La Donna Camel

Io e il Piddì siamo fatti così


Il meglio è nemico del bene, diceva sempre Bernard Moitessier, un grandissimo navigatore e un grande scrittore, uno che è riuscito a affondare due volte con due barche diverse, per dire. Che c'entra il Piddì? C'entra, c'entra.Ieri mattina, mentre aspettavo una persona nel mio studio ho pensato di raddrizzare il tendone che era appena appena un po' storto. Purtroppo sono stata un po' brusca e mi è cascata in testa la riloga. Cadendo si è leggemente piegata a sua volta e così ho tentato di raddrizzarla, rompendola del tutto.Bè. Pazienza. Nel pomeriggio andrò a comprarne una nuova, è semplice da montare, è a molla come quelle per la doccia. È una buona occasione per lavare le tende e i vetri, così potrò di nuovo guardare fuori!Così ho ricevuto quella persona senza tende, dritte o storte, e con i vetri sporchi perché si era fatto tardi. Poi sono uscita a fare una commissione. Al ritorno passerò al Brico a prendere l'asta che mi serve, ho pensato. Purtroppo mi sono accorta dopo che avevo dimenticato a casa il portafoglio. Evabbè, faccio quello che devo fare, al Brico ci andrò nel pomeriggio, ho pensato.Di fatti nel primissimo pomeriggio, appena dopo pranzo, sono uscita apposta. Ero a metà strada con la fermata dell'autobus che ho messo male un piede, o forse c'era una buca o un sasso, vai a sapere: sono caduta lunga e distesa. Ho messo giù le mani prima del naso, meno male, ma che botta. Mi si è stortata anche una caviglia. Una signora che c'era lì vicino è venuta a tirarmi su. Son rimasta intronata un momentino, sarà stato lo choc. La caviglia mi fa male, che faccio? Vado lo stesso o rimando? Vado, tanto ormai sono quasi arrivata all'autobus, magari mi siedo, mi riposo. A caldo poi non faceva nemmeno più tanto male.Quasi quasi mi compro una riloga come si deve, con i tasselli e tutto, almeno non me la tiro più in testa. Eh sì, lo ammetto, era già successo.Ma cosa c'entra il Piddì, dirai tu adesso. C'entra, c'entra.Arrivo al Brico ma purtroppo sono sprovvisti di bastoni con i tasselli, c'è solo quello tipo doccia come il mio vecchio e lo prendo. Presto e bene, non mi guardo nemmeno in giro e torno subito a casa, che la caviglia un po' mi doleva ma neanche tanto. Poteva andare peggio và. Riprendo l'autobus per il ritorno, stavolta è pieno e quelli che salgono con me spingono e tirano, che maleducati. Trattengo un po' il fiato perché i primi caldi si fanno sentire, troppi uomini e troppo vicini e troppo scalmanati per le mie narici sensibili di ex fumatrice. Ma alla prima fermata molti scendono e si fa spazio. Non appena si richiudono le porte, uno di quelli rimasti mi guarda. Le hanno rubato, mi fa. Eh? Lui indica col dito la strada, là in fondo, la fermata che si allontana. E poi la mia borsa, la cerniera mezza aperta.Oddio.Metto dentro la mano, il portafoglio c'è. Lo tiro fuori, lo faccio vedere.Lui alza le spalle, guarda ancora verso le porte dell'autobus, fa un gesto con la mano. Vuol dire che è sicuro, che l'ha visto con qualcosa di mio. Non sa spiegare nella mia lingua ma si fa capire.Merda. Il kindle? Il kindle! grido, e aggiungo una serie di paroline dolci che per brevità non sto qui a riferire.Tutti mi guardano e manca solo che mettano le dita a mazzetto. È un autobus popolare, la 90: non sanno.Intanto siamo arrivati alla fermata successiva. Corrigli dietro, mi dicono, scendi qui e vai a riprendertelo.Eggià. T'immagini?Torno a casa mogia e per consolarmi lavo i vetri.Poi accendo la tivù e mi informo sui risultati dell'elezione del presidente.Hai capito adesso?