La Donna Camel

Diritto e rovescio


Ho comprato un chilo di lana blu. E' un blu bello scuro, come il giaccone da marinaio che mettevi alle Porquerolles, quello che aprivi sottovento per farmici rannicchiare dentro.Ho comprato anche i ferri del cinque, voglio farti un maglione pesante, che ti avvolga nel suo abbraccio come tu facevi con me.Ho messo su i punti alla maniera della zia Mariuccia e ho fatto per prima cosa il bordo doppio per finitura dell'orlo, un diritto un rovescio, punto elastico, è un sistema speciale perché non si slabbri mai. Voglio fare un bel lavoro, che duri nel tempo.Scambio il ferro e lavoro il rovescio.Ho preso i ferri grossi, e anche la lana grossa, perché così il lavoro cresce più in fretta. Non ho mai pazienza io, non ho voglia di aspettare. Anche se non c'è da aspettare. Non c'è niente da aspettare.Ma no che non ho fretta, non ho fretta io, non ho fretta che finisca. E' che lavoro solo quando lui non c'è, sai com'è.Il dietro l'ho fatto tutto liscio, maglia rasata, un ferro dritto un ferro rovescio. Davanti ci metto due trecce. Sulle maniche no. Le maniche sono le più noiose, diceva la zia Mariuccia. Le lavorerò tutte e due insieme, così son sicura che vengono uguali. Aumento e calo a occhio, ci metto un po' di esperienza,  l'insegnamento della zia e una forma di carta velina. La nonna faceva poco la maglia, era impaziente più di me. Ma la zia, che era sua sorella, era la specialista della famiglia, venivano da lontano a farsi insegnare da lei i punti più complicati. Già penso a quando dovrò chiudere il collo, come farò per far combaciare tutti i pezzi alla perfezione, come farò che lei non c'è più.In qualche modo farò.Ho messo su i punti un po' a occhio e un po' a spanne, ti ho misurato una volta, non ti sei accorto. La schiena, le spalle. Mi è piaciuto e ti ho misurato tante volte, ogni volta. Ora vado a memoria.Ho preso le misure mentre tu stavi sopra, io sotto. Contavo le carezze e dopo, a casa, ho fatto il disegno su un foglio. I baci no, non li ho mai contati: mi sarei imbrogliata e avrei perso il filo.Adesso conto i punti a diritto, devo stare attenta e non mi devo mai sbagliare, devo sempre sapere quando devo scavallare per fare la treccia. Ho comprato un chilo di lana e ho controllato bene che tutti i gomitoli fossero dello stesso bagno. Blu è blu, se non leggi quel numero sull'etichetta non noti la differenza. Se non ci fai caso le cose ti sembrano uguali, anche davanti alla finestra sembrano uguali, poi li lavi una volta e vedi la riga.La riga dell'orizzonte che separa i due blu. Io mi infilavo dentro il giaccone, mi facevo piccola, mi incastravo sotto l'ascella. Tu ridevi e m'avvolgevi.Adesso una riga di rovesci. Sembrano catenelle che camminano, una dentro l'altra, tic tac tic tac. La zia Mariuccia lavorava così veloce che non si vedevano le dita, sentivi soltanto il rumore tic tac tic tac. Tac tac tac la catena dell'ancora quando scende giù in fondo, se sei bravo si stende, bisogna andare indietro alla velocità giusta, se vai troppo piano si ammucchia ma se vai forte si strappa.Qualche volta anche noi  siamo andati troppo forte e si è strappata.Scambio il ferro e riparto col diritto. Quando si sbaglia a fare l'ormeggio, l'unica è tornare indietro, tirarla su e rifare da capo. Non si può aggiustare, si fa solo peggio. Mi dispiace.Quando questo bel maglione sarà finito te lo porterò in ufficio, oppure lo lascio in portineria. Forse ci metto un bigliettino. Farò un pacchetto, prima la carta velina e poi la carta da pacco blu. Ci metto anche un nastro. O forse no, ci metto un pezzo di scotta, la posso andare a comprare da Osculati, ci vado domani, così lo saprai.Non so.Forse no.Ho comprato un chilo di lana blu, tutta dello stesso bagno, ho comprato anche i ferri del cinque e ho lavorato quando lui non c'era. Ho fatto il dietro e mezzo davanti. Con quella che avanza ti faccio una sciarpa e forse un berretto col pon pon.E' sempre bene comprarne un po' di più. Con quella che avanza si possono fare altre cose, ma se sei scarso, se sei tirchio e ti finisce sul più bello avrai lavorato per niente. E' difficile poi trovare lo stesso bagno. Le cose finiscono e bisogna pensarci prima, bisogna essere preparati a tutto. Bisogna anche essere generosi e non lesinare. La lesina è per il legno e non per la lana ma è lo stesso. Lo dice anche il detto, poca cima poco marinaio. Io poi mi dò troppo, ma questo è un altro discorso.Scambio il ferro e vado di rovescio.L'amore è una catena, chissà perché il rovescio lo odiano tutti. Sarà che i difetti si notano di più, il diritto è pieno di spighe e il rovescio son solo catene. Intanto intreccio questa bella lana, è morbida e calda, penso alla pecora che l'ha indossata prima di te. C'è dentro anche un poco di cashmere, che invece è una capra, che viene da lontano. Cioè, la capra sta là, non viene, è la lana che viene qua, lei sta là tutta nuda, poverina. Non è vero che non ho fretta. Non vedo l'ora di finire questo bel maglione. Non vedo l'ora di vedere te, più che altro. Però ti posso chiamare, non c'è mica bisogno di aspettare. Va bene martedì?Intanto, saprò tenere il segreto.Scambio il ferro e riparto col dritto.Questo racconto partecipa all'EDS Il blues dei blu con tutta questa bella compagnia:Dario con Diavoli bluSinglemama con NY Blues.MaiMaturo con ColoriSinglemama con La linea bluLillina con Il blu dell'universo che non c'èLillina con Morte nel bluPendolante con Il trattoreCall me Leuconoe con Crossroad Marco C. con Le ore scure (grigio, rosso e blu)Hombre con I won't let you downCielosopramilano, altrimenti detto Fevarin e carnazza, con FeverMelusina con NeonSi può scrivere ancora almeno fino a lunedì sera. Poi vediamo.