva il bicchiere. Sorrideva a tutti e non se ne andava fino a che non le veniva rifiutato l'obolo con un - a volte cortese - cenno della testa.Il 14 è uno di quei tram lunghi che in curva si contorce come un serpentone, ci stanno un bel po' di persone. Stamattina era pieno ma non affollato, tutti i posti erano occupati e c'era abbastanza spazio per passare. Ho notato che nessuno ha dato niente alla bambina. Lei sorrideva comunque. Mi sono giustificata con me stessa pensando che se lo facevano voleva dire che ne valeva la pena. Che pena. Nessuno ha dato niente. Nemmeno io del resto. Mi sono domandata se sorrideva per buon carattere o per professionalità. A un certo punto è salito un signore con una bambina grande più o meno come quella col bicchierino. Anche questa bambina era pettinata con la treccia. Si sono guardate. Quella col bicchierino ha ripreso il suo giro, l'altra non le staccava gli occhi di dosso. Senza perderla di vista si è avvicinata all'uomo e gli ha dato la mano.Si sono aperte le porte e sono scesa.